Il sogno si è avverato per Jonas Vingegaard e ieri è diventato il settimo ciclista danese a indossare con la maglia gialla del Tour de France. Per la prima volta dopo 15 anni un danese torna a indossare la maglia gialla del Tour de France, uno dei simboli più prestigiosi del ciclismo.
«È un sogno che si avverato. È semplicemente fantastico, quasi difficile da credere. Quando mi sono svegliato ieri mattina, il piano era di puntare alla vittoria di tappa e alla maglia gialla, ma posso dire che era già fantastica l’idea di tentare, poi è arrivata la vittoria ed è difficile crederci».
Jonas Vingegaard il ciclismo lo ama da sempre e quando lavorava si alzava quando ancora era notte per raggiungere il mercato del pesce e poi allenarsi nel pomeriggio, perché voleva dimostrare a tutti che lui poteva fare grandi cose in sella ad una bici.
Lo scorso anno Jonas era partito per fare il gregario e dopo il ritiro di Roglic si era trovato a vestire i gradi di capitano. Arrivò secondo e, una volta sceso dal podio, ringraziò tutti, dicendo che sarebbe andato in vacanza con la famiglia. Quest’anno si è meritato un ruolo da protagonista in squadra e i suoi occhi brillavano per l’emozione quando a Copenaghen, ai giardini Tivoli per la presentazione delle squadre, tutta la Danimarca gridava il suo nome. Quel giorno Vingegaard disse che avrebbe lottato in ogni tappa, per cercare di conquistare la maglia gialla. Ieri il venticinquenne della Jumbo-Visma ha mantenuto la promessa e ha fatto suo il simbolo della corsa.
«Prima di tutto è arrivata la vittoria di tappa e poi ho conquistato la maglia gialla e adesso nessuno potrà togliermela». Jonas Vingegaard ha vinto grazie alla sua forza e al suo coraggio e aiutato da una squadra, che in questo Tour sta dimostrando di essere la più forte. Vingegaard ogni giorno difenderà la sua maglia gialla e sa perfettamente che già oggi ci sarà battaglia con Pogacar, che vuole conquistare il suo terzo Tour de France.
«Lo so che Tadej mi sfiderà ogni giorno ma io non mi lascerò intimorire. Tadej è un combattente e sicuramente mi attaccherà. Dobbiamo solo fare del nostro meglio e vedere se riusciremo a mantenere questa maglia gialla. Vingegaard ha vinto da solo sulla cima della montagna gigante che misura 2413 metri, attaccando poco meno di cinque chilometri dalla fine. E’ stato un fulmine che ha colpito con grande forza Tadej Pogacar, senza dargli la possibilità di reagire. «È molto difficile per me esprimere a parole quello che ho provato. Non ho capito fino al Granon come stava Pogacar, perché sul Galibier è andato molto forte. Sull'ultima salita ho pensato: se non ci provo non potrò vincere. Ovviamente un secondo posto nella classifica finale è un bel risultato, ma l’ho già provato l'anno scorso. Naturalmente l’obiettivo adesso è di non perdere più la maglia gialla e di portarla fino a Parigi».
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