L'ORA DEL PASTO. LA PASSIONE DI GIANLUCA, LE STORIE DEL VCO

LIBRI | 12/01/2022 | 08:00
di Marco Pastonesi

Che cosa unisce Guido Rabaioli e Raffaele Castellaccio, che parteciparono al primo Giro d’Italia, quello del 1909, ma non riuscirono a concluderlo, a Giampaolo Cheula e Paolo Longo Borghini, che di Giri ne hanno disputati quattro? Che cosa collega l’Alpe Segletta con la Cascata del Toce, il Mottarone con il Sempione? Che cosa lega Franco Bitossi, primo ad Arona, ad Alberto Contador, rosa a Macugnaga?


Il territorio. Dal 1992 si chiama VCO, V per Verbania, C per Cusio e O per Ossola, ed è quello spicchio d’Italia che sa di Nord e Svizzera, fra laghi (Maggiore e Orta) e monti (Rosa e Ologno), valli (Vigezzo e Cannobina) e strade (strette e silenziose) di grande ciclismo. E le avventure a pedali di questo territorio sono raccontate da Gianluca Trentini in “Quando il Giro...” (156 pagine, con la prefazione di Beppe Conti e il patrocinio della città di Verbania, nessuna indicazione di prezzo), “la storia delle tappe del Giro d’Italia sulle strade di Verbania e dintorni”. Dunque: tante storie nella storia.


La storia di Costante Girardengo, che qui pregiudicò il Giro d’Italia del 1920: “Poco dopo Monte Ceneri, a Lamone di Isolabella, Schierano scarta e cade – nella cronaca della “Stampa” -: nella caduta però con un ‘galletto’ della ruota anteriore urta quella posteriore di Girardengo strappando alcuni raggi. Girardengo, che non se ne accorge o che crede ad un incidente senza conseguenze, prosegue. Dopo poche diecine di metri, i raggi s’impigliano nel cerchione e gli rendono la ruota inservibile. Alle 6.28 il campione italiano è a terra, esterrefatto per la disastrosa conseguenza che gli può arrecare il banale incidente”.

La storia di Pietro De Bernardi, da Tappia, il primo corridore della zona a finire il Giro d’Italia, ancora più valoroso se si considera che gareggiava fra gli isolati, quelli non assistiti dalle case ma affidati alla sorte. Il giorno dopo la conclusione del Giro, De Bernardi, operaio alla Metallurgica Ossolana, si presentò in fabbrica pronto a lavorare, ma i dirigenti gli donarono una busta con 150 lire, la paga di un mese, e due giorni di ferie per riposarsi un po’. A De Bernardi è dedicato il libro “L’Aquila di Tappia al Giro d’Italia” di Benito Mazzi.

La storia di Luigi Malabrocca, che qui durante il Giro del 1947 con Mario Fazio s’infilò in un casolare, accolti da una donna anziana che gli domandò “ma dove andate in bicicletta con questo tempo?” e, saputo che la destinazione era Milano, suggerì “va beh ma a Milàn a pudèvan né anca col treno” (a Milano potevate andare anche in treno), li riscaldò con bicchieri di vin brulé e infine li salutò “a ma racumandi, ni adasi, da mia fas mal” (mi raccomando, andate piano, che non vi facciate del male).

La storia di Germano Barale, da Villadossola, che all’invito della Dama Bianca ospite su un’ammiraglia a “non tirare che dietro c’è Fausto”, e Fausto Coppi era ufficialmente il suo capitano nella Bianchi, rispose “ma và a dà via i ciap, se l’è mia bun da nàà, dig al Coppi che ul staga a cà” (ma vai a quel paese, digli a Coppi che se non è capace di andare, che stia a casa). Risultato: Barale fu escluso dalla formazione che avrebbe partecipato al Giro e scartato dalla squadra alla fine della stagione.

