«Se un simile gesto lo fa un ciclista normale, deve prendere due o quattro anni di squalifica. Se lo fa un nostro ciclista, deve prendere la radiazione, con l’aggiunta di una buona dose di ceffoni». Un tweet chiaro e inequivocabile, che palesa lo stato d’animo di Valentino Sciotti, patron della Vini Zabù, grande appassionato e praticante ciclista, da anni vicino al nostro mondo, che in più di una circostanza non si è mostrato per nulla riconoscente.
Lui con la Vini Fantini è vicino al progetto dell’Accademia Israeliana, sarebbe più che sufficiente, ma quando c’è da dare una mano lui c’è e così si è rimesso al fianco di Angelo Citracca e Luca Scinto, per dare forma ad una squadra italiana, un’opportunità in più per i corridori di casa nostra che di occasioni non ne hanno poi molte.
Lo raggiungo telefonicamente a fine giornata, quando la rabbia si è un po’ stemperata, anche se le sue parole sono pesanti come pietre.
«Al momento non ho sentito nessuno, nessuno della squadra, né Angelo (Citracca, ndr) né Luca (Scinto, ndr), non so neanche chi sia questo ragazzo, dico solo che sono amareggiato e scoraggiato come pochi. Quello che mi da fastidio è che questi ragazzi non possono chiudere questa faccenda con una semplice squalifica e basta. Noi come team subiamo danni inenarrabili. Questi devono pagare il team per il disagio che hanno arrecato. Anche il nuovo presidente Federale, Cordiano Dagnoni, che non ho il piacere di conoscere, spero che qualcosa possa fare».
Però, scusi la franchezza Sciotti, questo ragazzo non doveva essere in gruppo, tra i professionisti, non ne aveva i requisiti minimi necessari. In gruppo ci sono troppi corridori come Matteo che non hanno risultati sufficienti per poter ambire a questo proscenio, il vero problema sta tutto qui e qui mi fermo…
«So a cosa allude, ma io non faccio le squadre, non allestisco i roster, non so davvero chi sia questo Matteo De Bonis».
Ognuno ha le proprie ragioni, però ognuno ha anche le proprie colpe e non sono poche…
«Ci servirà da lezione. È chiaro che qualcosa va cambiato, anche a livello regolamentare».
Le regole ci sarebbero anche, ma non sono minimamente prese in considerazione.
«Per questo ho detto che spero che il neo presidente della Federazione Ciclistica Italiana Dagnoni ci metta mano».
Crede ancora al Giro d’Italia?
«Credo che questo ragazzo ci ha messo in gravi difficoltà. È giusto che l’Uci faccia quello che deve fare, ma la speranza è che capiscano che la colpa non è solo nostra. Anzi, siamo chiaramente la parte lesa».
Parte lesa lei come sponsor e come patron del marchio Vini Zabù, ma questo Matteo De Bonis non l’ho certo ingaggiato io...
«A questo proposito mi riservo di parlarne con Angelo Citracca, quando avrò modo di sentirlo».
Sono le 19.30, ci salutiamo.