FABIO ARU: «DOPO UNA VITA DI CORSA, MI PRENDO IL MIO TEMPO»

INTERVISTA | 10/09/2021 | 08:30
di Giulia De Maio

Da bambino Fabio Aru mai avrebbe pensato di diventare un ciclista professionista, figurarsi di iniziare una nuova vita a 31 anni. Il sardo ha dedicato alla sua passione più grande oltre 15 anni, durante i quali ha imparato che il tempo corre veloce ed è il bene più prezioso di cui un uomo può godere. Il suo amore per la bici l'ha costretto a lasciare la sua stupenda isola da giovanissimo, a trascorrere mesi e mesi lontano dagli affetti, a sopportare grandi sacrifici ma allo stesso tempo gli ha permesso di conoscere il mondo, di fare carriera, guadagnare soldi e fama, di conquistare gare importanti e indossare le maglie più ambite.


Il suo palmares recita 9 vittorie, fra le quali spicca la Vuelta a España 2015, 1 tappa al Tour de France, 3 al Giro d'Italia e 2 alla Vuelta. Nel suo armadio spiccano la maglia gialla, quella rosa e quella rossa, oltre a quella tricolore di campione italiano nel 2017. Nella testa, nel cuore e nelle gambe di Fabio resta molto di più tra ricordi, emozioni ed esperienze indelebili.


Come stai Fabio?

«Bene, grazie. Sono tornato da due giorni a Lugano con Valentina e la piccola Ginevra. Al ritorno dalla Spagna sono stato qualche giorno in Piemonte visto che la bimba era dai nonni materni. Mi sto godendo un po' di tranquillità a casa, la vita normale a cui un ciclista non è abituato. Fra qualche giorno volerò in Sardegna per vedere i miei genitori. Mio fratello è partito per un anno di Erasmus in Russia giovedì scorso, avrò tempo anche per andare a trovare lui a Mosca. Guardandomi indietro rifarei tutto, è stato bello. Dopo una vita di corsa però ho sentito proprio la necessità di prendermi il mio tempo».

Stai seguendo gli Europei?

«Certo. Ho visto la squadra azzurra aggiudicarsi il team relay, Filippo (Ganna, ndr) d'argento nella prova a cronometro. Non ho cambiato abitudini da un giorno all'altro, sono sempre documentato sul mondo della bici, non ho smesso perchè ero nauseato. Forse in qualche intervista sono stato frainteso, qualche giornalista alla Vuelta non ha inteso quello che volevo dire. Ritirarmi dall'attività agonistica non è una liberazione, semplicemente una scelta di vita. Stare tanto lontano da casa è diventato sempre più difficile e sono arrivato a un punto in cui mi sono chiesto: voglio continuare a stare in giro per 220-230 giorni l'anno come nelle ultime stagioni? Non è che non mi piacesse più quello che ho sempre fatto, infatti in bici continuerò ad andarci».

Cosa ti resta di tutti gli anni trascorsi in sella?

«Un paio di lingue straniere parlate discretamente, tanti viaggi e conoscenze che mi hanno aperto la mente e insegnato a stare al mondo. Militando in squadre internazionali e visitando tanti paesi diversi ho imparato l'inglese e lo spagnolo, ora frequenterò una scuola di francese per imparare una terza lingua che può sempre servire. È da quando ero ragazzino che passo la maggior parte del mio tempo con altre persone, compagni di nazionalità straniere, con culture e abitudini diverse. Grazie al ciclismo ho imparato a muovermi e ho visitato svariati paesi, anche se più che hotel e strade un corridore non ha modo di vedere molto altro. Ho vissuto bei momenti così come ho ricevuto alcune delusioni, ma credo sia normale e accada a tutti».

Cosa prevede il programma della tua seconda vita?

«Le cose semplici che non ho avuto tempo di fare prima, a partire dallo stare più tempo a casa con la famiglia. Ai compleanni e le varie ricorrenze non c'ero mai. Di obiettivi in mente ne ho più di qualcuno, ma non ho ancora chiaro che strada intraprenderò. Per una volta non voglio essere affrettato, voglio prepararmi e valutare bene. Quel che è certo è che in qualunque cosa farò il mio impegno sarà massimo. Di certo non mi vedrete in ammiraglia come ds o al seguito di un team professionistico perchè vorrebbe dire stare in viaggio gran parte dell'anno e allora tanto valeva continuare a correre. Mi è già arrivata qualche mezza proposta dall'ambiente ma la mia nuova carriera non inizierà prima del 2022. Ho sempre preso decisioni di corsa, fin da quando due giorni dopo la maturità conseguita al liceo classico mi sono trasferito a Bergamo, questa volta voglio fare le cose con calma».

