GIRO D'ITALIA 2021. TERZA TAPPA, INSIDIE NEL FINALE

GIRO D'ITALIA | 10/05/2021 | 08:20
di Giuseppe Figini

Pure questa tappa è disputata per intero in Piemonte, regione che gioca la parte del leone nella fase iniziale di questa edizione n. 104 della corsa e che ritroverà poi anche nel finale. Il ritrovo e il via sono previsti a Biella, capoluogo di provincia che si compone fra il Piano, zona alla riva destra del fiume Cervo, e quella di Piazzo, adagiata leggermente più in alto, su leggere ondulazioni, con l’originale struttura medievale sorta fra il 1300 e il 1500. Fra le testimonianze storiche e artistiche del passato si possono ricordare il Battistero, la Cattedrale, il campanile di Santo Stefano e numerose ville e palazzi di specifico valore.


La città è nota, a livello internazionale, per le sue attività d’avanguardia, in special modo nel settore tessile. E’ apprezzato il Parco Naturale Speciale della Burcina.


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Era di Biella (1827-1884) Quintino Sella, politico e per tre volte ministro delle finanze del Regno d’Italia, scienziato specializzato in mineralogia che è stato pure, nel 1863, fra i fondatori del CAI, il Club Alpino Italiano. Altra figura di rilievo biellese è stata Giacomo Debenedetti (1901-1967), saggista e critico letterario.

Nel suo territorio, a m. 1180, sorge il grandioso complesso del santuario mariano dedicato alla Madonna Nera, il più celebre luogo di pellegrinaggio della regione, uno dei più antichi ed estesi d’Italia, che ha conosciuto grande sviluppo nelle strutture d’accoglienza nel 1600, grazie a Casa Savoia, con la fattiva opera degli architetti Filippo Juvarra e Guarino Guarini. Dal 2002 è compreso nella lista dei patrimoni dell’umanità UNESCO.

Il luogo è legato al Giro d’Italia per le tappe che qui sono terminate. Fu Vito Taccone a inaugurare la serie nel 1963, poi Massimo Ghirotto nel 1993, nel 1999 la celeberrima rimonta con vittoria di Marco Pantani, successo di Marzio Bruseghin nella cronoscalata del 2007, Enrico Battaglin nel 2014 e, infine, Tom Dumoulin in maglia rosa, rivestita poi nell’arrivo finale, nel suo vittorioso Giro d’Italia.

Biella città ha visto nel 1964 la vittoria di tappa di Gianni Motta e nel 1996 quella del danese Nicolay Bo Larsen mentre per sei volte, compresa questa, è stata sede di partenza.

Il tracciato s’indirizza a sud toccando Vergnasco, la frazione più popolosa del comune di Cerrione e procedere poi per Salussola, quindi Cavaglià, con varie costruzioni di rilievo, che è il paese di Giuseppe Santhià (1886-1978), corridore professionista che ha vinto il Giro del Piemonte 1914 e di tre tappe nei 9 Giri d’Italia disputati. Si passa poi nella provincia di Vercelli toccando Cigliano, con la sua antica torre civica dotata di sette campane e la chiesa parrocchiale di S. Emiliano, Livorno Ferraris, comune che presenta ora nella denominazione il nome di Galileo Ferraris (Livorno Piemonte 1847-Torino 1897), ingegnere e scienziato scopritore del campo magnetico rotante e del motore elettrico in corrente alternata, poi pure senatore. Il fratello Adamo fu il medico di Giuseppe Garibaldi. La coltivazione risicola, favorita da numerosi corsi d’acqua, è attività preminente. Segue Crescentino, alla confluenza della Dora Baltea nel Po, è all’interno della riserva speciale della palude San Genuario. Qui è nato Cinico Angelini, nome d’arte di Angelo Cinico (1901- Roma 1983), musicista, compositore e direttore d’orchestra, di grande popolarità, soprattutto radiofonica, dal 1930 agli inizi degli anni 1970. E’ d’interesse il santuario della Madonna di Palazzo. Alla tradizionale attività legata al riso Crescentino, ha affiancato varie attività metalmeccaniche legate allo sviluppo, nel circondario, d’impianti per la produzione d’energia.

