Oggi in Svizzera ha vinto il ciclismo ha vinto. E lo ha fatto con le cicliste afgane che, arrivate da Germania, Canada, Albania Svizzera e Italia, hanno partecipato ai Campionati Nazionali di Ciclismo Femminili Afghani. Esistono Paesi dove le donne non hanno praticamente diritti e l’UCI ha deciso di dar voce a tutte le cicliste che, scappate dall’Afghanistan, hanno corso oggi nel nome della libertà.
La vittoria è andata a Fariba Hashimi, seguita dalla sorella maggiore Yulduz Hashimi e da Zahara Rezayee, tre ragazze arrivate in Italia ad agosto del 2021 e che in sella sono risalite un anno fa con l’aiuto del team Valcar Travel&Service, che le ha tesserate.
Al via c’era anche Masomah Alizada, la prima atleta afghana ad aver partecipato alle Olimpiadi e che ai Giochi di Tokyo ha gareggiato con la bandiera dei rifugiati del CIO. Masomah nel 2017 era scappata in Francia e nel 2018 era tornata a correre in bici: dopo essere stata notata ad una granfondo, le venne offerta la possibilità di andare al Centro dell’UCI, che si trova ad Aigle in Svizzera. Masomah Alizada è diventata una professionista, ma oggi la sua corsa è stata decisamente diversa. La ragazza di Kabul ha preferito rimanere nel gruppo e correre al fianco delle sue compagne, alcune delle quali su una bici sono risalite da pochi giorni.
Masomah ha parlato del dramma che vivono le donne afghane e di come una corsa possa diventare il mezzo per lanciare un messaggio importante a tutto il mondo. Parlando ai giornalisti, Masomah ha chiesto di non dimenticare le donne afghane, che ogni giorno scendono in strada per difendere i propri diritti. Toccanti sono state anche le parole di Marion Rousse, presidente del Tour de France femminile ha spiegato come il suo lavoro di giornalista e di donna nel mondo del ciclismo non sia importante se paragonato al calvario delle cicliste afghane e nei momenti precedenti la corsa è andata tra le ragazze per supportarle e incoraggiarle.
Sono state 49 (molte le atlete che non hanno potuto esserci per vari problemi di visto e situazioni contingenti) le ragazze al via della corsa e, nonostante le cadute e il dolore alle gambe, per tutte quella di oggi è stata un’esperienza che non dimenticheranno. I momenti di commozione sono stati tanti, perché ragazze che non si vedevano da agosto del 2021 ad Aigle finalmente si sono riabbracciate. E’ stato il caso, per esempio, di due sorelle: Najla, che ha trovato rifugio in Canada, e Karima, che invece è arrivata in Abruzzo, che dopo più di un anno di lontananza si sono ritrovate. Fondamentale è stato il lavoro di Sylvan Adams con IsraAid che hanno portato in salvo centinaia di afgani attraverso 5 missioni umanitarie diverse. Sylvan Adams il prossimo anno varerà anche con un team femminile, la Israel-Premier Tech Roland, e al termine della gara ha voluto offrire un contratto alle prime due cicliste afghane che hanno corso oggi.
David Lappartient, presidente dell’UCI, ha voluto ricordare che nel mondo per le donne c’è ancora tanta sofferenza e che lo sport deve essere in prima fila affinchè non ci siano differenze tra i sessi, il colore della pelle o il credo religioso.
Questa sera calerà il sipario sui Campionati di Ciclismo Afghani ma non smetteranno le attività in supporto alle atlete che da tutto il mondo continuano a ricevere un sostegno importante.