IL TERRORE DELLE CICLISTE AFGANE: ADDIO BICI, ADDIO SOGNI

DONNE | 22/08/2021 | 20:40
di Giulia De Maio

A discapito di quanto dichiarano le milizie che in questi giorni hanno conquistato Kabul, i diritti e le libertà faticosamente conquistati negli ultimi vent’anni saranno ora soppressi. Le prime vittime della conquista talebana dell’Afghanistan sono le donne. Tra loro ci sono le ragazze che avevano iniziato, faticosamente, a praticare ciclismo e che lo scorso 9 marzo avevamo applaudito a distanza. Ci eravamo emozionati a vedere queste 50 donne pedalare a testa alta, non solo per loro stesse, ma per le loro figlie e le bambine che immaginavano in un futuro prossimo non avrebbero più dovuto rischiare di essere prese a sassate mentre vanno in bici o correre il rischio di essere investite di proposito. In pochi giorni questo futuro è diventato un miraggio, un sogno che nelle notti insonni non si riesce più nemmeno a visualizzare con la fantasia. La loro vita è ad alto rischio. I talebani ritengono il ciclismo un tabù, anzi, un vero e proprio scandalo, motivo di disonore.


 


Oggi siamo in apprensione per loro, le immaginiamo chiuse in casa, a piangere giorno e notte, disperate dal dover dire addio ai loro sogni e più semplicemente alla loro quotidianità fatta di studio, lavoro, passioni e libertà conquistate a caro prezzo. Speravamo la bici potesse portarle in salvo, invece ora sono costrette a nasconderla, a cambiare la loro identità, a rinchiudersi in casa. Loro sono ben più consapevoli di noi di ciò che le aspetta: un salto indietro nel passato capace di sopprimerne la voce in nome della Shari’a. Le mosse del gruppo estremista volte a cancellare il loro passaggio sono già in atto e la persecuzione femminile è una realtà concreta che non smetterà di mietere vittime. Innumerevoli studentesse sono già state cacciate dalle proprie università, lavoratrici allontanate in via definitiva dalle loro occupazioni e bambine rapite come bottino di guerra per essere date in sposa ai soldati giunti nella città.



Le donne che hanno provato a criticare il nuovo regime o hanno violato le regole imposte sono state umiliate o picchiate pubblicamente, alcune persino uccise. Da brividi il video ormai virale, condiviso per la prima volta dall’attivista per i diritti umani Masih Alinejad, della ragazza anonima che tra le lacrime ripete: «Non contiamo perché siamo nati in Afghanistan. Non posso fare a meno di piangere. Moriremo lentamente nella storia. A nessuno importa di noi».

A qualcuno di loro invece importa, anche nel nostro Paese. Alessandra Cappellotto, prima ciclista italiana campionessa del mondo, responsabile del CPA Women e presidentessa della ASD Road To Equality, da giorni si è mobilitata per portare in salvo le cicliste afgane. «Ho interpellato l'UCI, la FCI, il Ministero dello sport e degli affari esteri italiano, le Nazioni Unite, le ONG attive in quell'angolo di mondo da cui bisogna fuggire il più presto possibile, soprattutto se sei una donna. Ho chiamato e scritto a tutti coloro che possono darmi una mano a trarre in salvo queste ragazze, che sono atterrite dalla paura. Se ci riuscirò sarà la mia vittoria più bella» spiega l'ridata di San Sebastian 1997, che è anche vicepresidente dell'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani oltre che rappresentante delle cicliste in tutto il mondo.



Prima dell’arrivo degli americani sul suolo nazionale e dei conflitti che hanno lentamente restituito ai civili i loro territori, i talebani governavano il paese dal 1996. La legge del tempo prospettava un contesto in cui alle donne non era consentito uscire di casa senza un accompagnatore di sesso maschile ed era proibito ridere in presenza di uomini o avere una qualsiasi forma di contatto fisico con il sesso opposto. Era passibile di punizione corporale anche solo indossare delle scarpe che potessero far udire il suono dei propri passi per strada. Figurarsi delle scarpette da ciclismo con le tacchette...

