GIROU23. IL VERDETTO DEL MONTESPLUGA. LIVE

DILETTANTI | 04/09/2020 | 07:45
di Giuseppe Figini

Dopo l’intero periplo del lago di Como della tappa precedente è ancora lo stesso lago, in parte alla ribalta per il ritrovo di partenza di questa frazione, ancora tutta lombarda, da Barzio, in Valsassina, provincia di Lecco, a Montespluga.


La città dei Promessi Sposi è già attraversata nella tappa di ieri, e soprattutto il suo territorio specialmente nella zona della Brianza lecchese, conta su un gran numero d’appassionati delle due ruote con vari professionisti di diverse epoche. In tema si possono ricordare perché nati qui per ragioni d’ospedale più che di residenza, Massimo Codol (1973) prof dal 1998 al 2012 e ora d.s., Gian Matteo Fagnini (1970) prof dal 1994 al 20005 e vincitore di due tappe al Giro, Roberto Maggioni (1968), oro cronosquadre juniores 1966 a Casablanca, Oscar Pozzi (1971) prof dal 97 al 2004 e Silvia Valsecchi (1982), forte passista sia su strada, sia su pista.


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- Gli organizzatori del Giro U23 stanno poi sperimentando il Race Control Streaming, che si divide in tre fasi:

- Monitoraggio live della corsa tramite GPS, con i rilevatori di posizione sugli atleti di 3 team, sui titolari delle maglie di classifica e su alcune macchine di servizio; - Diretta Facebook con Radio Informazioni a partire da un'ora dal traguardo: - Diretta video su Facebook dell'arrivo, seguito dalle premiazioni e dalla conferenza stampa. Per saperne di più: https://www.giroditaliau23.it/racecs2020public/

Inseriamo “ad honorem” nella categoria “ciclisti” anche Antonio Rossi (1968), gloria azzurra della canoa/kayak, soprattutto categoria K2, ricopertosi d’oro sia alle Olimpiadi, sia ai Mondiali e agli Europei, poi politico, sempre comunque vicino allo sport. E’ ciclista forse un po’ tardivo ma assiduo e fervente praticante di buon – se non ottimo – livello.

Il ritrovo di partenza e il via avvengono in Valsassina, fra il gruppo delle Grigne e delle Orobie, percorsa dal torrente Pioverna, nella piacevole località di Barzio. Era percorsa dall’antica via Spluga, strada romana, che partiva da Milano e arrivava allo Spluga. Già dalla fine del 1800 Barzio ha conosciuto un notevole sviluppo quale centro turistico con la costruzione di belle ville d’epoca e, poi, dagli anni del secondo dopoguerra, con l’impetuoso sviluppo del turismo, anche con la costruzione di condomini, è considerata il centro del turismo di riferimento della valle, offrendo molteplici possibilità d’attività all’aria aperta, sia in versione estiva, sia in versione invernale. Sono vicini e collegati con impianti di risalita i Piani di Bobbio, frequentata stazione sciistica e non solo. Di notevole interesse è il monastero delle Carmelitane Scalze.

Qui si concluse la tappa del Giro d’Italia 1979, la Trento-Barzio Valsassina, vinta per distacco dal cremonese Amilcare Sgalbazzi. In maglia rosa era Giuseppe Saronni che, all’indomani, all’Arena di Milano, vinse pure la cronometro conclusiva e celebrò così il suo primo Giro vittorioso.

Si passa quindi per Introbio, con Villa Migliavacca, ora sede degli uffici comunali e la bella chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate al centro del paese e la Torre Arrigoni, fortificazione dell’XI secolo. La vicina Val Blandino propone varie passeggiate verso il santuario di Madonna della Neve. In località Daggio, a m. 1935, vi è l’omonima sorgente di acque oligominerali. Breve passaggio nell’ambito comunale di Primaluna si giunge a Cortenova, con la chiesa di San Gervaso e Protaso. Si passa per Taceno e molte abitazioni del nucleo storico che presentano recenti affreschi riproducenti antichi mestieri del luogo. Nel suo territorio è compreso Tartavalle Terme, antica località termale che ha però chiuso l’attività. Termina qui la strada sostanzialmente piana del fondovalle della Valsassina e si entra nella giurisdizione del comune di Bellano, salendo verso la sua frazione di Vendrogno che fino all’inizio del 2020 era comune autonomo e una decina di chiese affrescate. Caratteristico è il MUU, Museo del latte e storia della sua lavorazione. Segue una spettacolare discesa panoramica, percorsa da vari Giri di Lombardia, che termina nell’abitato di Bellano dopo avere passato la località di Lezzeno con il santuario Madonna delle Lacrime di fine 1600. Da Bellano si percorre, in senso contrario questa volta, la strada percorsa in avvio della tappa precedente per Dervio, Dorio e Colico.

