Precisazione di Francesco Pancani, telecronista Rai: «Passare la linea a Fabretti chiamandolo Alessandro De Stefano è stato un lapsus e non un rigurgito di nostalgia».
«La curva più pericolosa è a 8,2 chilometri dall’arrivo» (Davide Cassani, ex ct azzurro in forza alla Rai, dimostra di non aver perso il senso della misura).
I dirigenti della Intermarchè comunicano che i colori sbiaditi della maglia usata in questo Giro sono una scelta precisa e non il risultato di un candeggio non riuscito.
«Dopo un inverno senza neve e una primavera troppo secca, con l’inizio del Giro inizia la stagione delle piogge» (Davide Formolo, ciclista Uae, scopre che non ci sono più le mezze stagioni).
Svelata da Evenepoel una delle ragioni per cui ha scelto di lasciare la maglia dopo quattro giorni: «Non sopportavo che con le patatine al posto del ketchup mi servissero la salsa rosa».
I fautori della campagna Open to meraviglia segnalano che Lello Ferrara è solo il leader della squadra del Giro E e non rientra tra le bellezze artistiche del Paese.
Primi effetti delle polemiche sulle tappe noiose: dalle stive dei pullman della maggior parte dei team sono spariti i lettini, gli ombrelloni e la borsa delle creme solari.
Chiarito dagli organizzatori della Rcs il motivo del cerotto sul naso del direttore Vegni: si tratta di un piccolo incidente e non di un restauro che rientra nel bonus facciata.
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