Lo abbiamo visto trainare Carapaz in salita con tutta la sua grinta in questa Vuelta, senza rivendicare nulla per se stesso. Chris Froome al servizio degli altri non si nasconde e risponde a testa altava chi vorrebbe il suo ritiro. «Ho ricevuto innumerevoli tweet in cui mi dicono di fare i bagagli ora. Ma se mi fossi arreso ogni volta che le cose si facevano difficili durante la mia corsa ciclista, non avrei mai ottenuto nulla. Credetemi quando vi dico che sono lontano dall'essere finito».
Queste sono le parole di un Chris Froome venuto alla Vuelta per ritrovare se stesso, prima ancora del risultato sportivo e che risponde senza timore a chi lo vede sconfitto. Un anno fa, alla presentazione del Tour 2020, il keniano bianco camminava male, perché nel suo femore c’era ancora una placca di metallo, inserita nel giugno del 2019, quando cadendo al Delfinato andò a finire contro un muretto di cemento.
In tanti pensarono che la sua carriera fosse finita, ma lui si è rimesso in sella, tornando a correre. Adesso è alla Vuelta e non gli piace essere definito un gregario, perché per lui il ciclismo è fatto di gesti e non di parole.
Ad intervenire in difesa di Froome ci sono Bradley Wiggins e Sean Kelly, fermamente convinti che il vincitore di 4 Tour de France, un Giro d’Italia e due Vuelta, tornerà presto come prima.
«Chris Froome tornerà ad essere il corridore che era – ha detto Wiggins durante la sua trasmissione –. Lo abbiamo visto molto attivo e sacrificarsi per la squadra. Si sta anche divertendo a mettere nel sacco i suoi avversari e sta riacquistando fiducia in se stesso L’anno prossimo Chris tornerà ad essere quello che siamo abituati a vedere e lo ritroveremo al Tour de France ad inseguire il suo quinto successo».
Così Wiggins ha concluso il suo intervento in favore dell’ex compagno di squadra, ma messaggi sono arrivati anche da tanti appassionati che hanno dimostrato affetto per il keniano bianco. Froome intanto ha visto il percorso del Tour de France del prossimo anno e lo ha trovato interessante: lo affronterà in maglia Israel Start Up e per lui ripartire con una nuova squadra sarà un’occasione in più per tornare ad essere competitivo.
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