Nel Dna di Bryan Olivo c'è soprattutto il ciclocross, anche se il giovane friulano è un osso duro nelle gare in pista e su strada. «Non so dove potrò arrivare, ma so cosa voglio. Dove, come e quando ancora non so, ma delle tre discipline che praticato il ciclocross è quella che più di tutte mi affascina. Per le emozioni che mi regala, per la fatica e il sacrificio che richiede, per gli allenamenti in inverno nelle poche ore di luce a dispozione. Il fuori strada da sempre mi stimola e fa parte di me».
Olivo, classe 2003, diciasette anni compiuti a gennaio, ha collezionato nel 2019 successi in tutte le discipline: su strada ha vinto la Bannia-Clauzetto a cronometro e la corsa a Nave di Fontanafredda; in pista ha conquistato la medaglia d'argento nell'inseguimento individuale, battuto per soli 2 decimi di secondo dal suo corregionale Jacopo Cia, e il bronzo nell'Inseguimento a squadre. Sette sono state le sue affermazioni nel cross, quinto al Campionato Italiano di Schio, 29simo al mondiale di Dubendorf, in Svizzera. Nel suo cammino ciclistico spiccano inoltre i tricolori su strada a Comano Terme, tra gli esordienti di primo anno, e il campionato italiano di Ciclocross tra gli Esordienti di secondo anno. Olivo salta in sella seguendo la passione dello zio Eros Biasotto, che ha gareggiato fino ai dilettanti, e del fratello maggiore Alan che una volta abbandonate le corse ha intrappreso la professione di pittore edile. Giuseppe, il papà di Bryan, è il titolare di una impresa edile, mamma Cinzia fa l'inserviente presso la casa di riposo "Serena". Il giovane Olivo abita a Cimpello Fiume Veneto, una decina di chilometri da Pordenone, è alto 180 centimetri per 65 di peso, e frequenta l'Istituto Superiore d'Istruzione Secondaria "Paolo Sarpi" di San Vito al Tagliamento indirizzo Marketing. Una promessa del fuori strada Bryan, fidanzato con Romina Costantini che corre tra le donne allieve nella società Valvasone, che per il suo esordio tra gli juniores ha scelto l'Unione Ciclistica Pordenone diretta da Gerardo Paduano.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«L'andamento fino agli juniores/u23 è molto buono, però abbiamo una carenza in campo professionistico dove l'età media dei nostri migliori corridori è molto alta. Quello che manca è il cosiddetto ricambio».
A quale età hai cominciato a correre?
«A 6 anni per il GC Bannia, con una bici Iride blu».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Mathieu Van Der Poel, un vero asso per tutte le discipline».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Il calcio, sono interista».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono testardo».
Il tuo modello di corridore?
«Senza dubbio Mathieu Van Der Poel».
Cosa leggi preferibilmente?
«Non leggo».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il viso e il carattere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«E' bello così, molto appassionante».
Piatto preferito?
«Pizza».
La tua attrice o attore preferiti?
"«Non sono appassionato di cinematografo».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Matteo Orlando, il mio compagno di squadra».
Sei religioso?
«Non molto».
Paese preferito?
«La Nazione in cui vivo».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Che preferisco i fatti alle parole».
Hobby?
«Giocare a calcetto».
La gara che vorresti vincere?
«Il Mondiale di ciclocross».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con nessuno».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Punto tantissimo sul ciclocross, e far bene anche su strada»
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