Il problema del bravo presidente, di qualunque presidente, è sempre lo stesso: ritrovarsi tra i piedi dei funzionari impediti.
Per questo, dopo aver letto la ricostruzione dell'apposito comunicato stampa ufficiale, come minimo dobbiamo tutta la nostra solidarietà umana a Cordiano Dagnoni, povera gioia, finito senza colpa e senza macchia nel mezzo di un tifone che l'ha centrifugato come uno straccio da pavimenti, e ora sappiamo perchè: un cretino fatto e finito ha inserito in un verbale una questione che nemmeno esisteva. Come nei gialli più intricati, anche stavolta il colpevole è il maggiordomo. Dannazione, perchè non averlo intuito subito. D'altra parte, questi diabolici funzionari sono capaci di tutto, anche di inventarsi realtà finte e mondi paralleli. Se a noi sembra inconcepibile e insopportabile, proviamo a metterci nei panni di un presidente: dev'essere una vera tragedia. Lui solo messo in croce, su pubblica piazza, per le colpe di un asino. Sono o non sono disgrazie?
Se non altro, il tempo è galantuomo e tutto alla fine si è chiarito. La Reiwa, società irlandese che si pensava dovesse pagare le provvigioni ai salumieri intermediari, chi l'ha mai vista e sentita. I 106mila euro di provvigioni da versare agli intermediari che portano sponsor in Federazione sono solo una diceria malevola, perchè qui nessuno ha pagato niente a nessuno e men che meno verrà pagato, d'altra parte sono salumieri, hanno la loro brava attività avviata, cosa diavolo pretendono. Quanto poi ai manager del team Dagnoni che portano a loro volta sponsor, tonti noi a pensare lo debbano fare gratis, essendo già pagati per il loro incarico istituzionale: non è così, non esiste conflitto d'interessi, se portano soldi una parte va riconosciuta anche a loro, benchè siano dipendenti federali.
Magari non è tutto chiarissimo, perchè l'intera vicenda si presenta torbida, contorta, nebbiosa, cervellotica. Per seguirla bene, bisogna essere un po' burocrati, un po' legulei, un po' azzeccagarbugli. Bisogna sguazzare tra verbali e comma, bisogna studiarsi regolamenti e circolari, anche perchè se queste faccende fossero chiare e semplici, limpide e trasparenti, sarebbero alla portata di tutti e allora come fa poi il funzionario impiastro a mettere in piedi i suoi pollai.
Però adesso tutto è chiaro. Mettiamoci una pietra sopra e come dice il presidente torniamo a festeggiare il container di medaglie che questa illuminata gestione ha saputo regalarci. Lì in federazione, se non fosse chiaro, lavorano tutti alacremente, h24, pancia a terra, per i valori azzurri e per la nostra passione. Soprattutto, lavorano disinteressatamente, come questa maledetta faccenda ha ampiamente dimostrato. Mettiamoci tranquilli e tiriamo un sospiro di sollievo, dopo i sospetti e i dubbi angosciosi di questa rovente estate: abbiamo la migliore delle federazioni possibili. Tutto davvero sarebbe un incanto, se solo non esistessero questi stupidi funzionari, capaci di inventarsi i più inverosimili verbali. Ma almeno vediamo di distinguere: un conto è uno scandalo che coinvolge l'intero vertice, un altro è la svista di un impiegato marginale e impiastro. Vogliamo capirla questa differenza?
Via, basta chiacchiere, torniamo sereni a parlare di corse e di medaglie. Luci spente e l'ultimo chiuda la porta. Quei 106mila euro rimasti sul tavolo? Quali 106mila euro, qualcuno ha mai parlato di 106mila euro?