Ieri la notizia dell'operazione, l'ennesima per questo piccolo grande uomo che di nome fa Domenico Pozzovivo. Oggi le sue parole, dalla sua viva voce, che ci confermano quanto già pensavamo: Domenico è un uomo bionico. «Sto bene - dice il corridore lucano dall'ospedale di Lugano dove ieri è stato sottoposto ad un intervento al gomito sinistro di tre ore -. L’operazione era già programmata da tempo, è stata solo anticipata perché la cancrena era un rischio concreto. Mi hanno rimosso tutte le viti e le placche e il gomito adesso è stabile. Mi hanno fatto la biopsia per capire che tipo di batterio si è insinuato nel corpo e ora aspettiamo i risultati. Lunedì o martedì uscirò dall’ospedale e poi spero fra 15 giorni di essere già sulla bici, anche se i medici consigliano prudenza».
Poi Matteo Pierelli, sulla Gazzetta dello Sport gli chiede quale sia stato il momento più delicato del suo Giro e il corridore della NTT risponde con assoluta precisione, come suo costume. «Dal punto di vista fisico le cronometro, in particolare quella di Valdobbiadene che era la più lunga. Mi si era formato un ascesso sul braccio e appoggiare il gomito sul manubrio era molto doloroso. La giornata più brutta o è stata però sullo Stelvio: ero nella classica giornata no e arrivare al traguardo (ha preso 11 minuti ndr) è stato un calvario. Se correrò in futuro? I manager stanno lavorando per mantenere in piedi la squadra, uno spiraglio esiste e io mi aggrappo a quello. Non resto altro da fare che sperare».
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