Simone Consonni è la grinta in persona. Stremato e caracollante alla fine di ogni prova, la medaglia d'oro è la giusta ricompensa per la sua incredibile dedizione. Tagliato il traguardo, abbracciati i compagni, messa la medaglia al collo e ascoltato l'inno di Mameli, lontano dalle telecamere ha un piccolo mancamento. «Sono quello che ha faticato di più! Dopo due giri ero già al gancio. Lamon non se ne è reso conto ma è partito ancora più forte del solito, posso garantirlo. Ho stretto i denti e pensato solo a tenere la ruota di Pippo, che ci ha trascinato all'arrivo» ci racconta dopo essersi ripreso, mentre continua a bere una bottiglietta d'acqua dopo l'altra.
Il bergamasco è un grande uomo squadra: «Abbiamo lavorato tanto, ma ci siamo anche divertiti, spingendoci l'un l'altro a superare i nostri limiti. Un grazie va anche a Liam Bertazzo e Michele Scartezzini che in questo quartetto ci sarebbero stati bene, ma il CT ha dovuto purtroppo fare delle scelte, dolorose in primis per lui».
Nel momento della gioia i pensieri volano a casa: «Dobbiamo ringraziare le nostre famiglie, i nostri cari che anche in mesi non facili come gli ultimi ci sono stati vicini, il velodromo di Montichiari è stato la nostra seconda casa o, a volte, quasi la prima. Per quanto mi riguarda solo la mia compagna Alice sa quanti sacrifici ho e abbiamo dovuto affrontare. Grazie anche al nostro coach, allo staff, ai massaggiatori, i meccanici, i ragazzi che partecipando alle varie Coppe del Mondo hanno permesso a questo quartetto di qualificarsi. Qua siamo in 4 a ricevere gli applausi ma abbiamo una Nazione alle nostre spalle».
A differenza dei suoi compagni d'avventura, però, per Consonni non è finita qua, perché tra qualche giorno (qui tutti gli orari) tornerà in pista per la Madison in coppia con Elia Viviani. «Ora mi godo la medaglia, mi riposo un paio di giorni, tifo per Elia nell'Omnium e poi penserò all'Americana».
In conferenza stampa gli chiedono del suo futuro, l'anno prossimo la sua strada e quella di Viviani si separeranno. Lui resterà al Team Cofidis, Elia pare destinato a cambiare formazione. «Gli ultimi anni sono stati travagliati, abbiamo tutti sbagliato qualcosa e non raccolto quanto speravamo. Io a Elia sono grato e auguro il meglio. "La medaglia d'oro ti cambia la vita" ci aveva avvisato. Ci ha chiesto di non partire rassegnati per la finale e così abbiamo fatto. Come il suo oro di Rio2016 gli ha dato tanto sia in strada che su pista, spero che anche a ognuno di noi dia ulteriore consapevolezza nei nostri mezzi».
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