Sabato c’è Torino – Udinese e per Daniele Pontoni, 57 anni, commissario tecnico della Nazionale di ciclocross non può essere una sfida normale. Daniele abita a Variano di Basiliano, a pochi chilometri da Udine, ed è tifosissimo del Torino.
Pontoni, come si diventa tifosi granata pur abitando a 5 minuti d’auto dallo stadio dell’Udinese?
«E’ merito di mio papà, Angelo, tifoso granata - replica Daniele, da corridore Campione del Mondo di ciclocross nel 1992 e ’97 - che mi ha raccontato più volte la leggenda del grande Torino. Inoltre quando ero alle elementari l’Udinese giocava in Serie C per cui quasi tutti a Basiliano tifavano Inter, Juve o Milan. Diventò un motivo in più per scegliere il Toro: sono sempre stato un bastian contrario. Come tifoso ha debuttato allo stadio Menti nel Campionato 1974-75: Vicenza – Torino 1 – 0. Ero emozionatissimo, mio papà mi consolò per il risultato. Al Comunale di Torino ho esordito nel Campionato 75-76, quello dello scudetto, Torino-Bologna 3-1, tripletta di Pulici: ero felicissimo. Allora io giocavo portiere nella squadra del Basiliano, per cui “Giaguaro” Castellini era il mio idolo. Poi ho conosciuto anche Marchegiani e altri portieri. Ho gioito immensamente quando Marchegiani vinse col Toro la Coppa Italia nel giugno ’93. Purtroppo da allora il Toro non ha più conquistato trofei. Noi granata riusciamo a gradire anche le vittorie parziali con la speranza che in futuro si possa rivincere lo scudetto».
Qual è il suo pensiero in merito all’operato del presidente Urbano Cairo?
«Ha il merito di aver salvato il Torino intervenendo al momento opportuno. Qualche errore l’ha commesso, però quando necessita i soldi li spende, nei suoi limiti sta facendo cose buone. Nelle ultime settimane il Toro è andato bene: abbiamo Juric che sa ciò che deve fare. Chiedo a Cairo di invitarmi ufficialmente ad un match casalingo del Toro. Io vorrei portargli la maglia della Nazionale di ciclismo in cambio di quella del Toro 2023-24 con “Pontoni” e il numero 10 sulla schiena».
Come finirà Toro-Udinese?
«Il cuore dice con la vittoria del Toro. Sarà un match difficile, contro l’Udinese che è reduce da un mezzo passo falso e ora ha esigenza di ottenere dei punti. L’Udinese ha il centravanti Lucca forte e in grande crescita comunque il Toro vincerà. Mancano pochi giorni alla partita e avverto la simpatica tensione quando vado al bar di Basiliano a bere il caffè. Naturalmente i tifosi dell’Udinese mi sfottono ma io rimango fedele al Toro».
Oltre a Lucca, quale giocatore ruberebbe all’Udinese per portarlo a Cairo?
«Il portiere Silvestri: come minimo è tra i migliori della Serie A».
Vuole suggerire a Cairo e Vagnati altri acquisti per gennaio?
«Sono consapevole che fare la campagna acquisti da dirigente del Toro non è facile, in genere mi accontento sempre dei giocatori che lo staff acquista».
Ci parli dei provini che ha sostenuto invano per diventare calciatore professionista.
«Mi fecero allenare con Della Corna e gli altri portieri dell’Udinese di Serie A. L’allenatore dei portieri era Narciso Soldan, che giocò pure nel Toro. Poi ho sostenuto il provino nel Bologna, e col Toro non ho mai provato. La mia statura non è elevatissima e ciò mi ha penalizzato».
Prima da tifoso e aspirante calciatore si esaltava per Castellini. Tra i componenti dell’attuale roster granata chi preferisce?
«Soprattutto Buongiorno perché incarna quello che una volta era lo “spiritoToro” difficile da trovare tra i giocatori dell’era attuale. Buongiorno ha ricevuto offerte cospicue da società importanti, eppure ha scelto di rimanere al Toro. Mi fa piacere che l’ambiente del Toro abbia risvegliato Zapata, attaccante che stimo molto. Anche Sanabria e le altre punte mi piacciono».
Lei da corridore in un cross internazionale a Silvelle, vicino a Padova, ha doppiato Chiappucci, noto tifoso della Juve. Mentre lo doppiava gli ha detto “spostati juventino”?
«In corsa no. Però tante volte in hotel, anche alla vigilia dei Campionati del Mondo di cross, io e Claudio ci siamo spesso vivacemente punzecchiati per le preferenze calcistiche».
Lei ha vinto il Campionato del Mondo 1997 con arrivo nell’Olympiastadion di Monaco di Baviera dove all’epoca giocava il Bayern. Le è sembrato di segnare un gol?
«E’ stata l’emozione più grande della mia vita, vincere il secondo Mondiale davanti a tanti fuoriclasse. Sì, il boato di Munchen mi ha fatto sentire goleador. Spero che presto il Toro possa giocare a Monaco contro il Bayern. In Champions League».
da Tuttosport
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