Marina Romoli festeggia un'altra vittoria. L'ex ciclista azzurra, presidente della Marina Romoli Onlus, si è laureata ieri con il massimo dei voti. La 32enne marchigiana ha conseguito la laurea specialistica in Neuroscienze cognitive e riabilitazione neuropsicologica presso il campus di Cesena dell'Università di Bologna con la tesi Long-term effects of mild traumatic brain injuries in athletes to oculomotor performances, visual perception and visual motor skills.
Marina, studentessa modello, si è concentrata su un tema molto interessante e, troppo spesso, sottovalutato dal nostro sport: il trauma cranico che ogni anno nel mondo causa più di 10 milioni di ospedalizzazioni, la maggior delle quali riguarda giovani adulti, molti dei quali sono atleti. Nel suo elaborato Marina, seguita dalla relatrice Mariagrazia Benassi, ha presentato uno studio pilota condotto su un campione di atleti professionisti con mtBI (Mild Traumatic Brain Injury) confrontati con un gruppo di controllo, con l’obiettivo di sviluppare una batteria di valutazione della funzionalità visuo-motoria, fine-motoria, visuo-percettiva, esecutiva e attentiva, per valutare gli effetti a lungo termine dei traumi cranici lievi. Dal confronto tra atleti che hanno sofferto mTBI ed atleti sani, i risultati mostrano inferiori perfomarce ai test fine-motori, visuo percettivi ed esecutivi, oltre a maggiori tempi di latenza nei compiti oculomotori. Grazie ai risultati dello studio, la metodologia e il setting utilizzati sono risultati idonei e utili per sviluppare future indagini riguardanti le conseguenze neurocognitive dovute al trauma cranico lieve e a fornire indici e parametri di recupero utilizzabili durante futuri clinical trials che andranno a testare potenziali interventi clinici e riabilitativi su pazienti con mTBI.
Cosa farà ora la dottoressa Romoli? «Per prima cosa mi riposo perchè ne ho proprio bisogno. Appena sarà possibile inizierò il tirocinio professionalizzante, prima di poter lavorare a tutti gli effetti come psicologa dovrò trascorrere un anno sul campo. In parallelo vorrei continuare la ricerca che ha caratterizzato la mia tesi sugli sportivi che hanno avuto traumi cranici nel corso della loro vita e i correlati deficit cognitivi che a questi potrebbero essere associati» racconta sorridente Marina, che ha dovuto discutere la tesi online come accade a tutti i laureandi in epoca covid, e ha potuto festeggiare solo con i familiari più stretti (nella foto con lei troviamo mamma Marisa, il fratello Paolo, il papà Giordano e la cagnolina Marilyn, ndr).
«Per quanto riguarda il futuro lavorativo spero di lavorare come neoropsicologa in ospedale ma anche a livello sportivo, non solo nella fase riabilitativa ma anche come “allenatore” delle abilità cognitive. Questo aspetto rimane spesso all'oscuro invece è fondamentale che sia monitorato per il benessere e l'efficienza dell'atleta. E poi continuerò a studiare per diventare psicoterapeuta perchè è proprio vero che non si finisce mai di imparare».
Ha ragione questa piccola grande donna, che ancora una volta con la sua grinta e forza di volontà dimostra di essere una campionessa fuori dal comune. Complimenti dottoressa!