«Questo scenario potrebbe presto ripetersi e non verrebbero, come accade oggi, cancellati solo i volti delle donne occidentali presenti sui cartelloni pubblicitari di Kabul. Ad essere oscurati agli occhi del mondo sarebbero tutti i volti delle cittadine dell’Afghanistan, comprese le nostre sorelle cicliste. Non possiamo permetterlo, aiutatemi a portarle in Europa, in questo momento non c'è gara più importante di questa per la vita» è l'appello di Alessandra Cappellotto.

Copyright © TBW
COMMENTI
Portiamoli tutti in Italia
23 agosto 2021 08:56 andy48
Con tutto il rispetto e la simpatia per le cicliste afghane: non vogliamo capire che in molti Paesi vigono regole, usi e costumi, una storia e una tradizione diversi dai nostri e che tutti i tentativi di imporre cola' un sistema all'occidentale sono falliti (Vietnam, Iraq, Birmania, primavere arabe, ecc.). Ma noi siamo arrivati al punto in cui attualmente siamo dopo centinaia di anni di rivoluzioni, di evoluzione del pensiero e di guerre sanguinose. E in ogni caso: cosa dovremmo fare? Importare centinaia di milioni di persone in Europa?

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Lorenzo Jovanotti ha sempre avuto la bici nel cuore e ben lo sappiamo noi di tuttoBICI che nel gennaio del 1999 gli dedicammo una storica copertina del nostro mensile - autore della foto Pier Maulini - con il titolo «Amici...


Lo stato whatsapp di Ludovico Crescioli è tutto un programma: “I love Cycling”. Semplice, diretto, efficace. Lo aveva scritto quando aveva 13 anni, ma la passione è rimasta la stessa e tra pochi giorni esordirà ufficialmente tra i professionisti con...


In casa DMT arriva la nuova KM0 EVO, un modello top di gamma dedicato al fuoristrada che mira a stabilire un nuovo standard a livello di massime prestazioni. I plus? Diversi, a partire dall’innovativa tomaia AeroFlex fino alla suola in...


Il Gran Premio della Liberazione 2025, che il prossimo 25 aprile taglierà il prestigioso traguardo della 78^ edizione, si arricchisce di un importante riconoscimento internazionale. Per la prima volta in occasione di un evento ciclistico italiano, l’American Chamber of Commerce...


Obiettivo: crescere ancora e puntare alla conquista di una classica monumento. Ieri ad Albir (Alicante) la Intermarché Wanty  ha svelato le sue ambizioni per la stagione 2025 e ha presentato i roster delle tre squadre che la compongono: Intermarché-Wanty World Team, Wanty-NIPPO-ReUz...


La famiglia Fanini, che da mezzo secolo dedica anima e corpo alla promozione del ciclismo a livello mondiale, non poteva mancare alla presentazione del Giro d’Italia 2025, che ripropone Lucca come protagonista con una tappa a cronometro, il 20 maggio,...


Da diversi mesi Tao Geoghegan Hart è in lotta con se stesso per trovare quelle sensazioni che, suo malgrado, ha lasciato sull’asfalto della discesa della Colla di Boasi, in Liguria, durante il Giro d’Italia del 2023. Quella caduta mentre era...


Altro ribaltone alla Vuelta al Tachira. La sesta tappa, da Tovar a La Grita con arrivo in salita, promuove a vincitore il venezuelano Yilbere Ramirez (Indet Criket BDV Gran Mision Venezuela) sul colombiano Daniel Arroyave e il connazionale Eduin Becerra...


La campionessa svizzera Noemi Rüegg conquista  la cima di Willunga Hill, la seconda tappa del Tour Down Under 2025 e la maglia di leader della corsa australiana. La 23enne della EF Education-Oatly ha ottenuto il successo staccando di 10" l'olandese della Liv...


Il mondo dello sport trevigiano è in lutto per la scomparsa, avvenuta ieri, di Diana Mottes. È in lutto la famiglia dello sci, visto che la signora Diana è stata la prima presidente a fondare uno sci club in Provincia...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024