Continua la nostra serie di conversazioni coi numerosi neoprofessionisti della Bardiani Csf Faizané (attualmente in ritiro a Benidorm): oggi è il turno di Manuele Tarozzi
Iniziamo con un pensiero alle squadre che ti hanno formato: Beltrami e InEmiliaRomagna
«Devo ringraziarle perché senza di loro non ce l'avrei mai fatta. Dopo i due anni in Beltrami mi sono trovato in un progetto nuovo di nome #inEmiliaRomagna, dove ho potuto vestire i colori della mia terra insieme ad allenatori che già conoscevo ed erano volti familiari.»
A tal proposito: ora correrai per una Professional emiliana, quest'anno ti sei esaltato ai campionati italiani (15esimo in mezzo a tanti professionisti) che si sono svolti a Imola. Insomma, l'Emilia-Romagna è la tua terra in tutto e per tutto!
«Dopo un periodo difficile, al Giro Under 23 ho tenuto botta e la settimana dopo ai campionati italiani, a cui tenevo moltissimo, mi sono riscattato del tutto e sono stati davvero la mia fortuna!»
Tanto che ti sono valsi uno stage in Androni...
«In estate parlai con Gianni Savio in persona per fare qualche gara di fine settembre, solo che avevano tanti altri corridori e io non sono riuscito a farne nessuna. Nel frattempo la Bardiani si è interessata a me e la cosa è andata in porto.»
Il 1 dicembre tu e gli altri ciclisti neoprofessionisti italiani avete ricevuto a Milano il saluto e i suggerimenti del neo c.t. azzurro Bennati: cosa ti porti dentro da quel giorno?
«Ci siamo incontrati tutti e ci hanno spiegato alcune cose che nessuno ci aveva detto, una fondamentale infarinatura di tante questioni soprattutto tecniche e burocratiche. Per quanto riguarda Bennati, ci ha detto una cosa giustissima: non perdere troppo tempo che gli anni passano veloci e bisogna mettersi bene sotto!»
Non perdiamo tempo, allora: quali saranno le tue prime corse?
«Con l'annullamento della San Juan i programmi li stiamo ancora definendo del tutto. Comunque correrò di sicuro in Spagna, non so bene se a Valencia o a Maiorca.»
Che clima si respira in squadra?
«Con tanti neopro come me ci conoscevamo già, inoltre siamo già stati in ritiro nei mesi scorsi e ci siamo trovati bene: quasi tutti italiani, età media giovane, c'è il feeling giusto per far bene.»
Qual è la tua "corsa dei sogni"?
«Sarà scontato, ma dico il Giro d'Italia. Non penso di poter ambire alla classifica generale, ma una vittoria di tappa sarebbe fantastica! Classiche? Mi piace l'idea del Giro dell'Emilia, gara di casa.»
E i corridori preferiti?
«Mi diverte tanto Julian Alaphilippe»
A giugno compirai 24 anni, un'età relativamente tarda per diventare professionista oggigiorno. Di recente su tuttobiciweb ci siamo occupati della regola tutta italiana che obbliga a fare almeno tre anni in categorie minori prima di poter passare professionista. Sorge spontaneo chiederti cosa ne pensi...
«Per quella che è la mia storia, non ho sofferto questa regola: quando sono passato da junior a dilettanti non sarei stato pronto per passar professionista. Poi certo se c'è qualcuno che già lo è, è un'altra cosa.»
Manuele Tarozzi è pronto, e noi siamo pronti a vederlo all'opera con la maglia ciclamino indosso.