Si prospetta quindi una brevissima incursione nella provincia di Torino per Cavagnolo, con l’antico complesso religioso dell’Abbazia di Santa Fede, e giungere in quella di Asti incontrando Cavallo Grigio, frazione di Rodella, poi Colcavagno, comune di Montiglio Monferrato, con antico castello per proseguire, sempre in pianura, per il bivio di Castell’Alfero, nella Valle Versa, zona di vigneti.

Si giunge quindi ad Asti, storica città con il caratteristico rosso dei mattoni e il giallognolo del tufo, tratto distintivo della città d’origine medievale con le molteplici torri.  Fra i numerosi motivi architettonici si pone in primo piano la Collegiata romanico-gotica di San Secondo, dove sono custodite le reliquie del patrono cittadino, la cattedrale di S. Maria Assunta, pregevole esempio di gotico-piemontese, la medievale Rotonda d S. Pietro caratterizzano l’architettura religiosa mentre Palazzo Catena, Palazzo Zoya, Palazzo del Podestà, le numerosi torri e la bella e centrale Via Alfieri. Sempre seguito e sentito è il Palio di Asti con cavalli montati “a pelo”, senza sella.

“Piatto forte” e qualificante è l’enogastronomia astigiana, con la punta di diamante dell’Asti Spumante DOCG, dolce e secco, apprezzato internazionalmente con i vini rossi - Barbera, Dolcetto, Grignolino, Freisa e Ruché – che accompagnano molteplici e gustose proposte culinarie.

Sono nati a Asti Vittorio Alfieri (1749-Firenze 1803), drammaturgo e poeta, Paolo Conte (1937), raffinato musicista e avvocato, Giorgio Faletti (1950-Torino 2014), poliedrico artista e scrittore mentre la figura di Giovanni Gerbi (1885-1955), il “Diavolo Rosso”, storico pioniere delle due ruote, è il primo riferimento ciclistico.

Gli arrivi del Giro ad Asti hanno visto quali vincitori, Giuseppe Olmo 1935, Rik Van Looy 1960, Vito Taccone 1963, Alessandro Petacchi 2003, il polacco Josef Cerny nel 2020, che anticipa con un allungo a 20 km. dall’arrivo il gruppetto dei suoi compagni di fuga. E’ stata una tappa “dimezzata” quella che doveva partire da Morbegno per le proteste dei corridori per la lunghezza, 258 km., giudicata eccessiva, del chilometraggio e adducendo pure le condizioni meteo con pioggia. Il nuovo via fu dato da Abbiategrasso, a sud di Milano, con distanza ridotta a km. 124,500. Si trova poi, in successione, lungo l’itinerario, il bivio per Mongardino, Montegrosso d’Asti, caratteristico comune appartenente all’Associazione Italiana Città del Vino, poi Castelnuovo Calcea, dove sono nati Angelo Brofferio (1802-Minusio 1866), poeta, drammaturgo, politico e Bruno Beneck (1915-Roma 2003), giornalista, regista televisivo anche con La Domenica Sportiva e polivalente dirigente sportivo, padre delle nuotatrici Anna e Daniela.

L’itinerario contempla il passaggio da Canelli, all’inizio della Valle Belbo, il centro più importante della provincia dopo il capoluogo, per numero d’abitanti – circa diecimila – e per realtà produttive e culturali. Parte del piacevole abitato è disposta sul colle mentre lunghissime cantine sotterranee, definite “cattedrali del vino” ospitano milioni di bottiglie d’Asti spumante lasciate a fermentare alla temperatura costante di 12-14 gradi. Sviluppata è anche la locale industria eno-meccanica collegata al vino.

Nel giugno 2014 Canelli e l’Asti Spumante entrano nel patrimonio dell’umanità UNESCO, come parte integrante del Paesaggio vitivinicolo del Piemonte, ossia Langhe-Roero e Monferrato.

Lo storico Castello del secolo XI^ sorge sulla parte più alta del colle ed è stato ristrutturato in vari periodi. Nel 1930 è stato trasformato in elegante villa ed è di proprietà della famiglia Gancia. Le parrocchiali di San Tommaso e quella di San Leonardo sono di maggiore rilievo fra varie altre.

Subito dopo la tappa muta l’altimetria con un finale variamente mosso con il GPM di 3^ cat. di Piancanelli, località del comune di Loazzolo così come la sua frazione di Quartino, al termine della discesa.

