Cala il sipario. Fine delle trasmissioni, per ora, per il momento, in attesa di pareri importanti, in attesa di una presa di posizione da parte del TAS (Tribunale Arbitrale internazionale dello Sport, organismo giudiziario con sede a Losanna, in Svizzera), al quale la RusVelo di Renat Khamidulin si è rivolta.
Signori si chiude, per adesso, per il momento, con la morte nel cuore. «Capisco e capiamo tutto – dice a tuttobiciweb il team manager della Gazprom RusVelo Khamidulin -. Il momento è drammatico, ma non è giusto che a pagare siano ragazzi, neanche russi, che da oggi non sono più corridori, che da oggi non percepiranno più niente perché l’Uci ci ha bloccato tutto. Mi chiedo: questo è il modo di tutelare i corridori e lo staff? Intanto, però, in altri team i corridori russi corrono. È una cosa che io non posso accettare e tollerare, anche se non perdo la speranza, anche se confido nella giustizia e nella presa di posizione da parte del Tas, organismo super partes al quale spetta un’importante presa di posizione, anche se rimaniamo comunque aperti a qualsiasi tipo di dialogo con l’Uci, sempre che loro lo vogliano».