Lavorativamente parlando, come ti vedi tra qualche anno?

«In bici, sicuramente. Continuerò a pedalare perchè mi fa stare bene, per quanto riguarda la mia futura professione potrebbe essere inerente a questo ambito, come no. Mi piacerebbe anche vedere cosa c'è fuori, provare qualcosa di differente. Le scelte troppo affrettate che ho preso sono regolarmente risultate sbagliate. Voglio pensarci bene. Non ho intenzione di aprire un negozio dalla mattina alla sera o buttarmi in qualunque altro progetto senza vedere se è concretamente fattibile. Non aspettatevi colpi di testa. Un punto fermo di questo nuovo capitolo sarà la stabilità. Mi sono trasferito quando ero un ragazzino, ho trascorso metà della mia vità in viaggio tra ritiri, altura, gare, impegni con gli sponsor... Fa tutto parte del gioco e non rinnego nulla. Ho sempre fatto tutto con immenso piacere, ma sono arrivato a un punto in cui non ero più disposto a soffrire la mancanza di casa e degli affetti».

Vuoi dire qualcosa agli appassionati di ciclismo che, nel bene e nel male, ti hanno seguito?

«Sia nelle gioie che nei momenti negativi penso di aver dimostrato di dare sempre il massimo. Ci ho messo il cuore, sia quando ho raccolto tanto, che quando non ho raccolto niente. Nello sport alla fine il risultato è l'unica cosa che conta. Si sta poco a guardare cosa c'è dietro, ai problemi che deve affrontare un atleta, ma nell'ambiente tutti hanno visto che ho sempre fatto il professionista. Più di una persona mi ha suggerito di continuare all'80%, correndo un po' meno o evitando qualche ritiro e periodo in altura. Io però se faccio una cosa la voglio fare al meglio. Ho intrapreso la scelta di fermarmi nel rispetto di me stesso e del ciclismo, che sarà sempre la mia passione più grande ma non può prendersi tutto il mio tempo».

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COMMENTI
Poco rispetto
10 settembre 2021 10:06 Maranga75
Magari ora non lancerà più la bici per terra come ha fatto nella sua ultima cronometro alla vuelta… c’è gente che suda per comprarsela

Mancava.......
10 settembre 2021 10:59 9colli
il commento a Bischero Sciolto.........ma le guardi e le ascolti, le cose che commenti?

Troppo clamore ingiustificato
10 settembre 2021 11:17 comodi70
Credo che mai nessun corridore italiano abbia avuto così tanto spazio nei media e nei social come Aru. Un interesse ingiustificato visto gli scarsi risultati di questi ultimi anni. Un clamore stucchevole spero che finisca presto.

Aru, brava persona.
10 settembre 2021 12:55 geo
Una persona perbene, educata, gentile.

Basta
10 settembre 2021 13:40 paree
Adesso anche Basta,potreste anche finire di parlarne,erano 4 anni che faceva solo parole parole parole.

Aru
10 settembre 2021 15:23 VERGOGNA
non mi è mai piaciuto, ma si trova a 30 anni con un bel pò di soldini, una famiglia e qualche trofeo da far vedere ai nipotini.... brutta l'invidia dei rosiconi divanari!!! Buona vita Fabio!!

Onore delle armi
10 settembre 2021 15:40 pickett
Negli ultimi 50 anni,gli unici corridori italiani ad aver vinto una grande corsa a tappe fuori dai nostri confini sono stati Nibali,Pantani,Battaglin e Aru.Con tutto il rispetto per il grande scalatore veneto,uno degli idoli della mia infanzia,dobbiamo ricordare che nel 1981 la Vuelta era poca cosa,e vi partecipavano 9(nove!) squadre.Quindi il successo di Aru non é stata una vittoria qualsiasi,non é stata la cronostaffetta dei Campionati Europei.Purtroppo Aru si rese antipatico a molti,me compreso,con le sue esose,assurde,ingiustificate pretese economiche nell'estate del 2017.Il seguito lo conosciamo tutti.Auguri e complimenti per quel paio di anni in cui ci ha fatto sognare.

Errata corrige
10 settembre 2021 15:43 pickett
Ho dimenticato la fuga bidone di Marco Giovannetti.

Aru
10 settembre 2021 16:56 max73
Un corridore che ha fatto 3 anni ad alto livello e poi il nulla assoluto non merita tutta questa pubblicità e clamore. Se ne è parlato troppo. I non risultati degli ultimi anni (tutti flop clamorosi) parlano chiaro. Il ritiro a 31 anni è un segnale eloquente. Spero non si parli più di questo corridore... L'unico che ha avuto il coraggio di parlarne in modo chiaro è stato Saronni......

