I primi in assoluto, tra ammirazione e un pizzico di invidia è stata la UAE Emirates, che ha vaccinato tutti i propri atleti, dal vincitore del Tour de France a Marc Hirschi, l’ultimo arrivo in casa emiratina, anche se non è chiaramente l’ultimo arrivato. Tutti i componenti del team di Mauro Gianetti sono stati vaccinati ad Abu Dhabi, compresi i nostri Matteo Trentin e Davide Formolo, confermando una volta di più, però, che non esiste un protocollo Uci da seguire: ogni squadra è soggetta ai vincoli governativi. L’UAE, come già scritto da tuttobiciweb, ha scelto il vaccino cinese della Sinopharm, che in Europa non è stato ancora riconosciuto, quindi l’interrogativo: Trentin e Formolo, se dovessero correre in Europa, sono da considerare già vaccinati?È chiaro che al momento, in nessuno sport, gli atleti – nemmeno quelli di interesse olimpico – sono stati inseriti tra le categorie con priorità.
Patrick Lefevere, 66enne team-manager di lungo corso alla Deceunick del campione del mondo Julian Alaphilippe, nell’ultimo incontro stampa si è limitato a dire che il Belgio è ancora indietro nelle vaccinazioni. In ogni caso l’Uci, la mamma del pedale che tutto pensa, dispone e muove, starebbe pensando ad una vaccinazione di massa almeno per il tre Grandi Giri e non è assolutamente escluso – anzi – che lo stesso stia pensando il Cio, pronto a chiedere l’obbligo di vaccino per gli atleti olimpici.
Intanto, da noi, martedì scorso all’ospedale di Baggiovara la prima atleta vaccinata è stata Rachele Barbieri (nella foto), alla quale è stata somministrata la prima dose del vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech. Pistard di successo— il titolo iridato 2017 nello scratch finora è l’apice per la 23enne modenese — ma anche poliziotta (Fiamme Oro) e volontaria dell’Avap, l’associazione volontari assistenza pubblica. Ecco perché ha avuto la precedenza nella somministrazione dei vaccini. Rachele ha completato il corso a fine 2020 e capita che salga anche in ambulanza per le emergenze. «È ovvio che sia favorevole – spiega oggi la Barbieri a Ciro Scognamiglio sulla Gazzetta dello Sport -, perché si tratta dell’unica soluzione che ci permetterà di uscire definitivamente da questo disastro. Ho avuto solo un minimo indolenzimento nella zona della puntura, nient’altro», dice.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.