È probabile che una pagina intera sulla Gazzetta dello Sport Paolo Simion non l’abbia mai avuta, ma oggi grazie a Davide Romani anche questo “traguardo” è stato tagliato ed è probabile che non sia nemmeno l’ultimo, se non il primo di una lunga serie, visto che ora ha il vento in poppa.
L’immagine è più che appropriata, visto che il rosso da mesi sta lavorando al progetto Coppa America con Luna Rossa. Un passato da ciclista professionista cresciuto alla corte della Zalf Euromobil Fior dei fratelli Lucchetta e di Egidio Fior. Poi un anno alla Mastromarco prima di approdare alla corte della famiglia Reverberi con la maglia della Bardiani CSF, poi alla Tianyoude Hotel e alla Giotti Victoria di Stefano Giuliani. Al Giro d’Italia il ragazzo di Castelfranco Veneto l’abbiamo anche rivisto nelle vesti di regolatore, ma ora è salpato per altri lidi, per altri obiettivi, forse anche più grandi.
«La mia prima volta in barca è stata con Luna Rossa – racconta a Romani il 31enne ragazzo Veneto che tra agosto e ottobre 2024 sarà impegnato nella 37° edizione della Coppa America come uno dei quattro cyclor -. Come prendere la patente automobilistica guidando una Ferrari». Racconta: «Ero senza squadra e ho mandato la mia candidatura dopo aver letto sulla “Gazzetta dello Sport” che Luna Rossa cercava ciclisti. Avevo già seguito le regate gli anni prima così ho provato. A novembre 2022 ho raggiunto Cagliari per altri test. A febbraio 2023 ho fatto una settimana di prova e da marzo sono entrato nel team».
Poi va sul tecnico: «Questo tipo di sforzo non assomiglia per niente al ciclismo su strada dove devi avere una gestione più lunga dello sforzo. Per quello ti alleni per avere una capacità per sprigionare intensità medie per un lungo tempo. Su Luna Rossa lo sforzo richiesto è tra i 25-30’ in base al vento che si trova. Una regata di Coppa America possiamo paragonarla all’Eliminazione della pista, una volata continua sempre in rimonta».
La potenza che siete chiamati a sprigionare sui pedali in barca? «In questo contesto l’idea di risparmiare watt non è contemplata. Più watt sviluppiamo e più velisti hanno energia per le manovre. Conta il valore assoluto non quello per chilo». E a tale proposito confida anche di aver fatto un grande salto in avanti nel peso… «Da quando sono arrivato a Cagliari ho preso 13 kg (ha lasciato il ciclismo che pesava 79 kg, ndr ). È incredibile. Per 15 anni sono stato attento anche ai cucchiaini di olio da usare ora invece quando vado a mangiarmi una pizza ne prendo almeno due». Alla domanda: ci sono altri corridori professionisti che potrebbero essere utili alla causa, Simion Risponde: «La discriminante è il peso. Il peso minimo richiesto è 90 kg quindi servono corridori che sono già oltre gli 80. Inoltre ci vuole un’attitudine da passista veloce. Quindi direi che i più indicati sono Ganna e Milan».
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