Si entra da qui in provincia di Cuneo, nella Langa (definizione piemontese per la particolare morfologia dei crinali delle alture della zona) salendo ai m. 540 di Càstino, GPM di 4^ cat., con varie chiese. Dopo la frazione di Campetto si prospetta Borgomale, con la chiesa di S. Eusebio per affrontare un altro GPM di 4^cat. ai m. 625 di Manera (Bric del Ferro), frazione di Benevello.

Si scende a Ricca, frazione di Diano d’Alba, per poi attraversare Alba, la capitale delle Langhe, sulla sponda destra del Tanaro, che sorge su un rilievo con un piano che consente la vista sulle circostanti colline delle Langhe e del Roero. E’ la capitale del tartufo bianco e dal 1928 la Fiera internazionale del Tartufo Bianco propone il meglio del prezioso tubero. La struttura centrale presenta i viali che si sviluppano lungo il tracciato poligonale delle antiche mura con il nucleo medievale centrale che conserva delle torri e case-torri che caratterizzano Alba. Diversi sono gli edifici in stile romano-gotico e barocco. Il Duomo gotico, della fine del XV^ secolo, la chiesa di S. Domenico, quella di S. Giovanni Battista e altre, oltre al Palazzo del Comune e vari edifici che fiancheggiano la centrale Via Vittorio Emanuele, sono costruzioni che abbelliscono la città.

In tema di vini sono in primo piano i DOCG Barbaresco, Moscato e Barolo con i DOC Barbera, Dolcetto e Nebbiolo che va di pari passo con l’aspetto gastronomico con varie proposte di livello eccellente.

Molto sviluppato è pure il settore industriale che propone nomi di rilievo internazionale come Ferrero, l’Editrice San Polo, Mondo (leader mondiale nella produzione di gomme e materiali per grandi superfici calpestabili), e nel tessile con Miroglio.

E’ di Alba lo scrittore e partigiano Beppe Fenoglio (1922-1963, cantore delle Langhe con Cesare Pavese, e della Resistenza nella zona di Alba, Roberto Longhi (1890-1970), accademico d’Italia, storico e critico d’arte, il giornalista Aldo Cazzullo (1966) e il corridore professionista Diego Rosa (1989).

Il belga Guido Reybrouck nel 1968 e Alessandro Petacchi nel 2004, sono stati i vincitori allo sprint delle tappe del Giro d’Italia ad Alba, città che ha puro ospitato arrivi del Giro del Piemonte e partenze di tappa nel 2011 e nel 2020.

Si passa quindi da Vaccheria, frazione di Guarene, comune della zona del Roero, con il Castello Provana e diverse interessanti chiese, e proseguire per Vezza d’Alba, con il vino bianco Arneis e sviluppata agricoltura, toccare Occhetti, nel comune di Monteu Roero e raggiungere così il traguardo di Canale.

Canale è una novità della speciale geografia rosa del Giro. Sorge fra le colline del Roero, conta circa 5.500 abitanti, sulla sinistra del fiume Tanaro, territorio della parte nord-orientale della provincia di Cuneo, che prende il nome dall’omonima casata di Asti che dal periodo medievale, e poi per vari secoli, ha qui dominato. E’ stato ufficialmente incluso, con Langhe e Monferrato, nel 2014, nella lista dei beni del Patrimonio Umanità UNESCO. Diverse sono le Rocche del Roero, risultato di un fenomeno geologico di erosione con forre, gole profonde e calanchi caratteristici.

La zona è principalmente coltivata a vigneto e frutteto. Il Roero rosso, il Roero Arneis, vino bianco, fruiscono della denominazione DOCG mentre il Roero Arneis spumante è DOC.

Il centro del comune è soprattutto disposto nella parte piana con frazioni e borgate sparse sui rilievi circostanti, in piacevolissimo scenario. Nella centrale Via Roma sono visibili i portici risalenti al periodo comunale. Fra gli edifici religiosi sono di rilievo la chiesa parrocchiale di San Vittore, quella di San Giovanni Decollato, di San Bernardino e altre ancora.

Molteplici sono le manifestazioni che ricordano vari momenti e specificità di cultura di Canale legati alla tradizione quale la “Fiera del pesco” e altre ancora.

L’economia si basa soprattutto su piccole aziende e sui produttori agricoli, in particolare viticoltori. E’ sempre in incremento una corrente turistica attratta dalle specificità del territorio, in differenti ambiti e versanti.

 

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