È successo giovedì, a Lurago d'Erba (Co): gara annullata per manifesta superiorità. Neanche fosse Alfredo Binda che nel 1930 fu pagato 22.500 lire per non prendere parte al Giro.
Neanche fosse Tadej Pogacar o una cosa così. No, è un cicloamatore, un ciclomerendone della domenica che gioca a fare l’Eddy Merckx, con il sospetto però di avere tra i pedali un propulsore che lo aiuterebbe: dicasi motorino. Roba da fighi, da frustati della domenica, da poveretti senza arte né parte. Lui, il sedicente campione, parte e poi scappa, nel senso che non si limita solo ad andare in fuga con irrisoria disinvoltura e facilità, ma contrariamente ai ciclisti – quelli veri – gli unici che vanno in fuga senza essere vigliacchi, lui se la da a gambe levate quando i suoi amici di gruppo lo invitato a fermarsi, a bloccare la corsa, a far vedere alla giuria quel mezzo meccanico più che sospetto. Invece, lui che fa? Prende a va. Scappa, dopo aver caricato di fretta e furia la bicicletta sulla sua macchina. Si dà alla macchia.
La gara riservata ai Gentlemen (50/59) anni è stata annullata in "corso d'opera" per manifesta superiorità di tal Andreoli. I corridori hanno protestato e la gara è stata neutralizzata. C’è chi in un primo momento dice che era lo stesso Andreoli di 4 anni fa. Poi salta fuori che si tratta di Maurizio, il fratello. Mah.
Una cosa è certa: secondo giro, passa la fuga di sette corridori, con Andreoli nel gruppetto di testa. Momento di indecisione, il gruppetto parlotta, Maurizio Andreoli ne approfitta e se ne va via facile facile. Dietro a tutta, ma lui guadagna e continua a guadagnare. Il gruppo si rialza protestando, Cattaneo, il direttore di corsa, coglie l’occasione di qualche caduta per bloccare la corsa, anche perché l’ambulanza è impegnata a soccorrere chi si è fatto male. All’Andreoli chiedono di far vedere la bicicletta, lui fa un cenno con la mano come a dire, OK, arrivo! Invece va, senza farsi più vedere. In verità per regolamento non è possibile visionare il mezzo “perché è un bene personale”. Insomma, c’è una grave falla normativa nel regolamento. Per l’antidoping ognuno dà il proprio assenso consenso, firmano per mettersi a disposizione, ma la visione del mezzo no. C’è poco da fare, c’è poco da dire: se non incavolarsi contro questi presunti furbetti del motorino.
Per la cronaca: la gara è ripartita senza di lui. La terza tappa del Giro della Brianza (lunedì ci sarà la 5° e ultima a Lurago d’Erba, ndr) è stata vinta da Davide Cantù: ci assicurano che fosse molto stanco e provato.