Era stato gregario di Gimondi e massaggiatore di Merckx: Antonio "Paolo" Albonetti ci ha lasciato all'età di 79 anni. Ribattezzato da tutti Paolo dopo la prematura scomparsa del padre, avvenuta quando lui aveva solo 19 anni, Albonetti era nato a Faenza il 28 marzo 1942 e si era avvicinato al ciclismo proprio grazie alla passione di suo padre Paolo. Prima maglia quella dell'Unione Ciclistica "Silvio Corbari", poi la fusionecon la sezione Ciclismo del Club Atletico Faenza e la nascita della Società Ciclistica Faentina, dove Paolo Albonetti ebbe come direttore tecnico Vito Ortelli e dove trovò il suo "secondo padre" Medardo Ballardini, vice presidente del sodalizio faentino, come lui stesso racconta nel libro sulla sua vita e carriera sportiva (Elio Pezzi, Paolo, il Buono. La storia di Antonio Albonetti, il ciclista faentino che ha corso in squadra con Adorni, Gimondi, Ritter, Taccone (Homeless Book, Faenza, 2012).
Ottimo esordiente, grande allievo, soprattutto nel secondo anno (vinse 14 delle 28 corse a cui partecipò, 9 delle quali consecutive), Paolo Albonetti è stato uno dei più forti dilettanti italiani (25 vittorie), indossando più volte la maglia azzurra, con cui ottenne belle vittorie (la più importante delle quali è stata la Corsa della Pace Praga-Varsavia-Berlino nel 1966, nella foto). Nel 1964 doveva andare alle Olimpiadi di Tokyo insieme a Felice Gimondi, che sempre nel '64 Albonetti aveva aiutato a vincere il Tour de l'Avenir, la corsa a tappe per dilettanti più importate del mondo; per ragioni politiche fu invece lasciato a casa, però Gimondi non lo dimenticò, al punto che al ritorno dal Giappone gli regalò i gemelli e la spilla olimpica, e soprattutto restò suo amico per tutta la vita. I due sono stati insieme anche da professionisti alla Salvarani, nel secondo dei tre anni che Albonetti corse tra i prof: Paolo iniziò il 22 ottobre 1966 con la Salamini Luxor diretta da Ercole Baldini, dove restò per tutto il '67 quale gregario di Vittorio Adorni; nel '68 passò appunto alla Salvarani, al servizio non soltanto di Gimondi e Altig. Nel '69 Albonetti passò alla Germanvox Wega, i cui capitani erano il danese Ole Ritter e l'abruzzese Vito Taccone. Quell'anno Paolo fu più volte colpito da attacchi di asma cardiaca e così a fine stagione fu costretto a ritirarsi, restando comunque nell'ambiente ciclistico, dove diventò massaggiatore a tempo pieno al seguito di diverse squadre professionistiche, tra le quali la Molteni del famoso Eddy Merckx.
Albonetti si è diplomato massiofisioterapista, lavorando all'Ospedale degli Infermi di Faenza fino alla pensione. Nnon ha comunque mai smesso di frequentare gli ambienti ciclistici facendo parte, tra gli altri incarichi, dei comitati promotori presieduti da Davide Cassani che hanno riportato il Giro d'Italia a Faenza nel 2003 e nel 2009.
Albonetti lascia la moglie Tea, i figli Marco e Massimo, i suoi adorati nipoti Antonio Paolo e Alessandro, e le nuore Annalisa e Stefania.
I funerali di Antonio Albonetti si svolgeranno giovedì 10 marzo nella chiesa dell’Osservanza del cimitero di Faenza. Le offerte saranno devolute alla Società Ciclistica Faentina. Anima ciclista fino all'ultimo...
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.