Porte girevoli italiane in casa Alpecin Deceuninck. Confermato Nicola Conci e "ceduto" Stefano Oldani alla Cofidis, il team belga ha promosso Luca Vergallito in prima squadra. A 26 anni il vincitore milanese della Zwift Academy corona al meglio la sua annata nel team Continental: «Sono felice ed emozionato di approdare in "prima squadra", era ciò che speravo quando vinsi l'Academy e penso di essermelo meritato - ci ha detto -. Mi hanno comunicato la notizia a inizio agosto: in quel momento avevo vinto il Giro dell'Alta Austria e la prima tappa del Province Tour in Belgio, dopo avrei vinto pure una tappa al Friuli. Non sono vittorie di grido, chiaro, ma con questa gavetta ho dimostrato che non è che vinci un contest sui rulli e ti regalano un contratto così.»
A proposito di rulli, il "Bandito" più famoso del ciclismo sta utilizzando quelli per tenersi in forma dopo la disavventura del 28 settembre: «Cadendo in discesa alla Coppa Agostoni mi sono rotto la clavicola sinistra, due giorni dopo mi ha operato a Brescia il dottor Flavio Terragnoli (primario di Ortopedia, noto chirurgo dei ciclisti ndr) e la prossima settimana dovrei ricevere il via libera per tornare in strada. In vista dell'approdo nel World Tour ho una sorta di timore positivo: inutile girarci attorno, il fatto che ti confronterai col più alto livello al mondo lo senti. Però ho avuto modo di elaborare e prendere consapevolezza con questo pensiero anche correndo delle gare aggregato al World Team, come il Giro di Lussemburgo: ho visto che gli atleti della massima categoria vanno sì fortissimo ma se sai tenerti nella giusta condizione puoi fare bene pure in mezzo a loro. Sto trasformando quindi ogni possibile paura in stimolo positivo a lavorare meglio.»
Celebrato anche sui social dalla fidanzata Chiara Doni, che all'ufficializzazione della notizia ieri ha celebrato il suo Luca con una foto di loro due che insieme partivano alla volta della Zwift Academy ("Tutto cominciò così...") Vergallito chiude la telefonata col consueto amore per l'analisi tecnica: «La squadra sarà incentrata soprattutto sulle grandi vittorie da un giorno, che siano tappe o classiche: si ruoterà intorno a Van der Poel, Philipsen, Groves e Kragh Andersen. Per quanto riguarda il blocco scalatori, diciamo così, non c'è il super leader e ciò potrebbe garantirmi gli spazi giusti quando ce ne sarà l'opportunità.»
Di contro, pure Kristian Sbaragli ha conosciuto il suo destino già due mesi fa. Il 33enne empolese ha disputato l'altroieri il Giro del Veneto e ci sarà dopodomani alla Veneto Classic: «Domenica correremo con la stessa formazione che ha affrontato il circuito del Monte Berico - spiega Kristian -. Pensavamo ci sarebbe stata più selezione, invece siamo arrivati in tanti all'esplosivo e durissimo sprint finale vinto da un ottimo Dorian Godon dell'Ag2r Citroen. Doveva fare Oldani la corsa per noi, ma in gara ci ha detto di non sentirsi al 100% e sono andato io, chiudendo quindicesimo. Il livello in queste gare è sempre molto alto ma noi siamo competitivi e puntiamo al massimo risultato. Per quanto riguarda la mia situazione per l'immediato futuro, quando in estate ho parlato con la squadra ci siamo resi conto che per i prossimi anni hanno obiettivi leggermente diversi e non è stato possibile trovare un accordo per rimanere. Mi sono trovato benissimo e manterrò ottimi rapporti, ma mi sono messo a cercare una nuova squadra. Ho diverse trattative aperte con differenti realtà: che sia World Tour o Professional, voglio trovare una sistemazione giusta per quello che sento essere ancora il mio livello. Se non dovessi riuscirci, prenderò tranquillamente le mie decisioni senza forzare o fare carte false per correre. Quando alla mia età non hai ancora un contratto all'indomani del Giro di Lombardia, devi tener conto pure quella piccola possibilità di dover dire basta: spero non sia così, in ogni caso sono soddisfatto dei miei undici anni di carriera, mi sono ritagliato il mio bel ruolo e portai pure a casa una tappa alla Vuelta quando ero in Qhubeka nel 2015. Di quattro anni di Alpecin Deceuninck conservo ricordi stupendi, come l'Amstel Gold Race nel 2021 che Van der Poel non potè fare ed ebbi io la responsabilità, e chiusi settimo a pochi secondi dal vincitore Van Aert; e la Milano-Sanremo di quest'anno, che tra le classiche monumento è la più difficile da conquistare anche se sei il più forte e VDP lì ha combinato qualcosa di unico.»
Oltre a Sbaragli, c'è un altro italiano del team che ad oggi è disoccupato. Si tratta di Jakub Mareczko, attualmente impegnato in Cina: alla nostra Giulia De Maio, inviata là al Guanxi Tour, il velocista ex Wilier ha confidato di star valutando anche lui diverse soluzioni. Nelle prossime settimane sapremo.
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