Un volo da Parigi a Malpensa, con suo fratello Fran, per incontrare Franco Polti e tutta la famiglia. Il contatto è avvenuto questa mattina, attorno alle 10.30, quando Ivan Basso, il responsabile della Eolo Kometa, ha portato nella sede di Bulgarograsso (Como), il vincitore di due Tour, due Giri e tre Vuelta, accompagnato per l’occasione da Fran, il responsabile amministrativo della formazione, nonché fratello di Alberto.
Dopo il grande lavoro svolto da Ivan, che ha in pratica intercettato e chiuso l’accordo con Francesca Polti, amministratrice delegata dell’omonima azienda, nonché presidente del Gruppo, “il campeon” ha fatto conoscenza di Franco Polti, vecchia conoscenza del ciclismo, che dopo 23 anni torna in gruppo, dopo esserci stato dal 1994 al 2000 a fianco di un team manager di spessore e valore come Gian Luigi Stanga. «Non molto tempo fa mia figlia Francesca mi ha chiesto: “Papà, degli sport che hai sponsorizzato, dalla F1. (la Benetton di Michael Schumacher, ndr) al basket (Cantù, di Antonello Riva, ndr), per arrivare al ciclismo, quale ti è rimasto nel cuore?”. Io non ho esitato a risponderle: il ciclismo! È unico sotto l’aspetto umano, ma è altrettanto vero che è unico anche sotto l’aspetto del ritorno industriale. Insomma, per l’azienda Polti il ciclismo è stato davvero un affare. Poi le ho chiesto: perché me lo chiedi?... Lei non ha proferito verbo. Bene, settimana scorsa mi ha detto: “Ho raggiunto un accordo con Ivan Basso, papà, si torna nel ciclismo!».
È un fiume in piena Franco Polti, passionale, vulcanico e generoso come sempre, alla faccia di quei 79 anni che compirà il prossimo 3 novembre. Francesca e Stefano, i figli che in questi anni hanno rilanciato l’azienda, ascoltano soddisfatti i racconti del loro insuperabile papà, rispecchiandosi in quegli occhi fanciulli che brillano di gioia. «Ho lasciato un ciclismo di vertice ma anche molto complicato e difficile – ci racconta il patron -, lo ritrovo un po’ troppo vuoto. Mancano tanti amici, tante squadre, e credo che forse questo sia davvero il momento giusto per rientrare, per provare a fare qualcosa. So che c’è l’amico Bruno Reverberi, un leone, che in questi anni ha fatto cose bellissime. Ecco, ci vogliamo provare anche noi, con Ivan, un manager giovane e ambizioso, di cui ho sempre avuto una grande ammirazione».
Stefano, che in azienda cura da 17 anni la parte caffè dell’azienda e che oggi conta 180 dipendenti e sedi in Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Usa e Francia oltre ad una capillare rete distributiva e fattura qualcosa come 80 milioni di euro, ascolta divertito. «Il mio sport è sempre stata la vela, ho anche raccolto diverse soddisfazioni, ma il ciclismo è sempre stato di casa».
Francesca, che con Ivan Basso ha costruito tutto, si gode questo momento di grande progettualità. «È davvero nato tutto per caso, con un post che ho fatto su Linkedin e Ivan, dopo qualche giorno, ha risposto. Quello è stato l’inizio di tutto. In verità non avevo assolutamente in mente di rientrare nel ciclismo, ma una volta conosciuto Ivan, mi si è accesa la lampadina. Come sempre ci ho ragionato, ne ho discusso con Stefano, ne ho parlato con il CDA e i miei più stretti collaboratori, l’unico che non sapeva niente e niente doveva sapere era papà, e alla fine siamo partiti a razzo. È un progetto bello e stimolante, soprattutto ambizioso. Lo siamo sia io che Ivan e sono certa che faremo qualcosa di bello assieme».
Rapito dalla passione del patron e da tutta la famiglia Polti, compresa la signora Teresa, la moglie di Franco Polti che in tutta questa storia ha il suo ruolo tutt’altro che marginale, anche il fuoriclasse spagnolo Alberto Contador, Ambassador del team: «È una famiglia che conosce già il ciclismo e lo ama: assieme possiamo solo fare bene. Abbiamo il dovere di farlo, come in tutte le buone squadre che si rispettano. Promesse di vittoria? No, contano solo i risultati e quelli vanno solo ottenuti, mai dichiarati».