Domenica 11 aprile, se la perdurante pandemia non ne avesse determinato il rinvio al 3 ottobre, avrebbe dovuto andare in scena la 118^ edizione della Parigi-Roubaix. Nel sontuoso albo d'oro della classica del pavè, che annovera i più bei nomi del ciclismo mondiale di tutti i tempi, figurano due soli corridori piemontesi: i fratelli Serse e Fausto Coppi, impostisi rispettivamente nel 1949 e nel 1950. Due successi diversissimi fra loro: rocambolesco e un po' fortunoso quello di Serse, netto ed inequivocabile quello conseguito l'anno successivo dall’Airone.
Il 17 aprile 1949 i due grandi favoriti erano Fausto Coppi, reduce dalla vittoria nella Milano-Sanremo, e il belga Rik Van Steenbergen, riconosciuto re dello sprint. Ma i due si controllarono e nel finale andarono via quattro elementi di seconda fascia: i belgi Mathieu e Leenen, il francese Mahè e il basco naturalizzato francese Moujica. Alle loro spalle si formò un plotoncino di sette corridori, comprendente Serse Coppi. Davanti rimasero in tre a causa della caduta di Mathieu, gli inseguitori si avvicinarono, ma i fuggitivi sembravano aver partita vinta. Senonchè a Roubaix, disorientati dalla folla e frastornati dalla fatica, ma forse anche a causa di un errore di segnalazione di un gendarme di servizio, i primi tre non infilarono l'arco di ingresso al velodromo. Accortisi dell'errore, entrarono in pista da un ingresso secondario e disputarono lo sprint, vinto da Mahè. Poco dopo Serse vinse la volata degli inseguitori, tagliando il traguardo in quarta posizione. Ma la successiva squalifica dei primi tre, rei di non aver effettuato il percorso regolamentare, ribaltò l’ordine d’arrivo e Serse venne proclamato vincitore. Ma le polemiche continuarono per molti mesi e solo a novembre, in occasione del congresso dell'Uci a Zurigo, venne adottata una decisione salomonica: primi Andrè Mahè e Serse Coppi ex-aequo. Il francese, amareggiato per una soluzione a suo dire politica, da allora non rivolse più la parola ai due fratelli di Castellania.
Il 9 aprile 1950, a distanza di 12 mesi, Fausto mise definitivamente a tacere le polemiche dell'anno prima con una prestazione maiuscola. Al rifornimento di Arras allungò dal gruppo e in breve si portò sui francesi Diot e Sciardis, in fuga da molti chilometri. Per un breve tratto gli resistette Diot, poi Coppi accelerò. Dopo 45 chilometri di fuga solitaria arrivò a Roubaix con 2'41'' su Diot e 5'24'' su Fiorenzo Magni, terzo. Memorabile la frase di Diot: "Ho vinto la Roubaix, Coppi era fuori concorso". Nella "regina" delle classiche del Nord Fausto giunse anche due volte secondo: nel '52, battuto allo sprint da Van Steenbergen, e nel '55, allorchè si impose per distacco il francese Jean Forestier e Coppi regolò l'iridato transalpino Louison Bobet nella volata per il posto d'onore.
da La Stampa – edizione di Alessandria
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