Battaglin cerca squadra. Suona strano ma è così. Il contratto biennale con la Bardiani Csf Faizanè scade il 31 dicembre e il team dei Reverberi, lo stesso con cui ha debuttato nel professionismo, ha deciso di non rinnovare la fiducia al corridore di Colceresa. Le tre tappe del Giro d'Italia che brillano nel suo palmarés non sono ritenute una dote sufficiente a fronte della carenza di risultati che ha segnato le ultime stagioni. Si aspettavano che rinverdisse i suoi allori ma non ci è riuscito.
Un male relativo se Enrico Battaglin disponesse di un'alternativa, che però al momento non c'è.
«In base a quanto ci eravamo detti a fine estate io mi sentivo tranquillo, ero convinto che la Bardiani mi avrebbe confermato nell'organico del 2023 - afferma Battaglin, da undici anni nel ciclismo professionistico -. Quest'anno ho avuto qualche problema all'inizio, ma nella parte centrale della stagione credo di essere andato bene, l'ho dimostrato all'Adriatica Ionica Race e al Tour of Britain. Nelle ultime corse del calendario, dopo aver saputo non ero stato confermato, ero piuttosto demoralizzato. E' vero che non sono riuscito a vincere, ma dovrebbe essermi riconosciuto il lavoro che ho svolto per favorire i risultati dei miei compagni e per dare una mano soprattutto ai giovani».
Enrico Battaglin non vuole smettere così. Sta cercando una nuova maglia ma tutte le porte sono chiuse, e di tempo ne resta poco.
«A fine stagione gli organici sono completi, trovare una nuova sistemazione adesso è molto difficile - prosegue il corridore -. Vorrei correre almeno un altro anno, possibilmente due. Fisicamente mi sento bene, credo di avere ancora qualcosa da dire. Spero che una squadra Professional mi dia la possibilità di dimostrarlo. Sto bussando a molte porte, se non riuscirò ad accassarmi pazienza, non sarà il finale di carriera che immaginavo ma non mi dispererò».
Enrico Battaglin è arrivato al professionismo nel 2012 dopo aver fatto faville da Under nella Zalf di Gianni Faresin. Quando si è affacciato alla serie A del ciclismo si è gridato al fenomeno: il 6 ottobre del 2011, da stagista, vinse la Coppa Sabatini mettendo alle corde Davide Rebellin, David Moreno, Giovanni Visconti e Simon Gerrans. A dargli il pass per il professionismo è stato Bruno Reverberi, il manager dell'allora Colnago Csf Bardiani, oggi Bardiani Csf Faizanè. Un anno di adattamento, poi l'exploit: nella quarta tappa del Giro d'Italia del 2013, a Serra San Bruno, Battaglin sprinta di potenza in salita e toglie tutti di ruota. Qualche giorno dopo sarà secondo a Pescara dietro a Hansen. Dovrà abbandonare quel Giro in ambulanza, dopo una caduta alla 14^ tappa.
Il Giro d'Italia è la sua corsa: l'anno dopo Battaglin torna a colpire a Oropa, un traguardo legato ad un'epica vittoria di Marco Pantani. Il vicentino, in fuga con altri 20, nel finale rimonta Cataldo e lo brucia al traguardo di fronte al santuario. In quell'edizione sale sul podio anche a Savona, terzo.
Nel 2016 il World Tour stende un tappeto rosso a Battaglin, che entra nella LottoNL-Jumbo, una corazzata in cui troneggiano Roglic, Kruijswijk, Groenewegen. Qualche buon piazzamento, tanto lavoro di vassallaggio per i capitani e nel 2018 ecco la terza zampata al Giro d'Italia: si arriva nel Belice e sulla rampa di Santa Ninfa si rivede il Battaglin dei bei tempi, impossibile tenergli testa per Visconti e Goncalves.
Sarà l'ultimo acuto del molvenese. Nel 2019 migra alla Katusha Alpecin, l'anno dopo alla Bahrain McLaren, poi torna nella categoria Professional con una biennale alla Bardiani.
Mancano poche settimane per sapere se si tratta del capolinea o se le ruote continueranno a girare.
da Il Giornale di Vicenza