La sospensione della Gazprom Rusvelo da parte dell’UCI continua a far discutere: come sappiamo il ProTeam è stato estromesso dalla famiglia ciclistica in conseguenza della guerra che la Russia ha scatenato nei confronti dell’Ucraina.
Il general manager Renat Khamidulin si era concesso alcune settimane per cercare di trovare una soluzione ma il 27 marzo è stato costretto ad arrendersi, imputando all’Uci di non aver accettato alcuna delle soluzioni che erano state proposte per salvare la stagione e garantire il proseguire dell’attività per tutti i corridori e lo staff del team.
La lettera aperta di Marco Canola che abbiamo pubblicato ieri ha risollevato il velo su questo problema di estrema gravità che coinvolge ben 52 persone e le loro famiglie.
Da quanto risulta a tuttobiciweb anche il CPA, ovvero l’ente di tutela dei corridori, e la AIGCP, ovvero l’associazione delle squadre professonistiche, si sono mosse nei confronti dell’UCI.
La proposta presentata da CPA e AIGCP al massimo organismo mondiale sarebbe la seguente: adozione di regole eccezionali per affrontare una soluzione eccezionale e non trattare una situazione eccezionale con le regole tradizionali.
In concreto, al di là della cacofonia della frase, da una parte la richiesta di permettere alla ex Gazprom di continuare a correre - perché solo così di può favorire l’interesse da parte di nuovi sponsor - pur priva dei fondi degli sponsor russi, magari a fronte di una riduzione degli stipendi concordata con corridori e personale.
La seconda richiesta, riguarda la concessione della possibilità per il 2022 ai team WorldTour che sono già a pieno organico - 31 corridori tesserati - di dar spazio ad un corridore in più per poter ingaggiare un atleta della ex Gazprom ed offrigli la possibilità di continuare a fare il suo lavoro.
La palla ora passa all’UCI e al suo presidente David Lappartient.