Il ciclismo giovanile chiede aiuto. Le grida d’allarme negli ultimi tempi si stanno moltiplicando e questa volta a colpirci è la testimonianza di Daniele di Batte. Livornese classe 1981, Daniele - figlio del grande artista Giò - il ciclismo lo ama e lo conosce bene: ha pedalato per anni, da dilettante è cresciuto alla corte di Olivano Locatelli e patron Villa nella Zoccorinese Vellutex e nella stagione 2006 ha gareggiato per un anno tra i Pro con l’Amore Vita McDonald’s di Ivano e Cristian Fanini.
«Ho sempre seguito il ciclismo ma mi sono riavvicinato particolarmente in questi ultimi anni – racconta il toscano a tuttobiciweb – grazie a Marley e Luna, i figli della mia compagna che si sono appassionati alla bici e hanno iniziato a praticare ciclismo».
Seguendo i due ragazzini di 8 e 9 anni che quest’anno sono stati tesserati per l’Associazione Sportiva Colognole, Di Batte ha avuto modo di valutare, riflettere e “misurare la febbre” al movimento giovanile, in particolare alla categoria Giovanissimi.
«Il ciclismo dei più piccoli non sta bene. Stiamo perdendo la base del movimento e non avvicinando bambini alla bicicletta fra qualche anno avremo grossi problemi anche nel professionismo», afferma.
L’analisi del 40enne toscano parte dalle biciclette e dai materiali: «Trovare un telaio nuovo con le misure da bambino è praticamente impossibile attualmente. Marley e Luna hanno biciclette di una decina di anni fa. Non è un problema riverniciare e sistemare dei telai, ci mancherebbe. Ma perché – si chiede Di Batte – i costruttori non investono sui più piccoli? Se ripenso ai miei tempi erano diversi i marchi che producevano telai per i bimbi, ora forse pensano che non ci sia mercato».
Il nostro ospite prende in esame un altro punto nodale sempre molto discusso, la sicurezza: «I ciclisti, soprattutto i più giovani, hanno bisogno di luoghi sicuri per andare in bici ma ce ne sono sempre meno. A Livorno ci sarebbe una pista ma purtroppo non è utilizzabile a causa della presenza di amianto. Ho scoperto che anche in alcuni parchi pubblici è fatto divieto ai bambini di girare in bici». Poi aggiunge una nota positiva: «Sul tema ho coinvolto il Sindaco di Livorno Luca Salvetti. Ha compreso l’importanza della questione ed insieme a lui stiamo cercando di trovare un posto adeguato ai bimbi, lo ringrazio per la sensibilità che ha dimostrato».
Preciso e puntuale Daniele Di Batte, che dopo la carriera sportiva ha intrapreso l’attività di DJ, ci dà la sua opinione anche sulla Federazione Ciclistica Italiana. Da una parte applaude al rinnovamento e al ringiovanimento nelle posizioni apicali, per contro non nasconde di sentirsi un po’ abbandonato dal Comitato Provinciale di Livorno: «Credo ci voglia un ricambio generazionale, vorrei che i dirigenti provinciali fossero più presenti, Sarebbe bello che lavorassero maggiormente per far avvicinare i bambini al nostro mondo», dice. Poi ci confida: «È da alcuni giorni che cerco di mettermi in contatto con il Comitato Provinciale per chiedere informazioni ma nessuno risponde al telefono».
La pandemia non ha facilitato le cose, l’ex pro toscano è cosciente di questo, ma sostiene con forza: «Lo sport e le corse sono riprese. Si parla tanto di ripartenza e di rinascita ma mi sembra che nelle mie zone il ciclismo sia in coma. Scattino e Lamentina (Daniele chiama così affettuosamente Marley e Luna, i piccoli di casa, ndr) sono gli unici bimbi della città di Livorno che fanno ciclismo, amano la bici e non vogliono stare senza. Purtroppo l’Associazione Sportiva Colognole nel 2022 non farà la squadra. La Società rimarrà comunque affiliata e cercherà di proporre un paio di eventi, forse Gimcana e Primi Sprint, nella speranza di coinvolgere diversi nuovi bimbi ed avere una dozzina di Giovanissimi dal 2023. Intanto ho deciso di tesserare i figli della mia compagna per la Parkpre».
Di Batte ha a cuore la situazione, lo si capisce ascoltando la sua voce. Chiede aiuto ma propone, riflette e invita tutti a farlo: «I ragazzini hanno bisogno di esempi – dice – Filippo Ganna mi sembra un ragazzo che sa comunicare l’amore per il ciclismo, e le sue imprese attirano i più piccoli». Applaude anche Cipollini e il comitato provinciale di Lucca: «Mario sta facendo grandi cose mettendosi al servizio dei giovani e i dirigenti lucchesi hanno capito che bisogna lavorare in quella direzione». Ricorda Walter Passuello: «Una grande persona, ha trascorso tanto tempo con i giovani nel suo negozio, si è dato da fare per trasmettere passione per la bicicletta. La sua mancanza si sente». E in chiusura si auspica che la sua “denuncia” serva a far smuovere qualcosa per il bene del nostro amato ciclismo.