Difficile rimanere indifferenti leggendo il comunicato ufficiale emesso dalla FCI (potete leggerlo qui), relativo alla riunione del Consiglio Federale tenutasi il 29 gennaio scorso. Dopo le immancabili premesse, in cui si fa riferimento, ancora una volta, alla “complicata gestazione” del Velodromo di Spresiano (capitolo assai delicato, che sta molto a cuore al Presidente e ai suoi adepti locali), risalta in modo prepotente il modo di operare del Consiglio Federale uscente.
A pochi giorni dalla scadenza del mandato, il massimo organo federale continua ad “imporre” scelte, in questo caso anche di politica internazionale, dimenticando il sempre più prossimo appuntamento assembleare. Negli ultimi tempi, solo per fare qualche esempio, abbiamo assistito alla sistematica assegnazione di Campionati e manifestazioni. E, di pari passo, si sono rinnovati accordi per un intero quadriennio, come nel caso l’affidamento degli Internazionali d’Italia di Cross Country (addirittura fino al 2024). Ben oltre l’ordinaria amministrazione anche la costituzione di gruppi di lavoro, altra scelta incurante dell’imminente scadenza assembleare.
Alla luce di queste considerazioni, l’assemblea nazionale pare per i padroni del vapore una semplice e pura formalità, quasi una seccatura, come a sottolineare che nulla potrà cambiare dalle parti dello Stadio Olimpico. E così si indicano addirittura i rappresentanti italiani per importanti cariche internazionali, candidati che potrebbero rivelarsi non funzionali a un eventuale nuovo corso nazionale. Un film già visto, che ricorda quando già avvenuto nel 2004 con l’elezione di Claudio Santi, circostanza che l’allora candidato alla presidenza criticò aspramente.
Per i più distratti ricordo che la vicenda, dopo l’elezione di Renato di Rocco a presidente della FCI, si concluse con le dimissioni di Claudio Santi, considerato estraneo agli obbiettivi del nuovo CF. Perché è necessario arrivare a questo? Perché l’attuale CF non si limita all’ordinaria amministrazione a 20 giorni dalla scadenza del proprio mandato? Tutto questo risulta strano solo al sottoscritto?
In questa lunga campagna elettorale si sentono appelli quotidiani alla correttezza, ai toni più o meno alti, a quanto belli e bravi siano alcuni dirigenti, mentre alcuni candidati sono apostrofati come brutti e cattivi. Nessuno sente il bisogno di alzare un dito di fronte a un chiaro quanto evidente abuso di potere? Il movimento ciclistico italiano, lo ribadisco, vive ormai da tempo in una sorta di ambiente narcotizzato, assuefatto a ogni genere di scorrettezza. I componenti del CF continuano ad avvallare le decisioni del Presidente, nonostante affermino in pubblico di ragionare con la loro testa e rivendichino a parole un’autonomia di pensiero. I fatti, però, testimoniano il contrario. Cosa pensano gli altri autorevoli candidati alla Presidenza? Per loro va tutto bene? È tutto normale? Più che rispondere al sottoscritto, non merito tanta attenzione, dovrebbero sentirsi in dovere di comunicarlo al movimento che si candidano a gestire e a rappresentare.
Silvio Martinello