Battaglin
10 settembre 2021 17:08 IngZanatta
Sì, però Battaglin (del quale ero tifosissimo da ragazzo) ha vinto anche il Giro subito dopo … Che bei ricordi !!

Sparate al soldato Aru.....
10 settembre 2021 17:30 Fuga da lontano
Spero non si parli più di questo corridore...

Un interesse ingiustificato visto gli scarsi risultati di questi ultimi anni.

Un clamore stucchevole spero che finisca presto...

Basta,potreste anche finire di parlarne....

Sparate al soldato Aru!
Quanta antipatia per un corridore che ha vinto
tre tappe al giro, una al tour indossando la maglia gialla per qualche giorno, due tappe alla vuelta e vincendo la classifca generale di quest'ultima....
@Pickett ha riassunto perfettamente tutti i migliori risultati di Aru.

Tutto lecito per carità, ma Aru, per molti anni è stata la dolce illusione di avere in casa l'erede, come vittorie e prestazioni, di Nibali.
Così non è stato, come non lo è stato per altri (Pozzato per esempio).
Amen!

Saronni ha detto la sua opinione di manager che ha contrattato il compenso e la durata del contratto con Aru. Non credo che Aru abbia estorto (non penso che si presenti mettendo una pistola sul tavolo) nulla, anzi, forse ha beneficiato della disponibilità economica smisurata di uno sponsor (prima) e finanziatore (adesso) di un team che oramai è il PSG del ciclismo (basta leggere i nomi dei corridori messi sotto contratto per il 2022).

Buona nuova vita
10 settembre 2021 18:05 titanium79
Buon nuovo inizio. Di certo i mezzi per divertirti ce li hai.
P.s. notare che il solito "giustiziere" degli altri utenti, si mette in moto.
Che vita triste che hai....ma triste sul serio. Ma l'account cosa aspettano a chiuderlo ?

dal 2014 ad oggi
10 settembre 2021 18:12 alerossi
è l'italiano con più risultati di una certa importanza dopo nibali

Rispetto
10 settembre 2021 18:23 Ale1960
Basta denigrare questi corridore. Ha un palmare di tutto rispetto, superiore a tanti italiani sopravvalutati che ricevono soli complimenti. Che gli ultimi anni siano stati deludenti e nulli,nessuno lo nega. Però ora merita il rispetto di tutti. Tanti auguri Fabio per la tua nuova vita.

Che disagio…
10 settembre 2021 19:03 lele
…in questo blog! Gli han rotto le palle prima perchè correva e ora perchè ha smesso.

@ lele
10 settembre 2021 19:23 titanium79
Come noterai, le opinioni di qualcuno sono piu' opinioni degli altri. E' assolutamente logorato, dal fatto che altri scrivano sul blog. Sempre a fare sunti e sermoni. Tra le altre cose, vista la maniera "pseudo acculturata" ( con copia da Wiki dei risultati dall'anno 0 ad oggi), vuole fare il tuttologo, usando piu' utenze. Per dire poi, la stessa cosa ! Fenomeno

pickett
10 settembre 2021 23:58 Hal3Al
Le sta proprio sullo stomaco la cronostafetta.
Si devono vergognare i nostri che l'hanno vinta?
Ma per piacere...

Forse ci sono regole da rivedere.
11 settembre 2021 00:42 Farnese
In democrazia tutti dovrebbero per parlare, tranne coloro che vivono solo per criticare chi ha fatto qualcosa che loro non hanno potuto mai fare.
Sempre le solite persone criticano con disinvoltura Aru e Nibali, io invece avrei messo la firma per poterne avere 10 o più di questi atleti ma, forse nessuno si è accorto che non ne abbiamo neanche Uno di loro.
Fabio come Vincenzo, quando deciderà di lasciare il ciclismo, ci mancheranno tantissimo.

bah
11 settembre 2021 03:44 fransoli
a me per quei 2 o 3 anni ha fatto divertire.... senza dubbio è stato uno dei più forti scalatori italiani del dopo Pantani... per il resto concordo con quanto detto dall'utente Fuga da lontano, i contratti si sottoscrivono in due, nessuno a mai obbligato la UAE ad accondiscendere alle esose richieste del sardo... ad averne adesso di Aru

lele
11 settembre 2021 07:41 VERGOGNA
ahahahaha è proprio vero... ma sai com'è... i frustrati se la devono prendere con qualcuno e se entri nel mirino non ne esci più!! Quello che sorprende è la cattiveria... a me Aru non è mai piaciuto nè come atleta ne nelle interviste... ma saranno bene stracaxxi suoi quello che fa o non fa!!

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