Come purtroppo spesso accade, sui social si è scatenata una crociata contro Jeremy Cabot. Travisate completamente le parole di Bardet - forse non lette, forse qualcuno si è fermato ai nomi dei corridori senza andare oltre - è arrivata una pioggia di insulti nei confronti del corridore della TotalEnergies - che tra l’altro ha riportato la frattura di una clavicola -, che è stato costretto a mettersi al computer e a scrivere a sua volta.
«Oltre al dolore fisico, leggo oggi dei commenti che quando va bene sono infelici, quando va peggio sono falsi. Sono stato io il primo a cadere nell’ormai famoso episodio della Liegi. Un corridore che forza il passaggio arrivando dietro di me mentre ero sul ciglio destro della strada, come mostra il video, a ruota dei corridori della Bora, non c’era lo spazio per tutti e due, la mia ruota che tocca quella del corridore davanti, non c’è tempo per frenare… E il caos, in una frazione di secondo.
Io non sono mai stato un corridore sconsiderato o incosciente. I miei compagni, la mia squadra e tutti i miei parenti sanno bene quanto tempo io passo in fondo al gruppo per evitare i pericoli. Non sono mai stato una testa calda, non sono mai l’ultimo a frenare. MAI
E sono ancora più responsabile da quando sono diventato padre due anni fa. Ho sempre rispettato i miei colleghi del gruppo, la mia famiglia, la mia salute. SEMPRE.
Per favore, smettetela con false interpretazioni, basta con la loro diffusione. Io sono affranto per tutti i corridori che sono caduti. Io penso a Elie e Julian (Gesbert e Alaphilippe, ndr). Onore a Romain per il suo gesto nei confronti di Julian. Invio le forze che mi restano come augurio a tutti coloro che, come me, devono affrontare ora un periodo di convalescenza. Abbiate cura di voi».