GIORNO DELLA SCORTA. IN CALO IL NUMERO DELLE SCORTE TECNICHE

NEWS | 29/10/2019 | 07:36
di Silvano Antonelli

 


Riportiamo dalla brochure del Giorno della Scorta (Faenza, 24 novembre 2019) i dati del Ministero dell’Interno e dalla FCI relativi alle scorte tecniche ed agli ASA, commentati da  Silvano Antonelli.  


 

Ministero dell’Interno

                                             2018     2018    2019    2019

Compartimenti P.S.            sc. tec.   ASA    sc. tec. ASA    

Abruzzo e Molise                64        79        54        28

Calabria                               2          0          1          19

Campania e Basilicata                 38        0          19        42

Emilia-Romagna                 162      919      143      969

Friuli Venezia Giulia                     128      0          73        0

Lazio e Umbria                    143      379      121      337

Liguria                                              65        22        56        54

Lombardia                           299      224      249      477

Marche                                 75        322      66        436

Piemonte e Valle D’Aosta            94        349      155      654

Puglia                                               32        67        33        44

Toscana                                214      986      194      1068

Sardegna                              23        0          49        0

Sicilia                                               46        0          29        0

Trentino A.A. + Belluno     83        526      85        337

Veneto (escluso Belluno) 167      826      148      807

TOTALE                                  1.635   4.699   1.475   5.272

 

 

SCORTE TECNICHE IN CALO, ASA IN CRESCITA

Dopo un paio d’anni di sostanziale stabilità con piccoli segnali di crescita, improvvisamente, il numero delle  scorte tecniche cala del quasi 10%. Una contrazione inaspettata, senza apparenti segnali premonitori, forse data da fattori contingenti, come la mancata continuità tra scadenza e rinnovo delle abilitazioni o possibili rallentamenti nella programmazione dei corsi. Oppure data da ragioni più specifiche, quali ad esempio i costi di iscrizione ai corsi, i costi del tesseramento, l’insufficiente promozione e valorizzazione del ruolo, le inadeguate tutele assicurative connesse al tesseramento, la mancata affermazione di questa figura all’interno dell’art. 12 del Codice della Strada. Può essere infine,  che a forza di rinunciare all’organizzazione di corsi o sessioni d’esame per numeri di candidati  poco consistenti, che non garantirebbero i dovuti equilibri finanziari e d’impegno, si sia un poco alla volta determinato un danno complessivo piuttosto sensibile, frutto di apparenti ed innocue rinunce territoriali. Nel contempo,  per alcuni Comitati Regionali le entrate di bilancio trovano conforto anche dai proventi dei corsi di formazione, che in prospettiva poco potrebbero conciliarsi con una insufficiente promozione della figura della scorta tecnica, soggetto di pubblica utilità, che la FCI ha il compito di sostenere anche da un punto di vista quantitativo vista la delega ricevuta dal Coni e dal Ministero dell’Interno. Fortunatamente, il quadro appare diverso per gli ASA, cresciuti null’ultimo anno del 12%. Ci sono stati anche tempi migliori, basti pensare al picco del 2013 con 7.644 abilitati, tuttavia, il trend di recupero appare significativo, di conforto per l’applicazione del nuovo disciplinare tecnico che a questa figura dedica particolare attenzione, prescrivendone un maggior utilizzo, anche in termini di obbligatorietà. La formazione e l’abilitazione di questi soggetti non conosce ancora le criticità dei cugini delle scorte tecniche, ma sarebbe un errore non pensare a forme di sostegno, incentivandone la promozione attraverso scelte come quella adottata in Piemonte con il protocollo d’intesa tra il Comitato Regionale e la Regione. Occorre valutare con sensibilità i costi di accesso ai corsi, dove i partecipanti sono spesso pensionati o di condizione modesta, così come fare leva sulla forme di tutela, non sufficientemente valorizzate o proposte a condizioni accettabili. La FCI, ad esempio, per le sue gare, con la tessera ASA assicura i rischi di infortuni e responsabilità civile al costo annuo di € 30,00. Questa offerta però, nei fatti, è respinta: in Italia, su 5.272 abilitati ASA soltanto 49, ovvero 0,9%, sono quelli ad averla richiesta nel 2019, e solo in poche regioni (Piemonte 23, Lombardia 6, Veneto 11, Toscana 5, Lazio 4). Dati e situazioni che, al di là delle varie opinioni, non dovrebbero sfuggire all’attenzione di chi pensa che gli ASA siano una preziosa opportunità da coltivare. 

