Dopo 20 anni trascorsi a pedalare Federico Zurlo volta pagina, scende dalla bici e lo fa senza rumore. Non è un tipo che drammatizza, ma è un addio amaro, immaginava un finale diverso.
Smette per mancanza di opportunità: dopo due anni nel ciclismo World Tour (Lampre e Uae) è finito due gradini più in basso, fra le Continental, che come parentesi poteva andargli bene, non certo come condizione stabile. Gli hanno prospettato una bella opportunità di lavoro e non ci ha pensato due volte.
Federico Zurlo, di Tezze sul Brenta, 27 anni fra un mese, è cresciuto a pane e bici. Dai sette anni e per tutte le giovanili partecipare era vincere: su strada, su pista e nel ciclocross. Un centinaio i suoi successi in totale, una maglia di campione italiano in pista e cinque nel ciclocross. Un purosangue che, dopo il quarto posto al mondiale strada juniores 2012 e avere vinto molto fra gli under, era stato accolto fra i professionisti con i dovuti onori. Fra i big ha ottenuto tre successi e all’attacco ci sapeva andare, vedi le fughe alla Parigi-Roubaix, al Giro delle Fiandre e alla Milano-Sanremo. Alla Tirreno-Adriatico 2016 è stato premiato come più combattivo. Poi qualcosa è andato storto, e quando esci dall’empireo del ciclismo la forza centrifuga ti scaraventa lontano.
“Sicuramente avrò commesso i miei errori, ma credo che il principale sia essermi fidato delle persone sbagliate – racconta Zurlo -. Nel 2017 chi doveva tutelare i miei interessi mi disse di stare tranquillo, che per il rinnovo alla Uae non ci sarebbero stati problemi. Io pensai solo a fare il mio lavoro, poi mi ritrovai fuori dall’organico e senza avere preparato delle alternative. L’altro sgambetto risale a fine 2019. Con la Giotti Vittoria mi ero mosso bene, avevo ottenuto buoni risultati. Fui chiamato dalla E-Powers, la società ungherese che mise sotto contratto molti corridori (anche Rebellin, ndr). Quando il progetto naufragò senza alcun preavviso le altre possibilità che avevo erano svanite”.
“Io ho sempre cercato di fare il mio lavoro onestamente, quando mi dicevano di andare in fuga ci andavo. Forse avrei dovuto pensare un po’ più a me stesso - riflette Federico Zurlo -. Speravo di poter trovare un posto in una squadra Professional, anche se mi rendo conto che oggi è molto difficile accasarsi. Questo mi avrebbe dato sicuramente gli stimoli per continuare. Fortunatamente li ho trovati in un’opportunità che mi è stata offerta qualche mese fa, sono stato coinvolto in un progetto commerciale a Dubai, da dove sono appena tornato. Naturalmente c’è di mezzo il ciclismo. Sono entusiasta di lanciarmi in questa nuova avventura, e lo faccio senza rimpianti o recriminazioni per quel che è stato. L’importante è che, chiusa una porta, se ne sia aperta subito un’altra”.
da il Giornale di Vicenza
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