«Cosa posso dire? Che sono orgoglioso di quello che ha fatto Richard (Carapaz, ndr), alla faccia di chi continua a sosstenere che la sua vittroia al Giro d'Italia è stata solo per grazia ricevuta, per quella rivalita Nibali-Roglic che gli ha spalancato la porta verso il trionfo. Richard è un corridore solido, e anche oggi in una tappa difficilissima l'ha fatto vedere, attaccando fino alla fine per provare a far saltare il banco. Per lui un secondo posto a soli 24" da un corridore di valore assoluto come Roglic che non è assolutamente un brutto risultato, ma la coferma che Richard nei prossimi anni sarà uno degli uomini più importanti nelle corse a tappe».
Giuseppe Acquadro, 53enne manager biellese di importantissimi campioni ad incominciare da Egan Bernal, è comunque soddisfatto. «È chiaro che ho accarezzato il sogno - dice a tuttobiciweb -, però Primoz è stato bravo a gestirsi, a non perdere la calma e non andare in confusione».
Inutile però sollecitarlo sulla condotta di gara dei Movistar, soprattutto nel finale, ampiamente criticata sulla tivù spagnola anche da Pedro Delgado. «Ognuno fa la sua corsa e soprattutto fa quello che meglio crede - dice -, anche se gli occhi per vedere quello che hanno i Movistar nel finale ce li hanno tutti».
Sulla questione Jakub Mareczko che in un primo momento sembrava diretto verso la Eolo di Ivan Basso, Acquadro si smarca con una mezza rivelazione. «Sono solo sicuro di una cosa: tornerà a correre per un team italiano». Che torni alla corte di Angelo Citraca e Luca Scinto? Ah saperlo...