Non c’è nulla di meglio di cominciare la stagione con buone sensazioni e con la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che bisognava fare in inverno. Abbiamo incrociato Giovanni Aleotti alla partenza del Trofeo Palma, ultima prova del Challenge Mallorca, mentre era intento a guardarsi Sinner contro Medvedev nel bus della Bora-hansgrohe; lui tifava Jannik, Vlasov e altri membri russi dello staff simpatizzavano ovviamente Daniil. Sereno, il 24enne emiliano era già con la testa alla Volta Valenciana 2024 scattata ieri, con la speranza di trovare nuovi riscontri sulle buone sensazioni avute nei giorni di gara a Maiorca. La prima tappa ha dato riscontri positivi, visto che ha chiuso 10° nel gruppo dei migliori.
«Sono contento delle prime uscite fatte a Maiorca, la gamba girava bene e ciò significa che quanto fatto in inverno è stato positivo - ha spiegato Aleotti -. Nella giornata più dura ho dato il mio contributo nel fare selezione e poi sono arrivato a un passo dai primi 10. Peccato sia sfuggita la vittoria a Vlasov ma i segnali sono incoraggianti. Ora però c’è la Valenciana e non c’è tanto tempo per pensare. Siamo andati forte già a Maiorca, ora il ritmo si alzerà ancora di più».
Il suo 2023 non è stato memorabile, dal momento che tra virus, cadute e sfortune varie non è mai riuscito ad arrivare al 100% della condizione. Al Giro, grande obiettivo stagionale, è stato estromesso dopo 6 giorni per il covid: «Una stagione abbastanza da dimenticare, ho avuto tanti problemi ma, come si suol, dire, ‘ciò che non uccide fortifica’. Ho voltato pagina e sono focalizzato su quest’annata, che speriamo sia migliore».
Aleotti si è presentato al professionismo con un curriculum importante costruito negli anni al CT Friuli, con il secondo posto al Tour de l’Avenir e il titolo italiano a spiccare tra i vari risultati. Tra i grandi ha avuto difficoltà a trovare continuità, oltre ovviamente a dover sottostare agli inevitabili ordini di scuderia di una grande squadra come la Bora. Finora conta 5 vittorie, ottenute tutte al Sibiu Tour in Romania, 3 vittorie di tappa e due volte la classifica generale.
«Mi aspetto di fare uno step in avanti, senza dubbio - ammette ancora Giovanni -. La squadra non mi ha mai fatto mancare nulla, anche quando la fortuna non girava come è successo lo scorso anno, soprattutto nella prima parte della stagione. Devo ritrovare consistenza, avere più giornate come quella che ho avuto l’altro giorno a Maiorca, stare davanti a lungo e poter essere determinante per la squadra nei finali di corsa».
La Bora-hansgrohe si è rinforzata molto in salita e nel reparto corse a tappe, con due importanti innesti come Primož Roglič e Daniel Martinez che si uniscono ai già presenti Jai Hindley, Aleksandr Vlasov, Sergio Higuita, Lennard Kämna e Emanuel Buchmann. «Se rischio di avere meno spazio? Io lo vedo più come un vantaggio… posso solo imparare da corridori e capitani come questi - ammette ancora il ragazzo nato a Mirandola -. Non sono in un gruppo per così dire “preimpostato”, a seconda della gara ci saranno squadre e capitani diversi. Io mi trovo bene con tutti, quindi non ci sono problemi da questo punto di vista. Roglič? È un bello stimolo per tutti vederlo lavorare, averlo lì a pochi metri, è un grande professionista e leader. Non ho avuto ancora modo di conoscerlo bene, perché ci siamo visti solo in due ritiri, ma l’occasione arriverà. Dopo la Valenciana farò Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, alle quali seguirà un periodo di altura importante per preparare Ardenne e Giro».
Aleotti ha già partecipato tre volte alla Corsa Rosa, mettendosi però sempre a disposizione dei compagni, compreso il 2022, quando ha accompagnato Hindley nel suo trionfo rosa. «Sono nella lista per il Giro d’Italia, ma per guadagnarmi la convocazione bisognerà stare bene e andare forte. Per la classifica generale ci saranno Daniel Martinez e Lennard Kämna e spero davvero di essere al loro fianco. Ecco, nella mia stagione ideale vorrei arrivare a stare veramente bene nel periodo che va dalle Ardenne al Giro».
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