La festa oggi a Fermo è stata tutta per il francese Warren Barguil (Arkéa-Samsic) che, alla sua prima partecipazione alla Tirreno-Adriatico, ha tagliato per primo il traguardo della quinta tappa. «Non sono uno che vince spesso – ha detto con sorriso sincero il francese – ma ero stanco di lottare per l’ottavo o nono posto, quindi ho cambiato un po' il mio registro. In una gara come questa, che poteva adattarsi a me, ho deciso di andare dritto e puntare alla vittoria di tappa».
Barguil faceva parte della fuga iniziale ed ha poi resistito agli inseguitori negli ultimi chilometri, prima di alzare le braccia: questa è la sua prima vittoria in gara dal giugno del 2019, un lungo periodo di digiuno, ripagato con un successo ben costruito.
«La Tirreno-Adriatico è diversa dalla Parigi-Nizza. C'è meno vento e meno stress ma non c'è troppo tempo per rilassarsi perchè il percorso è molto duro. E' la prima volta che la faccio ed è una corsa che mi piace. Avrei voluto partecipare al Giro quest'anno ma non sarà possibile», confessa.
Barguil non prenderà parte alla corsa rosa, perché la sua Arkea-Samsic ha deciso di rifiutare l'opportunità che le concedeva il regolamento per concentrarsi di più su Tour e Vuelta. «Il mio obiettivo è di vincere una tappa anche alla Corsa Rosa e sicuramente verrò l'anno prossimo. Il ciclismo è molto duro, ci alleniamo sempre ma ci sono anche gli avversari e vincere non è mai semplice».
Il trentenne francese ha un carattere particolare, silenzioso e attento, ma corre sempre con la voglia di andare all’attacco e questa sua filosofia non può portare sempre ad una vittoria. Oggi invece il suo attacco nel finale ha funzionato ed è riuscito a superare tutti i suoi avversari. «Non sono uno di quei corridori che vincono spesso. È vero che con corse come questa ci sono meno possibilità che le fughe vadano fino in fondo. Posso dire però di essere uno più determinato ad andare in fuga che a giocarsi un posto nella classifica generale di una gara».
Barguil ha già vinto tappe nei grandi giri, sia al Tour de France che alla Vuelta, ma è convinto che vincere attaccando venga meglio nelle corse di un giorno. «Mi sono concentrato per diverse stagioni sulle gare di un giorno e mi sono detto che oggi era una gara di un giorno. Mi rende felice questa vittoria, soprattutto con il livello che c’è adesso in gruppo. Sono stato spesso criticato per il livello che avrei potuto raggiungere e i risultati che avrei potuto ottenere e questo è accaduto anche quando non correvo. La gente si aspetta sempre molto da me, ma sono felice oggi perché ho corso bene in bici, le sensazioni erano buone già dalla mattina e il mio coraggio è stato premiato».
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