Remco Evenepoel, nelle ultime 24 ore dai Pirenei è passato direttamente alle montagne russe dell’inferno e quelle lacrime di dolore dopo il Tourmalet si sono trasformate in lacrime di liberazione dopo l’arrivo sul Larra Belangua.
Venerdì sera Remco aveva parlato con la moglie nell'albergo di Lourdes e dopo una cena veloce aveva lasciato la squadra scusandosi. Per lui ci sarebbe stata una notte insonne, perseguitato da quella sconfitta che in Belgio aveva fatto suonare le campane a morto, perché non bisogna dimenticare che Evenepoel è nato in un Paese dove il ciclismo è legge.
«A cena avevo detto ai ragazzi semplicemente: Scusate, scusate. E sono andato nella mia stanza, dove ho pianto molto. Avevo molti pensieri negativi e ho passato dei momenti molto difficili e non sapevo come dovevo andare avanti».
Remco il suo dolore lo ha confidato alla moglie e al tecnico della squadra Klaas Lodewyck, che hanno convinto il giovane a non lasciare la corsa e ad andare avanti per tutti quelli che avevano lavorato con lui.
«Ho parlato con mia moglie e poi con Klaas e mi hanno fatto passare il primo momento difficile, ma ho trascorso una notte terribile. Ho dormito per un'ora e poi mi sono svegliato, mi sono addormentato di nuovo e un'ora dopo ero sveglio. In più sono stato svegliato molto presto dal controllo antidoping. Poi ho dormito un po' sull'autobus». Remco ha pensato tutta la notte e ancora il giorno dopo a cosa è successo sull’Aubisque, ma non è riuscito a trovare una giustificazione a quella crisi che lo ha portato a tagliare il traguardo con 27 minuti di ritardo dal vincitore. «Non so davvero cosa sia successo sull'Aubisque, sudavo tantissimo e forse il mio corpo è andato in blocco, ma non ho una spiegazione. È difficile esprimere a parole quello che mi è successo all'Aubisque, ma il motivo lo cercheremo dopo la Vuelta».
Evenepoel nella quattordicesima tappa non doveva dimostrare niente a nessuno e nella sua squadra nessuno gli aveva chiesto di andare a caccia della vittoria. Tutto è nato dallo stesso corridore, che doveva dimostrare qualcosa a se stesso e ringraziare tutta la squadra per il lavoro fatto.
«Questa per me è una vittoria speciale. Qualche anno fa non avrei potuto affrontare montagne così difficili e questo dimostra che ho fatto grandi progressi. Nella mia testa pensavo solo a correre veloce e vincere». Remco aveva bisogno di ritrovare la forza per andare avanti e l’unico modo possibile per lui era quello di conquistare la tappa. Il belga lo ha fatto con forza e determinazione e adesso vuole arrivare a Madrid con la maglia di miglior scalatore e poi tornare in Italia per vincere il Giro di Lombardia.
«Quello che ho fatto è un po' tipico del mio carattere e adesso voglio vincere un'altra tappa e salire sul podio a Madrid con la maglia del più forte in montagna e questo mi sarà d’aiuto per il Giro di Lombardia. Mia moglie Oumi e Klaas sono stati fondamentali e se sono rimasto è stato tutto merito loro».