Il nome di Egan Bernal era già uno dei più gettonati alla partenza da Torino e dopo 6 tappe e due arrivi in salita ha dimostrato che tra gli uomini di classifica al momento è quello più forte. A Sestola era stato già il migliore tra i big, ma ieri, sulla salita verso Ascoli Piceno ha messo a lavorare tutta la squadra giungendo poi secondo al traguardo. Ora è terzo nella generale a 16” dalla maglia rosa di Attila Valter.
«Sulla carta la tappa era abbastanza impegnativa, ma penso che il clima abbia reso le cose molto più difficili: alla partenza di Frasassi non ci aspettavamo cl pioggia, non eravamo pronti mentalmente ad affrontare questo tipo di condizioni, a metà gara abbiamo anche preso una grandinata - racconta Egan Bernal in una diretta social con i colleghi della televisione colombiana -: siamo partiti veramente forte, sembrava che volessero tutti andare in fuga. L’idea era quella di controllare e di fare un ritmo alto durante tutte le salite, Filippo Ganna ha fatto un lavoro veramente incredibile, peccato per la foratura di Castrovejo che ha rovinato un po’ tutti i nostri piani. L’attacco di Martinez nel finale non era assolutamente preparato, abbiamo fatto la conta dei presenti e ci siamo parlati, se volevamo che qualche corridore si staccasse dovevamo inventarci qualcosa e così abbiamo agito di conseguenza, infatti in molti hanno pagato».
Stando alla sentenza delle prime salite, Evenepoel ha tutte le carte in regola per essere l’avversario più pericoloso. Egan Bernal si è già fatto un’idea precisa sui suoi avversari, teme il talentino belga, ma il Giro è solo all’inizio.
«Viste queste prime due tappe di salita Remco ha dimostrato di essere sicuramente il più temibile, ma è presto per dirlo. In questi primi giorni il tempo ha fatto la corsa dura, ma nelle prossime settimane arriveranno le grandi montagne che sicuramente emetteranno una sentenza definitiva. Poco per volta mi sto costruendo un piccolo vantaggio in classifica, anche con l’attacco di ieri ho preso un bel tesoretto di secondi, sembra poco, ma se riuscissi a mantenerlo fino all’ultima tappa sarebbe davvero difficile recuperarlo con la sola crono finale. Per il momento Simon Yates non sembra molto pimpante, sinceramente mi aspettavo più da lui, ma è ben lungi dall’essere spacciato. I distacchi sono veramente minimi ed una giornata non al top può capitare a tutti. Ricordiamoci che è successo più volte che corridori staccati di diversi minuti facciano un recupero incredibile e vadano a vincere il Giro. Penso che quello che ha fatto qualche anno fa Chris Froome serva da lezione a tutti quanti».
Egan Bernal si è presentato al via del Giro dopo una stagione caratterizzata da dei problemi alla schiena, i suoi dolori fisici sono proprio una delle incognite che lo accompagnano fin dalla partenza della corsa rosa. Il vincitore del Tour 2019 ha voluto specificare circa il suo stato fisico «Devo ammetterlo, la schiena mi fa male. Il dolore è soprattutto all’inizio e fino a metà tappa, mi è inevitabile pensarci e chiedermi se mi farà male anche nelle fasi finali di corsa e se possa condizionare le mie prestazioni. Poi però inizia a salire l’adrenalina, arriva il dolore nelle gambe e quello alla schiena passa in secondo piano. È difficile, ma poco alla volta sto imparando a conviverci».
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