Un Tour esigente e impegnativo, per il quale bisognerà arrivare già in condizione e mostrare grande reistenza per tutte e tre le settimane di corsa. Dal Mûr-de-Bretagne alle due tappe alpine, dal doppio spettacolo sul Mont Ventoux ai Pirenei che decideranno la corsa, passando per una crono già nella prima settimana di corsa per dare un volto alla classifica generale prima degli arrivi a Le Grand Bornand e a Tignes.
Curiosamente tre soli arrivi in quota per una corsa che di montagne da superare ne proporrà davvero tante: l'inedito Col de Saint-Louis sulla strada per Quillan, il trittico Peyresourde - Val Louron-Azet - Col du Portet e poi la sequenza Tourmalet - Luz Ardiden nel tappone pirenaico prima della crono (31 km) tra i vigneti di Saint-Émilion alla vigilia della tappa finale sugli Champs-Élysées.
Sette le frazioni riservate ai velocisti, numerose le occasioni per i cacciatori di traguardi in una gara che comincerà con una quattro giorni in terra bretone invece che da Copenaghen come era stato stabilito in un primo tempo. Il rinvio delle oLimpiadi al 2021 ha costretto gli organizzatori a spostare avanti di una settimana la corsa, andando a sovrapporsi all'Europeo di calcio che coinvolge anche la Danimarca, Paese che ha preferito concentrarsi su un solo evento rinunciando per il 2021 ad ospitare la Grande Boucle.
Dopo la partenza, i corridori affronteranno i Monts d'Arrée e le strade impegnative del Finistère, passando per Quimper e Locronan, lungo la costa di granito. E l'arrivo sarà per attaccanti e scattisti, in vetta ad una salita di 3 km al 5,7% di media, con una punta al 14%.
La seconda delle quattro tappe bretoni percorrerà le strade della Côtes d'Armor, prima sulla costa e poi nell'entroterra puntando ad un traguardo ben conosciuto: la côte de Ménéhiez à Mûr-de-Bretagne (2 km, con il primo al 10%). Già traguardo di tappa nel 2011, 2015 e nel 2018, sarà affrontato due volte come accadde proprio nel 2018
Ed ecco finalmente la prima tappa riservata sulla carta ai velocisti.
Anche questa tappa, sulle strade della Ille-et-Vilaine, potrebbe sorridere alle ruote veloci.
Torna una crono nella prima settimana delTour ed è insolitamente lunga, per questa collocazione. Una prova destinata a cambiare il volto della classifica disegnata dopo le prime due tappe.
Tappa breve e pianeggiante che non dovrebbe sfuggire agli sprinter.
Tappa lunghissima, in controtendenza con quello che abbiamo visto negli ultimi anni. 248 km. E tappa non facile perché l'attraversamento del Morvan non sarà una passeggiata. E per chiudere, finale impegnativo in vetta ad un muro il cui ultimo chilometro sale al 13% di pendenza media.
Ed ecco le prime montagne: si comincia ocn la la côte de Mont-Saxonnex (5,7 km all'8,3%) a 47 km dal traguardo, seguita poi dal Colde Romme e dalla Colombière, dalla cui vetta si scende diretti vero il traguardo di Grand-Bornand, con un finale che ricarlca quello che lanciò Alaphilippe in giallo al Tour 2018.
Tignes aspettava il Tour nel 2019 ma il fortunale e la frana lungo la strada fermarono Egan Bernal in fuga. Stavolta ci si arriverà da nord affrontando il Col des Saisies (da un versante più morbido di quello tradizionale), il Col du Pré (12 km al 7,7%) e il Cormet de Roselend prima della salita finale.
Diopo due giorni sulle Alpi e il primo turno di riposo, la corsa riparte e punta verso la pianura per una tappa alla quale punteranno velocisti e attaccanti in un appassionante braccio di ferro.
Ed eccoci al girono del doppio Ventoux: si sale prima dal versante di Sault, considerato il più facile , e poi da quello di Bédoin, il più difficile. Doppio passaggio ma arrivo in discesa, a Malaucène.
Il finale è lo stesso del 2019, quindi adatto ai velocisti. Ma attenzione al vento che negli ultimi chilometri pianeggianti può crerare qualche sorpresa.
Frazione che attraversa il sud della Francia per raggiungere un traguardo tradizionale che difficilmente sfuggirà agli sprinter.
Ed eccoci al primo contatto con i Pirenei: arrivo in pianura dopo una lunga discesa, ma prima si affronteranno il Col de Montségur (4,2 km all'8,6%), il Col de la Croix des Morts (6,8 km al 5,8%) e il Col de Saint-Louis (4,7 km al 7,4%) quest'ultimo a meno di 20 km dal traguardo.
Quattro GPM da superare per raggiungere Andorra, ma ancora una volta non si arriva in vetta: dopo il Col de Beixalis - 6,4 km all'8,5% con punte al 13% - infatti è tutta discesa fino al traguardo.
Dopo il secondo giorno di riposo, siamo sempre nei Pirenei ma non si affrontano salite importanti e la tappa sembra disegnata per esaltare i fuggitivi id giornata.
La seconda parte della frazione non perdona e propone in rapida successione il Col de Peyresourde (13,2 km al 7%), il Col de Val-Louron (7,4 km all'8,3%) e il Portet (16 km all' 8,7%).
Ultima tappa di montagna con un programma davvero impegnativo perché propone il Tourmalet e poi la salita di Luz-Ardiden (13,3 km al 7,4%), lultimo dei tre arrivi in salita di questoTour de France.
Tappa che punta dritta verso Nord, pianeggiante e adatta agli sprinter.
Seconda crono, destinata a definire la classifica generale alla vigilia della festa finale.
Tradizionale carosello finale con battaglia prevedibile sui Campi Elisi per la conquista del'ultimo traguardo.