Stanno lavorando, stanno ancora lavorando, e i corridori continuano ad allenarsi e tutti assieme non hanno smesso di sperare. La guerra è lontana ma è per tutti vicinissima. Una guerra terribile e spietata, che ha messo fuori gioco tante squadre, tanti team, anche la Gazprom RusVelo, che quest’anno festeggia dieci anni di attività e in questo inizio di stagione ha già due vittorie al proprio attivo. «Avevamo già preparato le nostre ammiraglie, neutre, di color bianco. Così come le maglie, bianche, per portare in corsa al Trofeo Laigueglia un messaggio di pace – spiega Renat Khamidulin, team manager della formazione che batte bandiera russa -. Eravamo pronti a fare la nostra parte, ma le indicazioni del Cio e poi dell’Uci ci hanno tagliato le gambe, ma non la speranza. Abbiamo mandato al massimo organismo mondiale alcune nostre proposte, e la cosa che ci conforta è che con loro è in corso un dialogo».
Al proprio fianco anche il prezioso apporto del sindacato mondiale dei corridori (CPA, ndr) presieduto da Gianni Bugno. La volontà e il tentativo di correre con una maglia neutra, magari di un altro Paese, in segno di pace e di solidarietà, che possa garantire a questi 21 corridori di sei nazioni (Russia, Italia, Spagna, Norvegia Repubblica Ceca e Costarica, ndr) e di cui nove russi, la possibilità di svolgere il proprio lavoro.
L’Uci non ha chiuso la porta e ascolta. Renat Khamidulin è pronto a mettere in campo tutto, pur di salvare il posto di lavoro di tantissime persone che ancora oggi, a Lonato sul Garda, lavorano con passione. C’è una atroce guerra in corso, e il mondo dello sport ha cancellato gran parte – non tutto e non tutti gli atleti russi sono banditi – delle squadre dallo scacchiere sportivo mondiale. «Il ciclismo, la nostra squadra potrebbe essere messaggera di pace – aggiunge -. Noi non vogliamo la guerra, noi vogliamo la pace».
Poi, nonostante l’emozione e l’angoscia per una guerra che è in ogni caso da considerare fratricida, Renat trova il modo di sorridere. «Se ho visto il Laigueglia? Certo che sì, io adoro questo sport. E sa cosa le dico? Se avessimo corso, la Uae Emirates non avrebbe occupato tutto il podio». Applausi. Pausa. Sperando che non cali il sipario.