
Ogni anno arriva il 3 agosto e Treviso non vuole dimenticare Andrea Pinarello. E per Gloria, sua ex moglie, e per i Pinarello significa quello squarcio di dolore improvviso. Un marito, un fratello, un figlio che non c’è più. Strappato nel fiore dell’età e con tutta la vita davanti dal destino. A dodici anni da quel maledetto 3 agosto però l’amore e la gioia della testimonianza sembrano prevalere sulla disperazione. Gloria Piovesan abbraccia i suoi tre ragazzi. Giovanni, Matilde (giocatrice di volley, approdata in serie A con il Brescia) e Andrea, dodici anni esatti. «In loro rivedo molti tratti di lui: nello humour di Giovanni, nella forza di Matilde e nella dolcezza della mia piccolina, dolce come sapeva esserlo suo padre, senza mai volerlo dare a vedere».
Nato nel 1971, terzo figlio di Nani, dopo Carla e Fausto, Andrea sviluppa l’amore profondo per la bicicletta. Atleta e manager nella Granfondo Pinarello (che da quest’anno non si fa più, ndr) dà il meglio di sé. Era stato anche giocatore di rugby nelle giovanili del Benetton Rugby. E il suo cuore si ferma all’improvviso nel 2011 dopo la Tavagnacco-Staranzano, prima tappa del Giro del Friuli per cicloamatori.
Andrea Pinarello aveva concluso la gara regolarmente, sotto lo striscione posto davanti alla filiale della Banca di credito cooperativo, nelle vicinanze della nuova rotatoria. Nulla lasciava presagire quanto è, poi, accaduto. Ha perso per un attimo conoscenza e si è accasciato a terra. Si è subito ripreso e ai primi soccorritori - il personale sanitario di un’ambulanza e di un’automedica - sembra abbia anche rivolto un gesto con la mano, come a dire che la situazione era sotto controllo. Ma è stato un attimo. E’ di nuovo stramazzato a terra e questa volta non si è più rialzato.
Da quella volta è nata una Fondazione voluta dalla famiglia, per ricordare l’energia, il cuore grande di Andrea. «Al di là dell’imprenditore e dello sportivo ricordiamo l’uomo - ha sottolineato il sindaco di Treviso Mario Conte - una persona con grandi valori che ha saputo lasciare un ricordo indelebile».
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