Soraya Paladin sta vivendo un sogno grande grande che mai avrebbe pensato potesse trasformarsi in realtà. L’atleta veneta della Liv Racing proprio oggi è in partenza verso Tokyo per le Olimpiadi, un onore immenso per la sua carriera fatta di successi e di belle soddisfazioni. «Fino al Giro stavo gestendo l’emozione piuttosto bene, ora l’ansia e l’adrenalina si sta facendo sentire» ci dice, la raggiungiamo mentre sta completando gli ultimi preparativi. La partenza è imminente e Soraya ne approfitta per raccontarci il suo Giro d’Italia e le sue speranze olimpiche.
Hai appena corso il tuo ottavo Giro d’Italia. Come è andata?
«Il mio bilancio è totalmente positivo, la mia idea era andare al Giro per completare la rifinitura in vista di Tokyo, volevo cercare la forma giusta, testare la gamba. Ho cercato di viverla nel modo più sereno possibile, senza prendere troppi rischi, ma cercando delle risposte importanti. La convocazione alle olimpiadi alcune settimane prima della partenza mi ha dato una carica incredibile».
Ti abbiamo visto più volte all’attacco: che risposte hai avuto?
«In molte giornate ho voluto un po’ divertirmi, mi sono lanciata all’inseguimento e ho capito che la condizione è buona e che a Tokyo potrei fare delle belle cose. E’ bello stare in gruppo, si fa sempre meno fatica, ma solo quando si sta con il vento in faccia si può capire la propria reale forma fisica».
Quale è stato il giorno più difficile?
«Sicuramente la penultima tappa con il Matajur, ma penso che sia stata una giornata terribile un po’ per tutti. In squadra avevamo Pauliena Rooijakkers che in salita va sempre molto bene e puntava ad una buona posizione in generale. Quel giorno ho fatto di tutto per aiutarla, l’ho portata fino a sotto la salita, ma lei purtroppo a 5 km dall’arrivo non si è sentita bene. E’ stata una brutta giornata, ormai avevo fatto gruppetto e non potevo molto aiutarla, la sua sofferenza è diventata anche la mia, sapevo quanto ci tenesse ad andare bene».
In gruppo la stessa Van Der Breggen ha detto che la tappa con la pioggia di Ovada l’ha messa a dura prova. Tu come l’hai vissuta?
«Quel giorno il grande problema è stato la paura di cadere. Le strade erano molto scivolose e diverse atlete sono finite a terra. Tutte eravamo un po’ intimorite perché quando hai un’Olimpiade alle porte sai che è quella la priorità e cerchi di non prendere rischi. Io ho cercato di rimanere calma, forse tirando un po’ di più il freno del solito, mi sono detta “Soraya, aspetta un attimo, non fare azioni affrettate che con una curva sbagliata potresti buttare tutto all’aria”, dopo tutto al giro posso tornarci ogni anno, alle Olimpiadi quando mi ricapita?».
Ti saresti mai immaginata di finire alle Olimpiadi?
«Sinceramente no. Quando mi è arrivata la convocazione è stato un tuffo di gioia, non riuscivo a crederci, è stato bellissimo ricevere anche tanto affetto da amici e tifosi. Penso che andare all’Olimpiade sia il sogno di ogni atleta, è il sentirsi appagata nel mondo dello sport in generale. Il giorno della gara è una festa per tutti, indipendentemente se si è appassionati di ciclismo o no, è il sentirsi parte di un tutto ancora più grande, l’unione di trovarsi insieme per tifare i colori della propria bandiera. È un po’ quello è successo nelle scorse settimane con la nazionale di calcio, fare parte di tutto questo è incredibile».
Come ti trovi con le altre tre ragazze convocate?
«Diciamo che vado sempre d’accordo con tutti, ma sono onorata di condividere l’avventura olimpiaca con 3 ragazze speciali. Elisa Longo Borghini è una grande campionessa, ha vinto gare molto importanti, Marta Cavalli è la più riservata tra tutte, ma è una bravissima ragazza con grandi doti. Poi c’è Marta Bastianelli che è quella che conosco meglio, ho corso diverso tempo con lei nel periodo della Cipollini, abbiamo condiviso grandi emozioni e anche l’europeo che ha vinto, sarà bello affrontare con lei l’olimpiade che è la ciliegina sulla torta della sua grande carriera».
Al Giro d’Italia c’erano molte delle pretendenti al titolo olimpico. Le hai studiate?
«Dopo quello che ha dimostrato al Giro, Anna Van Der Breggen è la favorita numero uno, ma anche Demi Vollering sta andando veramente molto forte. Diverse ragazze si sono però parecchio risparmiate, è il caso di Marianne Vos che io conosco molto bene, lei sicuramente sarebbe andata molto più forte di così ma ha preferito non correre rischi e andare a casa prima, lo stesso vale per Elizabeth Deignan che spesso ha deciso accontentarsi di un piazzamento ma ha una gamba veramente incredibile. Kasia Newiadoma invece non è proprio venuta in Italia, ma ho visto che è andata molto forte in Belgio e poi non dimentichiamoci di Annemieke Van Vleuten, è da un po’ che non si vede in giro e voci mi dicono che abbia una forma incredibile».
Molte atlete sono preoccupate dal caldo di Tokyo..
«Io in realtà sono molto più preoccupata del fuso orario. Il caldo sarà sicuramente un fattore determinante, alcune mie compagne di squadra che fanno parte della nazionale belga hanno fatto dei veri e propri allenamenti specifici sui rulli simulando il clima di Tokyo. Per certi versi possiamo dire che noi italiane siamo abbastanza avvantaggiate, veniamo da un Giro molto caldo e da noi le temperature sono sicuramente più alte che in altri Paesi».
Sulla carta l’Olanda è la squadra più forte in assoluto. Quale potrebbe essere il punto forte della nostra nazionale?
«Il nostro punto di forza è sicuramente la squadra, più volte abbiamo dimostrato che insieme riusciamo a fare grandi cose. Le olandesi sono sicuramente più forti di noi per quanto riguarda l’individualità, spesso si sono corse contro, dovremo riuscire a sfruttare tutto questo a nostro vantaggio».
In questa stagione tutti invidiano il tuo super fanclub, dovremmo aspettarci qualche novità in clima olimpico?
«Sono felicissima che ci sia tutto questo seguito, mia sorella Asja ha avuto una trovata incredibile con il fanclub. So che stanno organizzando un po’ di cose, ma non mi danno molti dettagli, secondo voci vorrebbero mettere dei maxi schermi per tutto il paese per seguirmi. Visto l’orario si godranno un’insolita colazione, spero che sia anche super felice».
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