 

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Motostaffette e scorte tecniche tesserate alla FCI

 

2015   2016   2017    2018    2019

 

Abruzzo                     27        21        24        33        28

Basilicata                 23        19        18        16        10

Bolzano                    5          0          6          6          4

Calabria                    4          0          2          2          2

Campania                 6          9          9          8          10

Emilia-Romagna     120      125      117      105      103

Friuli V.G.                  51        60        92        93        68

Lazio                          23        5          33        24        26

Liguria                                  51        44        44        48        51

Lombardia                259      257      227      245      226

Marche                      53        62        54        52        64

Molise                                  3          5          3          3          2

Piemonte                  55        67        70        71        87

Puglia                                   18        10        10        5          2

Sardegna                  0          0          0          0          12

Sicilia                                   0          0          0          0          0

Toscana                    163      153      155      155      142

Trento                                   52        60        67        72        70

Umbria                      7          6          5          7          3

Valle D’Aosta                      3          3          2          1          1

Veneto                      139      134      133      143      122

TOTALE*                    1.062   1.040   1.071   1.089  1.036 di cui 840 scorte tecniche e 196 motostaffette

 

NUMERI E TENDENZE

Nel 2018, delle 1.635 scorte tecniche rilevate dal Ministero dell’Interno, 862 erano quelle tesserate alla FCI, vale a dire poco più della metà (52,7%). Nel corso del 2019 la FCI, tra le sue fila, ne perde 22, registrando un calo del 2,56%. Le restanti 733 subiscono invece una contrazione di 138 unità, pari al 18,82%. Ciò significa che nell’ultimo anno, la “moria” di scorte tecniche che operano senza tessera federale o negli Enti di promozione sportiva, è stata cinque volte tanto quella registrata nell’ambito della FCI. Sono calcoli fatti su piccoli numeri, da cui sarebbe azzardato trarre tendenze certe, ma pur sempre numeri sufficienti a segnalare dove potrebbero essere le insorgenti criticità.

Può essere che la flessione segua di pari passo la riduzione del numero complessivo delle corse su strada e di una trasformazione di queste verso il fuori strada, anche se in parte il dato dovrebbe riequilibrarsi col crescente numero di scorte richiesto per le corse tradizionali. Può essere che molte manifestazioni del variegato mondo amatoriale non offrano sufficiente appeal per tenere alimentato l’impegno verso questo particolare genere di servizio. Ma potrebbe esserci anche una ragione più di fondo: negli ultimi anni, il Coni, attribuendo la regolamentazione, la formazione e la selezione delle scorte tecniche unicamente alla FCI, ha di fatto tolto agli Enti di promozione sportiva ogni ragione per sentirsi responsabilmente coinvolti nella promozione di questa figura, lasciando spazi non completamente coperti da altri, con le conseguenze che adesso incominciano ad affiorare.

           

 

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COMMENTI
Parole Sagge
29 ottobre 2019 08:21 Giors
"i costi di iscrizione ai corsi, i costi del tesseramento, l’insufficiente promozione e valorizzazione del ruolo, le inadeguate tutele assicurative connesse al tesseramento, la mancata affermazione di questa figura all’interno dell’art. 12 del Codice della Strada" a cui aggiungerei anche i limiti di età non "sostituiti" da motociclisti più giovani.
Consideriamo anche che senza la passione per il ciclismo difficilmente una persona va a fare la scorta tecnica, solo la passione ti fa perdere "n" domeniche all'anno per fare decine/centinaia di km e rischiare di farsi male per una gara in bici. Chi lo fa, come me, è solo un pazzo che purtroppo è mosso dalla passione per le 2 ruote a 360°.
Purtroppo la Scorta Tecnica non è valorizzata in nessun caso, si pretendono soldi per i corsi, per le tessere, e poi poche tutele in caso di incidente, ricordiamo che le scorte fanno il servizio su mezzi propri che devono dotare di tutte le apparecchiature previste dal disciplinare; oltre a quello neppure le figure interne al ciclismo, e gli stessi atleti, hanno ancora capito l'importanza della scorta tecnica per la loro sicurezza. Io stesso, 3 anni fa, in una corsa nazionale juche si svolge nel Roero, ho preso insulti e sputi in un momento in cui volevo superare il gruppo(lo so che il disciplinare non prevede che la scorta si fermi ma in taluni casi non si può far diversamente), i ragazzi anzichè lasciarmi passare in modo più agevole possibile mi insultavano perchè ero in mezzo a loro...
Per ora continuo a far scorta, sperando che in futuro le cose migliorino però...non so per quanto

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