Alessandro Fancellu ha deciso di non far aspettare troppo i suoi tifosi e, alla seconda gara professionistica della carriera, si è ritrovato a lottare per la classifica generale del Tour of Antalya. Alla fine ha chiuso terzo, a soli quattro secondi dal vincitore Max Stedman, e, se vogliamo, si può anche dire che sia arrivata la prima beffa della carriera. Già, perché in una corsa decisa soprattutto dagli abbuoni, il giovane atleta della Kometa Xstra può recriminare per quel quarto posto nella tappa regina di Termessos, dopo che con un colpo di reni di Stedman al fotofinish si è visto soffiare il terzo e i secondi di bonus, che gli avrebbero permesso di vincere la corsa.
Insomma, per la prima volta lottava per la classifica generale di una corsa professionista e il successo gli è sfuggito per un centimetro. Poco male, perché è un classe 2000 e l’impressione è che lo vedremo tante altre volte lottare per salire sul gradino più alto del podio di una corsa a tappe. «C'è un po' da mordersi le mani, però guardiamo il lato positivo: essere davanti a giocarmi una tappa in salita in una corsa con una formazione WorldTour e tante Professional non può che lasciarmi contento, vuol dire che la condizione è buona e la strada intrapresa è quella giusta – spiega Fancellu a tuttobiciweb, con una lucidità e sicurezza non banali per un 20enne -. Già rispetto alla Vuelta a Murcia ho sentito che la gamba girava meglio; stiamo lavorando bene».
La cosa certa è che la salita gli piace, eccome, e poco importa se le pendenze sono arcigne oppure abbastanza docili come quelle della corsa turca: «Nell'arrivo in salita dovevo lavorare per il mio compagno Marton Dina, così mi sono in testa a fare il ritmo nel tratto più duro, poi mi son girato e ho visto che eravamo rimasti in cinque. Zoidl è stato poi il più bravo e ha vinto la tappa. Se volevo una frazione più selettiva? In realtà mi trovo a mio agio anche in salite esplosive, quindi nel complesso mi è piaciuta».
A coccolarselo negli ultimi due giorni di gara c’era anche il suo team manager, nonché mentore, Ivan Basso. Il vincitore del Giro d’Italia 2006 e 2010 ha un progetto ben chiaro di come plasmare questo ragazzo, che tanto bene promette: «Nei miei tre anni di gestione è il corridore che in termini di progressi ha fatto più passi avanti – spiega Basso con orgoglio -. Quello che mi impressiona di lui sono i numeri e la facilità di pedalata, ha dei margini di miglioramento incredibili. Ha le qualità per diventare un grande campione, un fuoriclasse, e per di più è un corridore completo, in grado di andare forte dappertutto». Non resta che inserirlo sul binario giusto: «Ci sono tutti gli ingredienti perché possa sbocciare, in questo momento lui deve solo allenarsi ed è più compito mio che suo quello di metterlo nelle condizioni di dare il meglio, in modo da venire accolto nel cerchio del grande ciclismo».
Il paragone è di quelli importanti: «Mi ricorda il giovane Nibali – spiega ancora il varesino, che con lo Squalo dello Stretto ci ha corso quattro anni in Liquigas -. Alcune caratteristiche che misurano un corridore forte sono: se tiene la distanza oltre i 200 km, se tiene oltre i 2000 metri di altitudine, se resiste alle tre tappe di montagna ravvicinate o la tappa di montagna dopo la crono. Su questo bisogna lavorare. Si diceva che Nibali non tenesse tre tappe complicate ravvicinate o che avesse sempre una giornata storta. Poi dai 25-26 anni non ha più avuto questi problemi, perché dietro c’era un processo di crescita. Lo stesso vale per Fancellu. Deve fidarsi dei suoi dirigenti, perché abbiamo tutto l'interesse a portarlo in alto».
A Basso brillano gli occhi parlando del giovane comasco che, non va dimenticato, nel 2018 chiuse al terzo posto il mondiale juniores di Innsbruck, vinto da un certo Remco Evenepoel. «Remco è un fenomeno e non si discute, è un po’ il Mbappé del ciclismo. Ma non tutti esplodono così precocemente e sono sicuro che col passare degli anni Fancellu potrà ridurre il gap con il suo coetaneo». Alessandro ha già il contratto assicurato da professionista con la Trek-Segafredo a partire dal 2021, con Luca Guercilena che proseguirà il lavoro cominciato da Basso e co. «Siamo costantemente in contatto, abbiamo lo stesso obiettivo: fare il bene del ragazzo».
A questo punto la domanda sorge spontanea: ma non c’è il rischio di mettere troppa pressione sulle spalle di questo ragazzo? Basso è convinto di no: «Sa quello che vuole, è estremamente intelligente. Ha finito le scuole superiori (Istituto Tecnico Agrario, ndr) con voti alti. Ha una splendida famiglia alle spalle e ha una grande educazione. Pensa che è stato l’unico a darmi del “lei” inizialmente. Quindi ha tutte le carte in regola per fare il suo percorso senza pressioni».
Fancellu, dal canto suo, fa spalline: «Io non posso fare altro che fare il mio lavoro al meglio, impegnarmi al massimo negli allenamenti e nelle gare. Poi quello che mi riserverà il futuro lo vedremo...». E intanto non vediamo l’ora di rivederlo in azione. L’appuntamento dovrebbe essere tra più di un mese, al Giro di Sicilia.
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