Inizia quindi la provincia di Sondrio, all’inizio della Valtellina, transitando per Piantedo, comune a prevalenza agricola ora affiancata da vari insediamenti produttivi e commerciali e raggiungere quindi Delebio, località dove fu combattuta nel 1432 la battaglia che contrappose i Visconti di Milano alla Repubblica di Venezia per il dominio in Valtellina che vide prevalere le truppe viscontee. Notevoli sono i settecenteschi Palazzo Peregalli e Palazzo Bassi, unitamente a diversi edifici di culto. Varie attività manifatturiere e artigianali sono nel suo territorio e, fra questi, un noto caseificio. Si toccano i territori dei comuni di Andalo Valtellino e Rogolo, prima di trovare quello di Cosio Valtellino, comune sparso con capoluogo a Regoledo, con varia attività casearia sviluppata nelle malghe dei monti soprastanti. A Cosio c’è la sede principale della nota azienda alimentare, settore dolciario, Galbusera.

Si prospetta Morbegno, centro principale della bassa Valtellina, allo sbocco della valle del Bitto di Albaredo e del Bitto di Gerola, il nome dei due rami del torrente che le percorre e che richiama il nome del pregiato formaggio Bitto DOP., eccellenza gastronomica del territorio con altri elementi della sapida cucina locale, pizzoccheri  e bresaola in testa con vari tipi di polenta, accompagnati da vini di specifica valenza e consistenza prodotti dalle soleggiate vigne disposte sui caratteristici “terrazzamenti”.

Fra le architetture civili della città si ricordano il settecentesco ponte di Ganda sull’Adda, Palazzo Malacrida, d’impronta veneziana, in centro città e diversi altri soprattutto nel caratteristico nucleo storico mentre, in visione religiosa, si propongono la collegiata di S. Giovanni Battista del 1560, in tardo barocco, con diverse altre ancora.

E’ qui diffusa la produzione del “pezzotto” valtellinese, tappeto con vivaci colori e disegni, oltre a quella del peltro e d’utensili in rame. Morbegno è città attiva nei settori del turismo, di varie attività industriali e commerciali.

Il Giro d’Italia ha posto qui il traguardo nel 1991 con vittoria del compianto Franco Ballerini – l’unica nella corsa rosa - ed è stata sede di partenza nel 2009, nel 2011 e lo è nel 2020 con la frazione che termina ad Asti. In tema ciclistico è da ricordare il passo di San Marco che lo collega alla provincia di Bergamo, scalato varie volte dal Giro d’Italia.

Fra i nativi si possono ricordare Ezio Vanoni (1903-Roma 1956), economista, accademico e politico, ricordato dalla biblioteca che gli è intitolata e realizzata dal noto architetto Luigi Caccia Dominioni, con famiglia d’origine morbegnese, Mario Galbusera (1924-2018), imprenditore artefice del grande sviluppo dell’omonima azienda, Pasquale Saraceno (1903-Roma 1991), economista e accademico. In tema sportivo si propongono Roberto Antonelli (1953), il popolare “Dustin” per una certa somiglianza con Dustin Hoffman, attaccante del Milan e della Roma, fra l’altro, mentre fra i corridori professionisti la citazione è per Roberto Gusmeroli (1966) e Francesco Gavazzi (1984), passato nel 2007 e tuttora in attività. E' qui che avviene il cambio direzione di marcia, lasciando la strada a fondovalle, e svoltando sulla vecchia strada, a mezzacosta, nota come “costiera dei Cech”, alle prime pendici delle Alpi Retiche, ritornando in direzione del lago di Como. Si segue il percorso dell’Adda che scorre nel fondovalle, sempre sulla sponda destra, passando per Traona, da sempre legata all’agricoltura, alla vite – favorite dall’esposizione a sud e dal microclima molto mite - e all’allevamento, attività accompagnate in tempi più recenti da attività artigianali e turistico - culturali. Numerose sono le dimore signorili e le chiese che testimoniano il suo valore storico.

