Stefano Viezzi è come un raggio di sole per il ciclismo italiano, non solo nella specialità ciclocross. Il friulano di Majano riporta all’Italia la Coppa del Mondo juniores di ciclocross 18 anni dopo la vittoria di Davide Malacarne. Il presidente della Struttura Tecnica Fuoristrada, Massimo Ghirotto, mentre Viezzi trionfava nell’ultima prova di “Coppa” a Hoogerheide era impegnato ai Campionati italiani giovanili di ciclocross a Castello di Serravalle.
“La notizia della vittoria di Viezzi ci ha procurato una gioia immensa”, dice Ghirotto, ex corridore professionista, vincitore di 23 corse di eccellente spessore. Viezzi alla vigilia dell’ultima prova era secondo in classifica a 13 punti di distanza dal leader, il francese Aubin Sparfel. Grazie alla vittoria nell’ultima prova di Coppa e post sistemazione delle classifiche (l’Uci depenna i due peggiori piazzamenti ai concorrenti) Viezzi ha sopravanzato Sparfel di 10 punti. “Non era facile il sorpasso in classifica - continua Ghirotto - anche perché Sparfel è di una Nazionale forte e che faceva gioco di squadra. Stefano ha fatto una gara di vertice. Su quello che Viezzi potrà fare all’imminente Campionato del Mondo non mi esprimo. La gara iridata comporta tante situazioni di adrenalina, carica emotiva e altro. Se i presupposti sono le tre vittorie in prove di Coppa del Mondo più classifica finale chiaramente divento fiducioso e soprattutto faccio tanti complimenti a Pontoni per come ha gestito l’atleta”.
Non è solo il successo di Viezzi a galvanizzare il presidente della Struttura Tecnica Fuoristrada: “Ai Campionati italiani giovanili nella specialità team relay sono partite 33 squadre: l’anno scorso erano 24. Noi della Commissione Fuoristrada siamo contenti e lo sosteniamo con moderazione. Il successo numerico non è merito della nostra Commissione, bensì delle società che hanno recepito il valore di questa specialità fortemente aggregativa, dove vince la squadra e non il singolo. Una bella cosa che dà soddisfazione al club”.
Però Campionati italiani a parte, per il momento il team relay ha avuto svolgimento in poche altre manifestazioni. Esiste un progetto per inserire la specialità nelle manifestazioni internazionali in Italia?
“Abbiamo il dovere di sensibilizzare le società affinchè possano moltiplicarsi le competizioni di team relay-aggiunge Massimo -. Cercheremo di convincere gli organizzatori a inserire nel programma anche il team relay comprensibilmente con le possibilità. Non è facile col programma già intenso che hanno le manifestazioni ciclocrossistiche e le spese generali. Per lo svolgimento del team relay servirebbe una giornata in più di gara e tanti organizzatori per svariati motivi non sono in grado di supportarla economicamente. Vale anche per i team che in certi week end fra trasferta e fasi agonistiche dovrebbero impegnare 3 giorni anziché 2. Per dare la giusta visibilità al team relay e altri motivi legati alle esigenze degli atleti la giornata in più serve. La team relay va preparata bene anche dalle società che devono preparare 4 atleti adatti a percorrere alla massima velocità un solo giro a testa, e ci sono anche le ragazze”.
Ghirotto è contento dei risultati ottenuti da Sara Casasola nelle prove internazionali: “Sara ha ottenuto piazzamenti importanti nelle gare di Coppa del Mondo. Soffriamo in questo momento della mancanza di Silvia Persico che ha deciso di impostare il 2024 sulle Olimpiadi da stradista. La Persico nel fuoristrada ha ottenuto un terzo posto al Mondiale di ciclocross e un secondo a quello di gravel. Nell’economia di una Nazionale la Persico manca”.
In compenso le giovani crescono. “Federica Venturelli alterna magnificamente strada, fuoristrada e pista, e mi risulta che il ct Pontoni l’abbia convocata per il Campionato del Mondo di cross. E abbiamo anche Valentina Corvi in netta crescita. Ogni tanto i talenti femminili crescono pure da noi”. T
ra gli elite maschi la vita dell’Italia è più dura. “Van Der Poel, Van Aert e Pidcock sono dei fenomeni. Noi abbiamo Filippo Fontana come elemento di qualità ma svolgendo poca attività all’estero quando va disputare una prova di Coppa del Mondo, avendo ridotto numero di punti Uci, è costretto a partire nelle retrovie con buona parte della corsa già compromessa. La qualità del ragazzo c’è. Bertolini è un atleta d’esperienza e se è in giornata giusta può dare un bel contributo. Viezzi che somiglia a Di Tano può diventare crossista d’alto livello. Fisicamente Stefano assomiglia a Di Tano. Attendiamo Stefano, ha bisogno di tempo”.
Dopo i Mondiali di ciclocross a Tabor tutte le attenzioni fuoristrada si concentreranno sulla mountain bike. “Ci saranno delle variazioni nell’assegnazione dei punteggi top class per le categorie giovanili - annuncia Massimo - maggiormente somiglianti ai criteri dell’Uci. Non verrà preso in considerazione solo il cross country, aggiungeremo i punti ottenuti in svariate specialità grazie all’inserimento di eliminator e short-track che sono formative. Faremo in modo che gli atleti non debbano inseguire ad ogni costo il risultato, ma anche e soprattutto i miglioramenti tecnici”.
Tra le ragazze la punta dell’Italia nel cross country è la piemontese Martina Berta, senza dimenticare Chiara Teocchi, Giada Specia e altre. Tra i ragazzi c’è Luca Braidot in pole position, e forse dopo di lui Simone Avondetto, sofferente per mononucleosi nel 2023 ma voglioso di rifarsi. “Avondetto ha come direttore sportivo Trentin che recentemente mi ha garantito che ora la situazione è ok. Avondetto affronta la seconda stagione da elite e deve ottenere risultati per garantirsi le prime posizioni alle partenze delle principali gare internazionali. Con gli stop della stagione 2023 il suo punteggio è sceso. Simone è il futuro poiché nel 2022 è stato capace di vincere Campionato del Mondo, Campionato Europeo e titolo italiano under 23. Andranno sempre tenuti in considerazione Filippo Fontana, Nadir Colledani, Daniele Braidot, Juri Zanotti”.
Sia nel cross country mountain bike femminile che in quello maschile, a Parigi per bene che possa andare l’Italia potrà schierare 2 titolari. “Due uomini e due donne - ribadisce Ghirotto – solo se riusciremo ad entrare nel nucleo delle prime 7 nazioni ranking Uci. Tutte le altre nazioni avranno un uomo e una donna. Conosceremo la classifica a squadre definitiva a fine maggio”.
Il fuoristrada ha incrementato notevolmente i tesserati negli ultimi anni. “Il motivo è facilmente intuibile: non c’è il pericolo di essere investiti o di entrare in collisione con automezzi. Crescono anche enduro, gravel e bmx come numero tesserati e gare nel calendario”. Ghirotto manda un messaggio a Daniele Pontoni, ct del ciclocross, e a Mirko Celestino della mountain bike. “Lavorate in modo sereno, interagite con società e atleti, ascoltate le esigenze dei corridori. Al tempo stesso lavorate in perfetta sinergia allo staff delle Nazionali tenete la barra dritta con tutti”.