Senza dar nell'occhio, qualche giorno fa uno straniero si è aggirato fra l'Emilia Romagna e la Toscana, fra Bologna e Firenze, e anche un po' più in là. Era un emissario del Tour, venuto a studiare i possibili finali di tappa di quello che nel 2024 potrebbe rivelarsi un evento storico, la prima partenza dall'Italia della corsa gialla: a quanto pare, più vicina di quanto si possa immaginare.
Segnali di Tour, che invitano all'ottimismo: se i vertici della società organizzatrice spediscono un loro uomo a fare i sopralluoghi, significa che le chances di avere nella nostra terra il più importante appuntamento ciclistico al mondo sono in forte aumento. In sintesi: la candidatura italiana sarebbe davanti alle altre. Bocche cucite in Regione, anche per scaramanzia: fino all'autunno, Christian Prudhomme, che dirige la macchina organizzativa e più volte si è incontrato con gli amministratori locali, definendo il piano in ogni dettaglio (allo staff dell'Aso spetterebbe l'allestimento completo dell'evento), non ufficializzerà le sue scelte. Ma la fiducia nel buon esito dell'operazione è in crescita.
Tour in Italia significherebbe avere la corsa gialla fra l'ultimo weekend di giugno e l'inizio di luglio 2024: la data verrà inserita in calendario il prossimo anno, ma l'esigenza è quella di chiudere le tre settimane sulle strade gialle il 21 luglio, per poi lasciare spazio ai Giochi olimpici di Parigi che si aprono il venerdì successivo, 26 luglio. Significherebbe anche avere tre tappe in linea, prima di proseguire col percorso in Francia: la prima da Bologna raggiungerà Firenze, che ha sposato il progetto del governatore Bonaccini per onorare Gino Bartali, delle altre due frazioni quasi certamente una toccherà la Romagna. Nel programma potrebbe essere inserita anche la piemontese Pinerolo, la porta per consentire alla corsa di rientrare in patria.
Il Tour in Emilia-Romagna: dall'aria che si respira, l'idea meravigliosa di Bonaccini e del suo staff, nel quale ha un ruolo primario l'ex ct Davide Cassani, da sogno starebbe per trasformarsi in realtà. Con un investimento importante, non superiore ai dieci milioni: qualsiasi sia la cifra, è dimostrato che la corsa francese ne moltiplica il valore quattro volte sotto vari aspetti, a cominciare dalla promozione turistica. Non è un caso che a contendere la partenza della corsa all'Italia ci sia di nuovo l'Olanda, che in questo millennio ha già dato il via alle edizioni 2010 a Rotterdam e 2015 a Utrecht: l'obiettivo sarebbe festeggiare i 70 anni della prima partenza del Tour dall'estero, avvenuta a Amsterdam nel 1954. Dagli indizi che arrivano, però, in vantaggio per il 2024 ci sono Bologna e la prima volta dell'Italia.
da Il Resto del Carlino - La Nazione