La storia di Gino Bartali, che qui il Giro continuava a viverlo anche da giornalista, scriveva a penna e – come racconta Beppe Conti – non era mai stanco: “Alla sera era in piedi a declamare aneddoti sino a tardi. Cercavamo di far finta di nulla, perché se ti vedeva in albergo e ti invitava a bere qualcosa non saresti andato a dormire prima di notte inoltrata. Un vero mito”.

La storia di Marco Pantani, che qui – l’arrivo proprio alla Cascata del Toce – ebbe l’ultimo guizzo e a 4,8 km dal traguardo attaccò, mani basse sul manubrio e in piedi sui pedali: “Diciamocela tutta – scrive Trentini -, il passo non era quello dei giorni belli ma la suggestione sì”. Al traguardo, primo la maglia rosa Gibo Simoni, Pantani confidò a Marco Della Vedova, glorioso gregario locale, “ho provato sensazioni che mancavano da tempo, peccato sia andata così, la testa c’è ma le gambe non girano come vorrei”.

Trentini si è innamorato del ciclismo da bambino, con la complicità di autografi e borracce, nell’attesa che i corridori arrivassero e nella nostalgia che i corridori, magari l’anno dopo, già ritornassero. Ha continuato ad amare il ciclismo da giornalista e qui anche da autore. Lo fa scavando nel passato, ravvivando la memoria, pedalando nel tempo

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Wout Van Aert è tornato dalla Spagna lo scorso weekend e questa settimana è nei Paesi Bassi per le giornate del team Visma-Lease a Bike, il cui programma includerà l’assemblaggio e le varie prove con adattamenti sulla bici, servizi fotografici...


Jonathan Milan è riuscito nell'impresa che nessuno aveva mai centrato: è il primo corridore nella storia dell'Oscar tuttoBICI a conquistare il titolo sia nella categoria Professionisti che in quella dei Giovani. Nel Gran Premio Fondazione Molteni riservato ai professionisti, il...


Debora Silvestri ormai alla sfortuna ci ha fatto l’abitudine, anzi potremmo dire senza problemi che per qualche anno ci ha fatto addirittura l’abbonamento pieno. Tra cadute e squadre che chiudono l’atleta ventiseienne del team Laboral non era mai riuscita ad...


Primi nomi per la squadra Continental del Team Biesse Carrera per la stagione 2025. Il sodalizio bresciano del presidente Simone Boifava annuncia le prime due conferme per la formazione di punta guidata dai confermati ds Marco Milesi e Dario Nicoletti:...


Il 2024 volge al termine ed è proprio sul finire di quest’anno che il G.S. Giovani Giussanesi compie 60 anni di attività.Un “compleanno” importante, che il 22 novembre u.s. l’Associazione ha celebrato con una serata che ha unito: sport, memoria...


La Salus Seregno si conferma sempre più ai vertici del Ciclocross nazionale. La squadra giovanile brianzola ha dato spettacolo a Solbiate Olona, nel Varesotto, dove si è tenuta la 63sima edizione del tradizionale Cross-Top Class reso celebre dalla scalinata di...


Quanto fatto dalla Slovenia nei Grandi Giri 2024 non ha precedenti nella storia del ciclismo. Una stagione da favola grazie alla doppietta Giro d'Italia - Tour de France firmata da Pogacar e al trionfo alla Vuelta di Spagna di Roglic,...


Dopo i festeggiamenti del 50° anniversario del Veloce Club Tombolo voluto dal presidente Amedeo Pilotto e che è stato patrocinato dal Comune con in testa l'appassionato e provetto sindaco ciclista e podista Luca Frasson, fissata nell'Auditorium "Vighesso" per venerdì  29...


Grande festa nei giorni scorsi per i festeggiamenti dei 30 anni di attività e della chiusura dell'ottima stagione 2024 per la società ciclistica Praseccobiesse di Dese, in provincia di Venezia. La compagine, che è diretta dal mitico e storico Alfredo...


La scorsa settimana Giulia De Maio ha raccontato la nuova avventura rallistica di Vincenzo Nibali, oggi vi facciamo sentire dieci minuti del grande campione siciliano al microfono della nostra inviata: ci sono alcune curiosità su come un ex ciclista professionista...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024