Davide Dapporto è un ragazzo romagnolo, un ragazzo del 2001. Si accorge di avere dei numeri da corridore quando in famiglia il nonno Giovanni e il papà Diego, entrambi ex dilettanti di stampo buono, gli parlano di ciclismo. La sua ultima stagione con gli juniores nel team Italia Nuova Borgo Panigale (2019) è segnata da numerosi piazzamenti, anche se non sono arrivate vittorie.
Ma la stagione è stata anche segnata da uno stop a fine giugno, appena qualche giorno dopo la conclusione del Campionato Italiano di Città di Castello: Davide si sottopone ad un intervento al cuore per una tachicardia parossistica, praticamente un'aritmia caratterizzata da un aumento della frequenza e della velocità del battito cardiaco ad esordio improvviso e brusco. Tre settimane di stop, poi il ritorno in gara in occasione del Campionato della Regione Emilia Romagna a Borgo Panigale, dove si piazza decimo. In precedenza aveva ottenuto due quarti, due quinti, tre sesti posti, e la nona posizione nella classifica generale del Giro del Friuli.
Passista scalatore, Dapporto è bravo anche in pista: nel 2017, tra gli allievi, si è laureato campione italiano dell'Inseguimento a Squadre, con Kajamini, Guarinelli e Pinazzi, e nella Madison, in coppia con David Sebastian Kajamini, ha conquistato invece la medaglia d'argento. Ravennate di Cassanigo alle porte di Faenza, la casa del cittì Davide Cassani, il giovane Dapporto abita con papà Diego e mamma Carmen, titolari di una Azienda Agricola di famiglia che produce pesche e del buon vino frutto dei loro vigneti, la sorella Noemi e i fratelli Giona e Pietro, quest'ultimo corre tra gli allievi nella società ciclistica Cotignolese. Davide, che sta per diplomarsi in meccanica all'Istituto Superiore Tecnica Industriale Luigi Bucci di Faenza, è atteso al grande salto tra gli Under 23 con le insegne del team Inemiliaromagna sodalizio che ha la propria sede a Faenza, presieduto da Giovanni Carapia, e diretto in ammiraglia dagli ex professionisti Michele Coppolillo e Alberto Contoli.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«A dispetto di tante critiche, i risultati parlano a nostro favore soprattutto in campo giovanile, vedi gli juniores. Insomma, il nostro è un ciclismo che sta crescendo e nessuno può negarlo».
A quale età hai cominciato a correre?
«Da G1 con la società ciclistica Baracca di Lugo, avevo una bici Somec azzurra».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Eddy Merckx è il più grande di tutti».
Quale altro sport ti piacerebbe praticare?
«Se fossi più alto, il basket».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono un pò testardo e mi fido troppo delle persone».
Il tuo modello di corridore?
«Alessandro De Marchi per il suo modo di correre, per il carattere e perchè lo trovo una persona integra».
Cosa leggi preferibilmente?
«Attualità politica, seguo in particolare i rapporti tra gli Usa e la Cina».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
«Un profondo cambiamento nelle categorie giovanili, c'è troppa esasperazione».
Piatto preferito?
«Pizza».
Attrice o attore preferiti?
«Robin Williams».
Chi è il tuo collega più simpatico?
«Mi sono trovato bene con Peric, che ora corre per la Gazprom RusVelo U23».
Sei religioso?
«Essendo cresciuto in parrocchia ho avuto una impostazione cattolica».
Credi nell'amicizia?
«Sì».
Cosa vorresti che si dicesse di te in particolare?
«Tutto quello che faccio lo faccio con passione e sono un tipo che ascolta molto»
Hobby?
«Guardare la NBA e tutto lo sport».
La gara che vorresti vincere?
«Giro delle Fiandre».
Ti senti in debito con qualcuno in particolare?
«Con il mio allenatore Giandomenico Marangoni (papà dell'ex professionista Alan) ai tempi della Cotignolese. Grazie a lui, mi ha formato come corridore e uomo».
Quale sarà il tuo obiettivo al rientro nelle gare?
«Crescere e dimostrare le mie qualità puntando a qualche buon risultato».
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