Si prosegue per Cercino, con la chiesa parrocchiale di San Michele e dalla sua frazione di Piussogno, quindi Mantello, con attività agricole e artigianali, Dubino, popoloso comune per la zona, con case antiche a ballatoio di legno e la chiesa parrocchiale degli apostoli Pietro e Andrea con dipinti, ha affiancato all’agricoltura vari comparti artigianali, commerciali e di servizi e nella frazione di Nuova Olonio una struttura ricorda l’opera di Don Guanella per assistenza in una zona bonificata.

Con il passaggio da Verceia che si affaccia sul lago di Mezzola con varietà ittiche e possibilità di “birdwatching” per la notevole quantità di volatili acquatici delle sue sponde, la corsa entra nel territorio della bassa Valchiavenna trovando poi Novate Mezzola, anche lei disposta lungo l’omonimo lago con il “museo dello scalpellino” che ricorda quello che era un diffuso mestiere nella zona. La tabella di marcia propone il passaggio da Somaggia, nel comune sparso di Samolaco e con la curiosità che non esiste una località identificata con il suo nome e la sede del municipio è nella frazione di Era. La struttura restaurata del Culumbée, in località San Pietro, conserva vari motivi e ricordi di vita locale.

Da qui la pendenza della strada tende ad aumentare, dapprima dolcemente, passando la frazione di Pizzo, nel comune di Prata Camportaccio e giungere a Chiavenna.

E’ il centro di riferimento della valle omonima e, per la sua posizione geografica, ha sempre rivestito un ruolo importante nella storia e nell’economia collegate agli scambi fra l’Italia settentrionale e i territori svizzeri e dell’Europa settentrionale.

E’ città d’aspetto severo come le montagne circostanti ed è ricca di costruzioni signorili, fontane in pietra ollare, diverse chiese, abitazioni antiche con loggiati affacciate sul fiume Mera che la percorre. Sono una caratteristica del territorio, così come per il lago di Como, i “crotti”, cavità naturali utilizzati come cantine e rustiche osterie, per degustare apprezzate specialità alimentari tipiche dei luoghi. La sagra dei crotti d’inizio settembre richiama sempre un gran numero di “fedeli” del genere da ogni parte.

Di pregio, fra le molte chiese, è la collegiata di San Lorenzo con l’alto campanile isolato. Su piazza Castello si affaccia il palazzo Balbiani. Interessante è il Parco del Paradiso, così come quello delle Marmitte dei Giganti. Accanto all’offerta turistica è da ricordare la rilevanza commerciale di Chiavenna, centro attivo e di riferimento della zona per vari settori.

Era di qui Giovanni Bertacchi (1869-1942) che fu poeta, accademico e critico letterario.

Nel 2009 Chiavenna è stata l’arrivo della 7^ tappa del Giro d’Italia, partente da Innsbruck, con il successo del norvegese Edvald Boasson Hagen.

Inizia poi la vera e propria salita verso il Monte Spluga trovando anche varie gallerie passando per San Giacomo Filippo che presenta nel suo territorio il santuario della Madonna della Misericordia di Gallivaggio e con l’alto campanile discosto, poi Campodolcino, comune con sviluppato turismo invernale ed estivo, e quindi Madesimo, altro rinomato comune per ogni pratica sciistica dove sono terminate due tappe del Giro d’Italia, nel 1965 “impresa” di Vittorio Adorni, già in maglia rosa, che mise così il sigillo alla sua vittoria finale e, nel 1987 successo per il francese Jean-François Bernard.

Era di qui il sacerdote don Luigi Guanella (1842-Como 1915), proclamato santo da Papa Benedetto XVI nel 2011.

Sono in totale 72 i tornanti che caratterizzano la salita, conosciuta anche come “via Mala” nel passato e si entra quindi nel territorio di Madesimo,  un paradiso dello sci e degli sport della neve, dove la corsa termina attraversando prima per le sue frazioni di Pianazzo e Stuetta e giungere al traguardo di Montespluga, GPM 1^ cat. e arrivo in salita, a quota m. 1908. Nelle vicinanze è situato l’omonimo lago artificiale realizzato negli anni trenta mentre Monte Spluga ha conservato la propria originale fisionomia.

Una curiosità: la località dista km. 234 dal litorale marino più vicino (Genova) ed è quindi il centro abitato italiano più distante dalle coste marine.

 

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