Il ciclismo piace e forse qualche editore dovrebbe anche ricordarselo. Dovrebbe tenerne conto, che nel nostro Paese orfano di Nibali e non solo, l’interesse per il ciclismo non è mai venuto meno. Lo conferma una volta di più, viene dal Tour f the Alps appena conclusosi con il successo di Tao Geoghegan Hart e il predominio della Ineos. Lo confermano i buoni ascolti televisivi su Rai Sport (più di 200 mila spettatori medi, con punte di 800 mila solo sul canale tematico della tv di Stato) e quelli di Europort e tutta la rete televisiva internazionale. Ascolti buoni, fatti registrare durante la settimana dalle 14 alle 15.30. Per la rete di Stato è sempre stato il programma pomeridiano più visto (fonte Rai), escluso mercoledì che il TotA è stato superato dalla Freccia Vallone.
Il ciclismo piace e il presidente Giacomo Santini, il direttore generale Maurizio Evangelista sono i primi a esserne soddisfatti: se si investe e si mette a terra un prodotto di qualità, i risultati arrivano e in casa TotA i risultati è da anni anche arrivano. Non dico nulla di nuovo se sostengo che il ciclismo si conferma veicolo ideale per la promozione del territorio. Per la valorizzazione delle nostre ricchezze artistiche ed enogastronomiche: è un dato di fatto.
«Oggi il ciclismo è una piattaforma emozionale e di marketing unica nel suo genere – ha spiegato a L’Identità (il quotidiano diretto da Tommaso Cerno, ndr) l’avvocato Cesare Di Cintio, esperto legale in materia di diritti sportivi scelto dal presidente Cordiano Dagnoni come commissario della Lega del ciclismo professionistico (LCP) -. L’Italia ha storia, know-how e cultura ciclistica come pochi Paesi al mondo. Chi intende investire nel ciclismo “pro” non può considerare le tante gare (e non solo) che fanno parte di questo movimento. C’è da fare chiaramente un grande lavoro a livello di marketing per rendere l’esperienza della corsa non solo un momento di sport di straordinario valore, ma anche una opportunità di entertainment e di aggregazione sociale sui diversi territori. In alcune “corse monumento” poi si arriva a intercettare anche più di 40 mila persone appassionate di questo sport. Solo nel calcio o in alcune discipline indoor si raggiungono numeri importanti in termine di presenze, ma il contatto visivo con il campione o l’emozione quasi di poterlo sfiorare lungo il percorso o nella zona dell’arrivo è possibile solo nelle due ruote».
Con questi presupposti si muove il commissario della Lega Di Cintio, che ha da poco festeggiato il rilancio di una corsa che era sparita dal calendario come il Giro della città Metropolitana di Reggio Calabria. Sessantasei anni di storia, e che mancava all’appello da dodici anni. «In questo caso la Lega grazie all’appoggio della Federciclismo (guidata da due anni dal presidente Dagnoni - spiega sempre a L’Identità Di Cintio – e al sostegno economico dell’ente locale ha fatto ripartire una corsa storica dove hanno vinto, nel tempo, campioni del calibro di Coppi, Bartali e Baronchelli. In un momento successivo abbiamo individuato e assegnato, tramite bando, l’organizzazione dell’evento calabrese ad ExtraGiro. È un modello gestionale ed organizzativo che vogliano replicare anche in altri eventi ciclistici. L’idea, per il futuro, è una Lega che possa erogare servizi di qualità ai propri associati, a partire dal soggetto chiamato a produrre le gare (è notizia di poche settimane fa dello sbarco nel ciclismo di NVP, tra i più importanti producer di eventi sportivi live, ndr), senza dimenticare le sponsorizzazioni e i rapporti a livello istituzionale, sia in ambito nazionale che a carattere locale. In sintesi siamo pronti ad innovare per creare valore nel ciclismo professionistico».
Tra le novità in casa Lega, come si legge sempre su L’Identità, il primo accordo con WeArena, player industriale del settore eSports, con la quale la LCP intende sviluppare un progetto dedicato proprio al mondo del ciclismo e che potrebbe vedere la luce in occasione del “Trittico Lombardo” con un entertainment virtuale per i tifosi presenti a Tre Valli, Agostoni e Bernocchi.
C’è tanto da fare e le idee non mancano. Non è chiaramente facile, perché gli organizzatori non sono tutti uniti e alcuni sono parecchio scettici. C’è bisogno di una iniezione di fiducia e, come sempre accade, alle parole devono seguire i fatti. Tra i più titubanti Moreno Argentin e Filippo Pozzato, che restano alla finestra, anche perché hanno accordi con altri player.
Forse il problema originale sta proprio qui: la Federazione prima di chiudere un accordo con Rcs Sport per il Giro Under’23 e quello Donne, era in dirittura d’arrivo con Infront, che garantiva in pratica tutto, l’organizzazione delle due corse compresa la produzione e la distribuzione di tutte le gare nazionali professionistiche non targate “Gazzetta”. Con la cessione dal 2024 del Giro donne a Rcs Sport, Infront ha fatto un passo indietro e ora spetta a Di Cintio il delicato compito di ricompattare tutti gli organizzatori, per fare sistema, cercando di creare un bouquet di corse appetibile al mercato. È vero, ora c’è NVP, ma alcuni organizzatori hanno accordi in essere con altri player. Hanno altre esigenze, che devono convergere e coincidere con quelle della Lega che verrà (con la Rai è stato raggiunto un accordo per la vendita dei diritti internazionali). Non sarà facile, ma non è impossibile.
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