LONGO BORGHINI. «STO BENE, HO DATO TUTTO, MA MARIANNE...»

DONNE | 08/07/2021 | 19:08
di Giorgia Monguzzi

Sull’arrivo di Puegnago del Garda Elisa Longo Borghini è stata protagonista di un’azione incredibile in compagnia di Marianne Vos, un attacco negli ultimi chilometri che le ha permesso di giungere seconda al traguardo.


«Il piano odierno della squadra era di provare a vincere con Lizzie Deignan, negli ultimi chilometri ci siamo messe davanti a tirare e abbiamo ricucito sul tentativo di Marta Bastianelli - spiega Elisa Longo Borghini a tuttobiciweb - quando mancavano 1,5 km ho visto un’atleta del team Canyon Sram scattare, mi trovavo in prima posizione a fare l’andatura, Lizzie mi ha chiesto di chiudere. A quel punto ho dato tutto quello che avevo, Marianne non mi ha mai dato un cambio, mi ha battuto di astuzia e forza».


Dopo essere uscita di classifica nella tappa di Prato Nevoso, Elisa Longo Borghini sta vivendo un altro tipo di Giro, non pensa alla maglia rosa, ma la troviamo davanti al gruppo come una vera gregaria a supportare le sue compagne. «In questi giorni fa caldo - ci dice - di solito ne soffro incredibilmente invece oggi sono stata bene. Significa che sto migliorando e sono sulla strada giusta.»

La strada è quella verso Tokyo anche se la campionessa italiana preferisce fare una cosa alla volta, finire il Giro e poi concentrarsi sulle olimpiadi. Eppure il podio di oggi ha tre autentiche campionesse - Marianne Vos, Anna Van Der Breggen e la stessa Longo Borghini - che sono tra le più attese per la kermesse olimpica.

In questi giorni la Trek Segafredo sta andando veramente forte, vuole vincere una tappa e la campionessa italiana è spesso davanti al gruppo delle trenate micidiali. Domani c’è una tappa piatta e il team americano potrebbe piazzare il colpaccio. «Abbiamo più carte in squadra- ci dice infine Elisa - Lizzie è la nostra donna di classifica, ma domani saremo tutte per Lucinda Brand, è la nostra velocista anche se oggi è andata a vestire un’inaspettata maglia verde. Diciamo che è un po’ la nostra Wout Van Aert personale».

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