Un video di pochi secondi, postato da una delle due protagoniste, potrebbe aiutare nella ricostruzione di quanto accaduto nella notte dei misteri al nono piano del Novotel alle porte di Brighton-le-Sand. Il video è stato girato dalle due ragazzine che si divertivano a bussare alla porta di Mathieu Van der Poel che poi, seminudo, è uscito dalla sua stanza per inseguire le ragazzine fino alla loro stanza.
Il video è confuso e si interrompe bruscamente ma i colleghi del quotidiano olandese AD scrivono di essere venuti in possesso di altri due brevi filmati nei quali si vede e si sente Van der Poel discutere animatamente con una donna, forse la madre di una delle ragazze, e spiegare di essere alla vigilia di una corsa importante e che le ragazze si divertivano a bussare alla sua porta, impedendogli di dormire.
Quando la donna gli spiega che non poteva entrare nella stanza delle ragazze, il corridore olandese ribatte che loro non avevano il diritto di bussare per ore alla porta della sua stanza.
Le ragazze accusano il corridore di averle spinte, lui nega e chiede lui stesso che venga chiamata la polizia. Quando gli rispondono che è già stato fatto non si dimostra affatto preocupato.
Questi i contorni della vicenda che si snodano nella clamorosa approssimazione della gestione della trasferta della nazionale olandese, denunciata a chiare lettere da Wielerflits: corridori juniores, quindi in alcuni casi anche minorenni, che si sono trovati all'aeroporto senza accompagnatori, altri arrivati sul percorso per allenarsi per scoprire poi che le biciclette non sarebbero arrivate, le ragazze juniores in corsa senza ct (perché non aveva tempo) e seguite nella prova mondiale da un ex dipendente della federazione che vive in Australia, il capo delegazione che scopre del "caso Van der Poel" solo al mattino dopo che il corridore è stato accompagnato in commissariato dal manager della sua squadra di club, Cristophe Roodhoft, che alloggiava in un altro albergo... Può bastare?