CRISTIANO DE ROSA CONFESSA: «CASAGRANDE MI FECE PIANGERE»

PROFESSIONISTI | 24/05/2020 | 07:58
di Pietro Illarietti

"Francesco Casagrande mi fece piangere". Con questo commento Cristiano De Rosa ha ricordato un episodio della lunga carriera di Francesco Casagrande, intervenuto a Lello Ferrara 3.0. Il costruttorre milanese lo aveva già raccontato anche in un altro collegamento. "Eravamo tutti convinti che vincesse il Giro con un  nostre bici, ma nella crono di Sestriere il sogno svanì a favore di Garzelli".


L'intervento ha rappresentato uno dei momenti più toccanti della diretta Instagram con Francesco Nando Casagrande, classe 1970 e 14 stagioni da prof, che ha aggiunto molti altri aneddoti. "Nella mia carriera mi sarebbe piaciuto anche vincere un Mondiale. Ne ho corsi 9 e 2 olimpiadi. In un paio di occasioni ho sfiorato il colpaccio. A Verona e Plouay dove mi raggiunsero a poche centinaia di metri dal traguardo. Invece quel Giro del 2000 penso di averlo perso più io. Una sciatalgia mi bloccò la gamba e non riuscii a esprimermi nella crono finale. Quando mi mettevo in posizione la gamba si intorpidiva e al posto di andare con il 52 dovevo tenere il 42".


Le amarezze per Casagrande sono però state molte come l'espulsione dal Giro del 2002. "Avevo la maglia verde e un ottimo piazzamento nella generale: 4°. Sono andato a sprintare ad un GPM, mi chiederete chi me lo fece fare... ma sapete come sono i corridori. Praticamente un colombiano si inserì tra me e le transenne e il suo pedale agganciò la mia ruota.  Venne fuori un casino. Savio protestò e non c'erano immagini TV che mi scagionassero. Fui espulso, ma che rabbia. Quello poteva essere l'anno buono visto che chi mi precedeva in classifica poi prese dei minuti...".

Non sono mancate le soddisfazioni per Casagrande che oggi vive nelle colline poco fuori Firenze, corre ancora in Mtb, ed ha vestito la maglia azzurra ai mondiali marathon nel 2017 in Germania. "Dopo 3 anni di stop ho ripreso a pedalare e da 11 sono di nuovo in sella con le ruote grasse. Come se non bastasse nelle ultime 4 stagioni corro con gli Elite".

"La gioia più grande della carriera da pro? La Freccia Vallone. Ma poi ho ottenuto anche due Clasica di San Sebastian (1998, 1999), il Tour de Suisse nel 1999 e la Tirreno-Adriatico nel 1996". 

Il toscano ha raccontato episodi curiosi come la nascita del suo soprannome, Nando. "Eravamo militari a Barletta e Michele Bartoli iniziò a chiamarmi in questo modo.. e me lo sono portato dietro sin qui".

Sui rivali: "Bartoli e Pantani i 2 più grandi. Uno per le classiche e l'altro per le gare a tappe. Il ciclismo è cambiato molto, ma prima c'era più qualità. Partivamo in 10 per vincere un grande giro, ora sono 3-4 i candidati. Inoltre era un ciclismo molto più aggregante, mentre adesso con l'internazionalizzazione si è spesso fuori dall'Europa e non ci si conosce". 

Su Vincenzo Nibali: "Ha 35 anni. Può ancora fare bene per altri 2-3 anni. Secondo me ha voglia ed è ancora competitivo. Guardate cosa sta facendo Valverde. Ho invece un ricordo di un giovanissimo Nibali con cui andai in fuga alla mia ultima gara, il Giro di Toscana. Ero in maglia Naturino e ci ripresero all'ultimo chilometro, poi vinse Bennati". Lo squalo, intervenuto, ha ricordato pure lui con piacere. 

 

 
 
 
 
 
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