Giovanni Pinarello avrà una piazza nel paese dove ha iniziato l’attività di imprenditore di biciclette: Catena di Villorba, a dieci chilometri dal capoluogo Treviso. Si ricorderà per sempre il fondatore della “Cicli Pinarello” morto all’età di 92 anni il 4 settembre 2014. E’ stato professionista ed è passato alla celebrità per aver conquistato la maglia nera al Giro d’Italia 1951. Ha vinto la Popolarissima del dilettante nel 1942 con la maglia dell’Unione Ciclisti Trevigiani, società di cui è stato presidente. La giunta del Comune di Villorba ha approvato il progetto esecutivo del secondo stralcio di lavori per la riqualificazione di Piazza Pinarello e del centro di Catena: la piazza è intitolata anche al fratello Carlo, con il quale aveva iniziato a lavorare in bottega. “Giovanni e Carlo cominciarono insieme l’attività di realizzare biciclette nel negozio di Catena - ricorda Fausto Pinarello, il secondo figlio di Giovanni - si separarono nel 1970. Un giusto riconoscimento a chi ha fatto grande il paese di Catena di Villorba con il suo lavoro”.
Per piazza Pinarello si tratta di un intervento dal costo di 400 mila euro, già previsto nel bilancio pluriennale 2022- 2025. “Abbiamo dato mandato - spiega il sindaco di Villorba Francesco Soligo - all'architetto Stefano Anzanello, responsabile del settore Lavori pubblici e impianti, di avviare la procedura per l'appalto dei lavori in questione e pensiamo che l’iter si compia in tempo per poter partire con i lavori nella tarda primavera”.
Giovanni, ottavo di dodici fratelli, era nato a San Sisto di Lancenigo il 10 luglio 1922. Era stato professionista per sette stagioni, dal 1946 al 1953 con Lygie, Stucchi e Bottecchia. Il suo mito era Alfredo Binda. La popolarità in gruppo arrivò non tanto per le vittorie (nove) ma per la maglia nera conquistata al Giro 1951. Fu ultimo (75°) a tre ore e mezza dal vincitore Fiorenzo Magni con il quale compì il giro d’onore al Vigorelli di Milano. Epici i duelli ingaggiati con Malabrocca. Nell'edizione successiva fu sostituito all'ultimo momento da Fornara. La Bottecchia lo ricompensò con 100 mila lire, soldi che gli servirono per aprire la bottega, la sua fortuna. Una volta sceso di bici a 31 anni ebbe l’intuizione di mettersi in proprio. Da artigiano ben presto, favorito dal boom economico del dopoguerra, divenne industriale. Fondò un impero, uno dei marchi del “made in Italy” più affermati. Vincitore di classiche, titoli, Tour, Giri e Vuelta a grappoli da Bertoglio, Chioccioli a Delgado, Indurain, Ullrich, Froome, Wiggins, Bernal e tantissimi altri.
Tra i successi più eclatanti quelli dell’anno scorso: il Giro d’Italia con Egan Bernal, i titoli olimpici con Richard Carapaz, su strada, e il quartetto dell’Italia su pista con Ganna, Milan, Lamon e Consonni, il campionato del mondo del quartetto Ganna, Lamon, Milan e Consonni più Bertazzo ai Mondiali di Roubaix, il titolo iridato di Letizia Paternoster nell’eliminazione su pista e il bronzo olimpico nell’Omnium di Elia Viviani.
Il 2022 per la Cicli Pinarello è iniziato alla grande. Il 30 gennaio ha vinto i mondiali di ciclocross con Tom Pidcock: il britannico della Ineos Grenadiers ha centrato il bersaglio a Fayetteville, negli Stati Uniti.
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